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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Eurogruppo

Italia in ritardo sul Mes: da Bruxelles arriva una richiesta di spiegazioni

La riforma del Meccanismo europeo di stabilità giace sul tavolo del governo Draghi. Ma Roma si era impegnata con l’Eurogruppo ad approvare il backstop entro il 2021

Più che un avvertimento “sarà un gentile promemoria”. Un alto funzionario dell’Unione europea oggi ha spiegato con sarcasmo quello che succederà lunedì alla prossima riunione dell’Eurogruppo. L’irlandese Paschal Donohoe, ministro delle Finanze di Dublino nonché presidente dell’assemblea tra gli omologhi dell’eurozona, chiederà all’Italia come mai la promessa di approvazione entro il 2021 della riforma del Mes non è stata mantenuta. 

Il Belpaese, assieme agli altri diciotto Stati dell’eurozona, un anno fa aveva sottoscritto a Bruxelles le modifiche al trattato sul Meccanismo europeo di stabilità (Mes). Ma Roma non si è comportata di conseguenza. La riforma, a partire dall’atteso backstop (la rete di sicurezza finanziaria), non potrà dunque entrare in vigore a inizio 2022, come invece programmato al momento della firma. 

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L’Italia non è l’unico Paese a non avere mantenuto gli impegni. Ad oggi manca ancora la ratifica di Francia, Portogallo e Germania. Ma i primi due si stanno avviando alla conclusione dei rispettivi iter politico-legislativi, mentre lo stallo a Berlino è legato a un ricorso di fronte ai giudici della Corte costituzionale. Per quanto riguarda la Germania, “non abbiamo altra scelta che aspettare”, ha spiegato il funzionario Ue in vista della riunione a Bruxelles.

Anche il ritardo italiano avrebbe una spiegazione. La riforma era stata bloccata a livello Ue dall’allora governo gialloverde formato da Movimento cinque stelle e Lega. Il sì alle modifiche era arrivato all’epoca dell’esecutivo giallorosso formato da Partito democratico e M5s. Ma ad approvare la riforma in Parlamento spetta all’attuale governo guidato da Mario Draghi. Le tensioni nella maggioranza sul testo di riforma hanno portato allo stallo e dunque al ritardo che lunedì verrà ‘fatto notare’ in sede europea. “Discuteremo quali siano le ragioni” del ritardo italiano, ha spiegato il funzionario Ue. La fonte di Bruxelles ha comunque garantito sulla fiducia delle istituzioni nei confronti del governo Draghi: “Non c'è ragione per pensare che l'Italia o altri Paesi non manterranno gli impegni politici sulla riforma”. Tuttavia il ministro dell’Economia, Daniele Franco, dovrà prepararsi a spiegare perché l’Italia non ha ancora portato a termine quanto promesso.

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