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Venerdì, 29 Marzo 2024
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La Ue non ascolta l'ONU: avanti con il sostegno alla Guardia costiera libica

Confermati i programmi di formazione mentre piovono nuovi attacchi delle Nazioni unite sulla situazione in Libia

Alla faccia delle pesantissime critiche dell'ONU e per nulla turbata dall'incidente del 6 novembre in cui sono morti diversi migranti decisi a scappare alle violenze dei marinai libici, l'Europa ribadisce il suo impegno a sostegno della Guardia costiera della Libia. "Alcune sessioni di formazioni sono in corso, la seconda si sta terminando e proseguiremo queste azioni", ha affermato oggi una portavoce della Commissione Ue, Catherine Ray. "Per noi è importante formare i guardia-coste libici perchè facciano il lavoro che è il loro, cioè lottare contro i trafficanti che sono i principali responsabili della situazione terribile e scandalosa per alcuni migranti in Libia, e salvare vite nelle acque territoriali a cui sono i soli a avere accesso".

Attesi rapporti su formazione ed operato guardia costiera libica

"Proseguiremo queste azioni in cooperazione come abbiamo sempre fatto con le agenzie delle Nazioni Unite e gli Stati membri", ha aggiunto la portavoce comunitaria. Ray ha anche spiegato che un "sistema di monitoraggio" per verificare i risultati della formazione della Guardia-costiera libica è già "iniziato dalla fine dell'estate". "Si tratterà di rapporti fatti dalla Guardia costiera libica in contatto con gli esperti di Sophia (la missione Ue nel Mediterraneo, ndr), per seguire i guardia-coste che sono stati formati", ha concluso Ray senza però indicare saranno presentati o pubblicati. 

ONU torna alla carica: gravi violazioni dei diritti umani

L'inviato speciale delle Nazioni Unite in Libia, Ghassan Salamè, ha nuovamente lanciato l'allarme sulle "continue e gravi violazioni dei diritti umani in Libia", chiedendo l'intervento della comunità internazionale per ripristinare la legalità anche attraverso l'istituzione di tribunali speciali. "In Libia vi sono state grave violazioni dei diritti umani", ha affermato Salamè intervenendo al Consiglio di Sicurezza dell'Onu nella riunione presieduta dal ministro degli Esteri italiano, Angelino Alfano, "e tanti crimini non vengono puniti". Salamè, inoltre, ha indicato "tre sfide importanti" che la Libia è chiamata ad affrontare per un ritorno alla normalità: il deterioramento dell'economia, l'accesso ai beni congelati e l'impunità". 

Le parole di Salamè arrivano dopo le pesanti critiche dell'Alto commissario per i diritti umani della stessa ONU, il principe giordano Zeid Raad al-Hussein, che aveva parlato di situazione "inumana" in Libia. 

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