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Giovedì, 18 Aprile 2024
Facebook Stati Uniti d'America

"Facebook e Instagram chiuderanno in Europa"

La minaccia di Zuckerberg dopo un ordine dell'authority irlandese sulla protezione dei dati per dire basta alle violazioni della privacy e al trasferimento di dati di cittadini Ue verso gli Usa. Poi arriva la retromarcia

Facebook e Instagram chiuderanno in Europa? La minaccia è credibile visto che proviene proprio dalla società di Mark Zuckerberg, che però si prende anche la responsabilità di ritrattarla subito dopo. Ma va a installarsi all'interno della querelle infinita tra Palo Alto e l'Unione Europea sui dati personali degli utenti che vengono trasferiti negli Usa. 

"Facebook e Instagram chiuderanno in Europa"

Stavolta, scrive EuropaToday, la destinataria della minaccia è la Commissione irlandese per la protezione dei dati, l'organo regolatore al quale deve rispondere l'azienda visto che ha sede a Dublino. Quest’ultima mette in dubbio la legittimità, ai sensi delle regole comunitarie, del costante invio di dati personali dei cittadini Ue verso i server  del colosso digitale che si trovano negli Stati Uniti.  

Facebook ha contestato l’ordine preliminare emesso all'inizio di questo mese dall’authority irlandese che minaccia di impedire a Facebook di trasferire i dati europei negli Stati Uniti per motivi di privacy. Nel caso in cui le autorità irlandesi dovessero confermare la richiesta di sospensione completa del trasferimento dei dati degli utenti negli Stati Uniti, “non è chiaro come, in tali circostanze, si possa continuare a fornire i servizi Facebook e Instagram nell’Ue”, ha scritto Yvonne Cunnane, legale di Facebook in Irlanda, aggiungendo che Facebook registra 410 milioni di utenti attivi mensilmente in Europa.

Un portavoce di Facebook ha poi negato che ciò costituisse una minaccia di abbandono dell’Ue. “Facebook non minaccia di ritirarsi dall'Europa. I documenti legali depositati presso l'Alta Corte irlandese affermano la semplice realtà che Facebook, e molte altre aziende, organizzazioni e servizi, fanno affidamento sui trasferimenti di dati tra l’Ue e gli Stati Uniti per operare i loro servizi”, si legge in una nota. 

Una mancanza di trasferimenti di dati internazionali sicuri, protetti e legali danneggerebbe l'economia e ostacolerebbe la crescita delle imprese generata dai dati nell’Ue, proprio mentre lavoriamo a una ripresa dal Covid-19”, aggiunge la società. Il problema, spiega ancora EuToday, nasce perché a luglio l'Ue ha abbandonato il Privacy Shield, un controverso accordo di trasferimento dati Ue-Usa, dopo che la Corte di Giustiza ha sentenziato che non garantiva abbastanza gli europei dal rischio di poter essere sorvegliati dalle istituzioni statunitensi. I Paesi possono continuare a trasferire dati tra loro, ma devono dimostrare un livello sufficientemente elevato di riservatezza cosa che per gli Usa non sembra essere assicurata. Sulla questione interviene oggi Federico Fubini sul Corriere della Sera: 

Colpisce l'argomento usato da Yvonne Cunnane, capo della protezione del dati a Facebook. Dice che Helen Dixon, la garante irlandese della Privacy, non avrebbe diritto di decidere per tutti i Paesi europei. Ii realtà il potere di Dixon discende dal fatto che Facebook ha fatto formalmente dell'Irlanda la sede di tutte le sue transazioni immateriali effettuate in Europa. E a Dublino che trasferisce i ricavi dell'intero continente ed è lì che li fa emergere — come fossero frutto di attività irlandesi — anche se vengono dall'Italia, dalla Francia o dalla Germania.

Ovviamente questo meccanismo è stato creato dagli avvocati di Zuckerberg per ragioni fiscali, viste le aliquote effettive bassissime che gli assicurano gli accordi con il governo di Dublino. Eppure l'Irlanda non va più bene a Facebook come base europea, se quel Paese pretende anche di garantire gli utenti del continente come previsto dalle direttive in vigore. Zuckerberg vuole poter scegliere il Paese migliore per le tasse (per pagarne di meno) e quello migliore perle regole (per averne di meno). Se i due non coincidono, protesta. Ma ora sa che chi di Irlanda ferisce, di Irlanda può anche perire. 

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