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Giovedì, 25 Aprile 2024

La recensione

Giulio Zoppello

Giornalista

Ghosted su Apple Tv+ è il perfetto esempio di come non fare una action comedy

Ghosted rappresentava uno dei titoli più attesi del mese, ed anche l'ennesimo tentativo di avere un mix godibile tra action e commedia. Il presupposto era in fin dei conti quello di sempre: prendi due divi da copertina, particolarmente amati dai fan e sulla cresta dell'onda, come Chris Evans e Ana de Armas, cucigli addosso una storia fatta di spie e sentimento allegro e vedi che qualcosa succederà. Ma il risultato finale, a dispetto delle premesse e delle attese, non è soddisfacente come ci si poteva aspettare, questo a causa di una sceneggiatura alquanto zoppicante, che non riesce a far fare il giusto salto di qualità ad un film che abbraccia una sconsolante mediocrità. 

Ghosted: la trama

Per Cole (Chris Evans) la vita è alquanto noiosa e lui non fa nulla per darsi veramente una scossa. Lavora nella fattoria di famiglia, è un esperto di piante, storia, ma appare come fermo in una specie di isolamento, e da poco ha anche rotto con la sua fidanzata. Tuttavia, sulla sua strada un giorno fa la comparsa la bella Sadie (Ana de Armas), esperta d’arte, ed i due paiono essere veramente fatti l’uno per l’altra. 
L’idillio però è di breve durata, visto che la ragazza dopo un inizio travolgente, sostanzialmente fa perdere le sue tracce. Il ghosting subito però non scoraggia Cole, che la rintraccia a Londra, ma giuntovi scopre una scioccante verità: Sadie in realtà è una delle migliori agenti della CIA, con il nome in codice di Taxman e lui è finito nel bel mezzo di un'operazione contro il perfido mercante d’armi Leveque (Adrien Brody). Questi è in possesso di una valigetta al cui interno vi è Aztec, una pericolosissima arma di distruzione di massa, che fa gola a moltissimi compratori. Per aprire la valigetta serve un codice, che Leveque è sicuro essere nelle mani dell’agente Taxman, di cui però ignora l’identità. Sarà solo l’inizio per Cole e Sadie di una rocambolesca fuga in giro per il mondo, mentre cercano di sopravvivere agli scagnozzi di Leveque e contemporaneamente finiscono sempre ai ferri corti quando si passa a parlare di sentimenti. 

Un film pregiudicato da una sceneggiatura scadente

Ghosted rappresenta la terza volta assieme sul set di Chris Evans e Ana de Armas, dopo quel Knives Out che di fatto aveva sancito il definitivo trampolino di lancio per l'attrice cubana. L’anno scorso entrambi erano in the Gray Man di Netflix, anche questo un action comedy. Evans, villain nei precedenti due casi, rimette la sua solita maschera da bravo ragazzo al servizio di un personaggio che vorrebbe essere un impacciato corteggiatore un po’ fesso, ma che in realtà è uno dei protagonisti più anonimi che il genere abbia avuto da molto tempo a questa parte. Ghosted, infatti, si arrotola su sé stesso per 116 minuti senza riuscire a fare mai un decisivo colpo di coda, senza mai divertire soprattutto. Non va meglio alla de Armas, che la mediocre sceneggiatura di Rhett Reese e Paul Wernick penalizza moltissimo, rendendola una sbiadita imitazione di tante eroine action già viste. Qualcosa di sorprendente, perché Reese e Wernick ci hanno donato Zombieland, Deadpool e relativi seguiti, di certo lungi dall’essere malfatti. Poi vi era stato 6 Underground di Michael Bay, che se funzionava discretamente era soprattutto grazie alla loro capacità di dipingere personaggi semplici ma efficaci. Si erano destreggiati con l’action puro con Spiderhead e l’horror sci-fi in Life, insomma non sono i primi due che passano. Eppure, a giudicare da Ghosted, hanno subito un’involuzione davvero allarmante, perché questo film non ha assolutamente nulla di accattivante, di divertente o convincente. Non riesce neppure ad essere una parodia di Mission Impossible o della saga di 007, ad abbracciare con intensità una dimensione di decostruzione dei topoi. 

Chris Evans e la de Armas stavolta assieme non funzionano

L'action comedy è di fatto un genere tutt’altro che semplice con cui confrontarsi, e il regista Dexter Fletcher non appare molto a suo agio infatti. Ghosted è poco dinamico, poco fluido a livello di ritmo, soprattutto non riesce a rendere interessanti i suoi personaggi. Adrien Brody viene utilizzato poco e anche male, il suo villain è una semplice copia carbone di tanti super cattivi che abbiamo visto nelle saghe di 007. 
Fatto ancora più doloroso, Evans e la de Armas hanno una chimica pari a zero, con dialoghi noiosissimi, scene d’azione già viste cento volte e la sbandierata sovversione dei ruoli (e dei sessi) rispetto al cliché dell’action puro, rimane semplicemente dipinta sulle pareti. A voler essere generosi, Ghosted appare semplicemente un'operazione fotocopia di ciò che fu Red Notice su Netflix: un prodotto commerciale senz’anima. Questo a dispetto di camei divertenti ed azzeccati di Anthony Mackie, Sebastian Stan e John Cho, che per pochi minuti risollevano il tutto sbeffeggiando Jason Bourne e compagnia. Peccato però che il film si ostini a prendersi seriamente, a crederci, ad indossare i panni di un action tradizionale, cosa che non gli si addice per nulla. Siamo ben distanti dalla ciò che hanno garantito in passato film come Operation U.N.C.L.E., Innocenti Bugie, il primo Kingsman, The Nice Guys o anche solo Mr. & Mrs. Smith. Si parla di “tensione sessuale” tra i protagonisti ogni tre secondi, ma è qualcosa che non arriva mai, come non arrivano risate, allegria o anche solo leggerezza. Peccato, perché un risultato così mediocre non se lo aspettava nessuno, non da Apple Tv+. 

Voto: 5

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