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Giovedì, 28 Marzo 2024
Film al Cinema

Checco Zalone razzista? Lui replica: "Pensarlo è una stupidaggine"

L'intervista dopo le polemiche e le accuse di razzismo: "Basta con la dittatura del politicamente corretto"

Il video con cui Checco Zalone ha lanciato il suo prossimo film, Tolo Tolo, ha suscitato molte polemiche. In un'intervista al Corriere della Sera con Aldo Cazzullo, Zalone ha replicato alle accuse. Sempre con la solita ironia dissacrante, frasi che iniziano serie e finisco per essere battute e momenti di sincerità, Zalone dice la sua. Hanno detto di lei che è diventato razzista, chiede Aldo Cazzullo. "Escludo che qualcuno possa essere così stupido da pensarlo davvero. Non sono razzista neanche verso i salentini, che per noi baresi sono i veri terroni", risponde Zalone, scherzando poi anche sulla rivalità con i foggiani.

Checco Zalone, ecco il singolo 'Immigrato' (VIDEO) 

"Purtroppo non si può dire più nulla. Se riproponessi certe imitazioni di dieci anni fa, tipo quella di Giuliano dei Negramaro, mi arresterebbero. Oggi non potrei scherzare come facevo, che so, su Tiziano Ferro, o sugli uominisessuali", dice Zalone, il cui bersaglio non erano ovviamente gli omosessuali ma chi li scherniva. "È evidente; anche se forse non a tutti. L’unica cosa atroce qui è la psicosi del politicamente corretto. C’è sempre qualche comunità, o qualche gruppo di interesse, che si offende".

Checco Zalone al cinema con Tolo Tolo

Zalone poi continua, sempre tra il serio e il faceto, rispondendo alle domande sul suo orientamento politico, da Renzi a Berlusconi, dai comunisti ai fascisti, fino a Salvini oggi, per poi parlare del suo film, "la storia di un italiano scappato in Africa, inseguito dai debiti. Nel Paese scoppia una guerra civile. E lui tenta di rientrare in patria, unico bianco tra i profughi". Un film "che può cambiare il sentimento degli italiani verso i migranti", dice Cazzullo, mentre Zalone replica: "Non cambierà nulla, né ho questa ambizione. Però è stato un’esperienza straordinaria. Abbiamo girato in Kenya, in Marocco, a Malta, dove abbiamo ricreato i campi di detenzione libici. Venti settimane di lavoro durissimo".

Zalone si fa serio quando ricorda la zia Lina ("Ha fatto la poliziotta. L'ho stimata tantissimo. Mi ha insegnato cos’è il senso dello Stato, del bene comune. Dopo il terremoto la mandarono in Friuli. Ha chiuso la carriera come vicequestore. È stata lei a farmi studiare) e l'amore per la sua Mariangela, madre delle sue due bimbe Gaia e Greta.  

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