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Giovedì, 25 Aprile 2024
Film al Cinema

“Italia 1982, una storia azzurra”: a 40 anni dal trionfo il film-racconto dei protagonisti

A 40 anni dalla vittoria ai mondiali di Spagna del 1982 i campioni azzurri raccontano quell’impresa indimenticabile nel documentario in sala l’11, 12 e 13 luglio

“Campioni del mondo! Campioni del mondo! Campioni del mondo!”. Fa ancora venire i brividi quel grido liberatorio di Nando Martellini, a distanza di 40 anni dalla notte del Bernabeu. Era l’11 luglio del 1982 e un’Italia su cui nessuno avrebbe puntato un centesimo all’inizio del torneo, alzava invece al cielo la Coppa del Mondo. In occasione dell’anniversario di un evento indimenticabile della storia recente del paese esce nelle sale dall’ 11 luglio al 13 luglio “Italia 1982, una storia azzurra” prodotto da Simona Ercolani Stand By Me e Vision Distribution in collaborazione con Sky, per la regia di Coralla Ciccolini. Protagonisti del racconto inedito di un’impresa epica sono alcuni dei ragazzi che portarono l’Italia in cima al mondo guidati da Enzo Bearzot: Dino Zoff, Marco Tardelli, Bruno Conti, Fulvio Collovati, Claudio Gentile, Beppe Dossena, Beppe Bergomi e Franco Selvaggi.

Italia 1982, una storia azzurra e un’avventura epica

 “Senza gloria”, “stucchevole, deprimente, a tratti penosa” “umiliante”, sono questi alcuni degli aggettivi utilizzati dalla stampa sportiva italiana per descrivere le prestazioni dei ragazzi di Bearzot durante la prima fase del Mondiale di Spagna. E parte da qui il documentario “Italia 1982, una storia azzurra”: dalla sfiducia,dalla bocciatura senza appello, dalle critiche impietose che piovvero addosso agli azzurri che, di lì a poco, saranno invece capaci di fare quadrato e regalare a tutto il paese un trionfo indimenticabile che, per il suo significato simbolico, andò ben oltre l’alloro sportivo. Siamo nella calda estate del 1982 e l’Italia è un paese stremato: ha vissuto e vive terrorismo, attentati, crisi economica, instabilità politica e sociale, disastri naturali e terremoti devastanti che mettono in ginocchio interi territori: il Paese è chiuso e depresso.

La sera si ha paura di uscire, i soldi che girano sono pochi, il tasso di disoccupazione è ancora alto, molti giovani si sono persi tra estremismo ed eroina, i governi cadono, le coalizioni più improbabili sono sempre più allargate e deboli e per vedere il benessere che tornerà a gonfiare le tasche di tanti negli anni ’80 bisogna aspettare ancora un paio d’anni. E’ in questo contesto, ancora confuso e scoraggiato, che arriva un miracolo su cui nessuno avrebbe.

Un miracolo che l’11 luglio del 1982 farà riversare per le strade di ogni città, ogni paese, ogni borgo d’Italia centinaia di migliaia di persone unite in un urlo che è insieme gioia, orgoglio e rivalsa. Prima di quella notte però la strada è piuttosto lunga e all’inizio del film diretto da Coralla Ciccolini siamo davanti a un pugno di giovani scelti da un allenatore non troppo amato che, secondo la stampa, farà pochissima strada. A raccontarlo nel documentario, con un filo di amarezza mista al grande orgoglio di aver ribaltato ogni pronostico di quei giorni in cui ‘avevamo tutti contro’, sono proprio coloro che il miracolo inaspettato alla fine l’hanno compiuto, i campioni del mondo di 40 anni fa, ma anche, a fare a volte da contraltare, a volte da coro, come allora, alcuni dei giornalisti che quel miracolo lo hanno vissuto e, alla fine, riconosciuto e raccontato. Attraverso le parole dei protagonisti e un enorme lavoro di montaggio di immagini d’epoca ritorniamo a quell’estate e seguiamo gli azzurri dal ritiro di Alassio fino al deludente esordio al mundial.

Li vediamo lavorare a testa bassa e, alla fine, proteggersi dalle critiche scegliendo la strada altrettanto odiosa del silenzio stampa, ritroviamo quella dialettica a muso duro tra la squadra, un allenatore piuttosto caratteroso o ‘fumantino’ (parola di Cinzia Bearzot, la figlia del ct) e i cronisti e il chiudersi della squadra all’esterno per cementificare invece lo spirito di gruppo interno, la vera chiave della vittoria finale.

Il trailer del film Italia 1982, una storia azzurra

Campioni del mondo! Campioni del mondo! Campioni del Mondo!

Il film è ‘corale’, come del tutto ‘corale’ fu la vittoria di Spagna ’82. Ancora oggi gli ex ragazzi del Mundial si emozionano raccontando quei giorni, le loro emozioni, le storie dietro la conquista di quella coppa. Ancora oggi, si sentono gruppo. Dopo la difficile fase di qualificazione strappata a fatica al Camerun, il documentario ci accompagna nell’incredibile cavalcata verso il trionfo, e ogni partita ha uno o più protagonisti che spiccano. La corsa verso la coppa inizia con il girone a tre che vide gli azzurri confrontarsi prima con l’Argentina di un Maradona al suo massimo e poi con la squadra più forte del mondo e, senza dubbio, una delle migliori formazioni della storia del calcio: il Brasile di Zico, Socrates, Falcao, Junior e via elencando monumenti.

Alla vigilia della prima partita del girone, quella con l’Argentina, i giornali titolarono: “L’Italia torna a casa il 3 luglio (data del match ndr)”. E invece non andò così, anche perché Claudio Gentile si attaccò alle calcagna di Maradona togliendogli ogni spazio. Eppure nemmeno quella vittoria inaspettata mise a tacere del tutto le critiche che si concentrarono sul centravanti che non aveva segnato neanche un gol: quel tale Paolo Rossi, rientrato dopo due anni di squalifica, così disabituato al ritmo partita e che rappresentava la più insensata tra tutte le scelte di Bearzot che, oltretutto, si ostinava a schierarlo dal primo minuto.

Quando Paolo Rossi stese con una tripletta la più grande squadra del mondo, finalmente, l’Italia tutta iniziò a crederci. E ci credeva non solo per i gol di Rossi che, alla fine, fu capocannoniere del torneo, ma per le discese furiose di Bruno Conti e per le parate decisive del ‘vecchio’ Dino Zoff. Ci credeva per il gruppo, e fu allora che gli azzurri ingranarono la marcia e arrivarono dove sapevano, ormai, che sarebbero potuti arrivare: al Santiago Bernabeu, ad alzare la coppa dopo aver sconfitto la Germania Ovest di Kalle Rummenigge. A quarant’anni dal quel grido liberatorio: “Campioni del mondo! Campioni del mondo! Campioni del Mondo!”, per chi ricorda la gioia e la festa infinita di quella notte di caroselli e canti sarà impossibile non risentire un brivido e non emozionarsi.

Per chi non c’era invece, “Italia 1982, una storia azzurra” sarà la scoperta di un momento unico, in cui la vittoria del calcio divenne la vittoria del paese simboleggiata da quell’esultanza scomposta e molto poco istituzionale del presidente Pertini, primo tifoso in tribuna. Un film da vedere quindi, per ricordare, conoscere e tornare ad emozionarsi con un episodio della nostra storia recente che fu qualcosa in più di un trionfo sportivo.

Voto: 6,5

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