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Venerdì, 29 Marzo 2024
Dopo le accuse / Torino

Kevin Spacey premiato a Torino: "Il Museo del Cinema ha avuto le palle di invitarmi"

La prima uscita pubblica per la star di Hollywood dopo il coinvolgimento nel caso di presunte molestie sessuali. Premiato da Vittorio Sgarbi

È Kevin Spacey la nuova Stella della Mole: lunedì 16 gennaio, il due volte premio Oscar, per American Beauty e I soliti sospetti, è stato omaggiato al Museo Nazionale del Cinema di Torino. A fare gli onori di casa è stato il presidente del Museo nazionale del cinema, Enzo Ghigo, che ha consegnato il prestigioso riconoscimento insieme a Vittorio Sgarbi, sottosegretario  del Ministero della Cultura (Mic). 

"Il cinema coincide con la vita, mentre la grande arte del passato manteneva una distanza tra sé stessa e la realtà. Quindi non posso che compiacermi nel dare un premio, la mia fiducia e considerazione a un artista che ha fatto coincidere le due cose. È bello che in un momento di difficoltà della sua carriera, Franco Nero abbia concesso una parte a Kevin Spacey in un suo film. Gli attori vivono del cinema che li rende immortali. L’uomo è mortale, mentre l’attore che stiamo per premiare è immortale e vivrà per l’eternità nei suoi film che continueremo a vedere per il tempo che ci verrà concesso di vivere", ha sottolineato Vittorio Sgarbi.

Si tratta della sua prima uscita pubblica di Kevin Spacey dopo l'assoluzione negli Stati Uniti dalle accuse di molestie, ma ha altri procedimenti attualmente in corso sempre per molestie sessuali. "Ho avuto la fortuna di girare per 40 anni cinema, ricevendo in cambio solo gentilezza e apprezzamento. Oggi, premiando me, premiate tutte le persone che hanno reso possibile questa mia carriera", ha detto in apertura del suo discorso. Poi, ha tirato una vera e propria bordata: "Il Museo del Cinema ha avuto 'le palle' (detto in italiano, ndr) di invitarmi per ricevere questo premio".

Spacey si è successivamente commosso mentre ringraziava il manager Evan Lowenstein che non gli ha mai fatto mancare il suo sostegno, spronandolo nei momenti più difficili. Kevin Spacey ha poi tenuto un'attesissima Masterclass durante la quale sono state revocate le tappe più importanti della sua carriera, con i personaggi più conosciuti dal pubblico, da  Keyzer Söze a John Doe, passando per Jack Vincennes, Lester Burnham, Mel Profitt e Lex Luthor.

 "Quello che si vede nei media non è la vita vera, non mi sto riappropriando della vita pubblica perché non l'ho mai lasciata", ha aggiunto. "Sarò grato per tutta la vita a Franco Nero per avermi fatto tornare sul set, per avermi offerto un film quando tutti gli altri avevano paura. Il ruolo non ha importanza, importante è il suo gesto, quello che ha fatto in un momento particolare per la mia vita. Mi ha chiamato e mi ha detto 'indipendentemente da tutto' voglio che tu sia nel film e questo non solo come persona ma come attore ha significato moltissimo", ha detto ancora l'attore parlando del primo ruolo che lo ha riportato sul set, L'uomo che disegnò Dio, seconda regia di Nero.

In sua difesa era già intervenuto anche Vittorio Sgarbi in una intervista all'Ansa: "Quelle di questi giorni sono polemiche davvero inutili. Non è stato giudicato colpevole e nel processo intentato dal collega Anthony Rapp non è che in cambio della propria disponibilità sessuale volesse una parte in un film di Spacey, non c'era servitù di potere per fare carriera, come per il #MeToo. Luxuria mi ha scritto e come lei altri del mondo gay dicendosi d'accordo con me. Mi sento più tranquillo con l'appoggio di queste posizioni". 

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