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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cinema

"Le favolose": cinque amiche trans in un colorato (e tenero) elogio della libertà

Nei cinema italiani il 5, 6 e 7 settembre. Nel cast troviamo nomi importanti del movimento trans, da Porpora Marcasciano a Nicole De Leo

Una celebrazione della libertà, della capacità di sognare, della determinazione a vivere una vita come la si desidera pur affrontando battaglie e dolori, attraverso una piccola grande vicenda che mette al centro la sorellanza di un gruppo di storiche attiviste trans. E’l’impressione che ha lo spettatore davanti a “Le favolose”, il nuovo film di Roberta Torre prodotto da Stemal Entertainment, Faber Produzioni con Rai Cinema, prodotto da Donatella Palermo, è il titolo che ha aperto le Notti Veneziane, e sarà nei cinema italiani il 5, 6 e 7 settembre con Europictures. Nel cast troviamo nomi importanti del movimento trans, da Porpora Marcasciano a Nicole De Leo, e Sophia Mehiel, Veeth Sandeh, Mizia Ciulini, Massimina Lizzeri, Mina Serrano.

Le Favolose, la trama

Un passato condiviso, un lutto doloroso seguito da una vera e propria offesa a un’amica comune, le ultime volontà di lei, un sogno e una presenza che ancora aleggia inquieta e che chiede aiuto alle amiche di sempre per poter essere ‘liberata’. 

E’ questa la base di partenza de “Le Favolose”, il nuovo film di Roberta Torre che anche con questa storia autentica, tenera, piccola e potente non delude chi già la ama e la segue. Qui la forma è quella ruvida e diretta del documentario. e al centro della vicenda ci sono sei favolose amiche trans, realmente protagoniste del movimento italiano. Porpora Marcasciano è forse l’attivista più conosciuta e la decana del movimento per i diritti trans, “una ribelle, irriducibile sognatrice”, come si presenta lei stessa,  che sin dagli anni ’70 mette faccia e corpo a disposizione delle lotte per i diritti civili. Il film parte da lei, da un sogno in cui le si presenta l’amica Antonia, brutalmente assassinata molti anni prima, che le chiede di occuparsi di un vestito, il più bello che aveva indossato in vita. Porpora condivide questo sogno con l’amica di sempre Nicole De Leo, attrice e anche lei volto noto dell’attivismo trans che, a quel punto, rivela di aver ricevuto da Antonia una lettera con le sue ultime volontà, in cui c’è una richiesta per tutte e un pensiero per ognuna delle amiche che hanno condiviso con lei una vita ‘non conforme’. 

Oltre a Porpora e a Nicole, si riuniranno nella casa che in passato le ha viste condividere giornate, tra gioie e dolori, anche Sophia Mehiel, la più giovane del gruppo  detta la Papessa, Veeth Sandeh siciliana di origine e attivista torinese che fa del suo corpo un atto politico, Mizia Ciulini, ‘una terra di mezzo da sempre’, di professione musicista, e poi Massimina Lizzeri ‘la regina della festa’ .La ‘famiglia reale’ delle trans si ritroverà così dopo anni a ripercorre esperienze spesso molto dure, e per tentare un ultimo contatto con Antonia (Mina Serrano). Il fine di Porpora è infatti averle tutte insieme intorno a un tavolo per una seduta spiritica che evochi l’amica e la liberi dal grande dolore che ancora la fa soffrire per essere stata seppellita dalla famiglia vestita da uomo e sotto il nome maschile di Giampaolo. Solo le sue favolose amiche possono comprendere quale offesa sia alla dignità e all’esperienza umana di chi ha messo al primo posto la rivendicazione difficile ma convinta della propria identità, pagando questa scelta a carissimo prezzo. Solo loro, come già successo in vita, possono aiutarla.

Le favolose, una storia di lotte e sorellanza trans

Al centro della storia che Roberta Torre con la sensibilità e vivacità stilistica racconta ne “Le favolose” c’è una forma di violenza che, dopo quelle subite in vita, spesso pesa al momento della morte sulle persone trans. Quando le famiglie seppelliscono quei corpi che hanno combattuto per essere quello che sentono di essere, e anche per indossare gonne, camicette e lustrini, in un rigido completo da uomo; quando decidono di farli riposare sotto una lapide che riporta un nome che non li rispecchiava, mettono in atto l’estrema prepotenza, l’estremo atto di negazione dell’identità. Il film immagina il dolore di chi per quella identità ha combattuto tutta la vita, e che quella prepotenza la subisce anche in morte. A chi può mai chiedere aiuto un’anima così offesa? 

Come in vita, anche dopo, le uniche persone che possono capire e aiutare Antonia sono le sue ‘sorelle’ di vita non conforme, tutte passate da esperienze diverse ma simili, in nome della rivendicazione di se stesse. Una delle forze di questo film è di certo la potenza della testimonianza di vissuti reali, complicati eppure testardi nel seguire la propria strada e gioiosi in mezzo a tante difficoltà. Le protagoniste sono autentiche e ci portano nel loro mondo accompagnandoci in un caleidoscopio di emozioni e situazioni che affiancano violenza e orgoglio, miseria e abbondanza, amicizia e rivalità, soprusi e resistenza. Tante storie cucite insieme da un vissuto comune, ma anche da una regia delicata e immaginifica, che ha il suo apice nel momento della liberazione del dolore di Antonia. Una celebrazione di quello che era lei e di quello che sono “Le favolose”, un rito gioioso, affettuoso e complice, capace di tirare fuori tanta bellezza e tanti colori, tutti quelli possibili, da un mondo che rifiuta il bianco e nero e ci invita a guardare oltre.

Voto: 7

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