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Mercoledì, 22 Marzo 2023
Film al Cinema

Romantiche, le donne di Pilar Foglati sono esilaranti

Esce nei cinema il 23 febbraio il film interpretato, diretto e scritto con Giovanni Veronesi e Giovanni Nasta

Quattro donne, quattro caratteri diversi e quattro luoghi geografici e dell’anima raccontati da un’unica attrice, capace di cogliere tic e manie della sua generazione e farne un film davvero divertente. Romantiche, interpretato e diretto da Pilar Fogliati, che lo ha anche scritto insieme a Giovanni Veronesi e Giovanni Nasta, prodotto da Indiana e Vision Distribution, esce nei cinema il 23 febbraio. All’autrice vanno i ruoli delle quattro protagoniste: Eugenia Praticò l’aspirante sceneggiatrice, l’aristocratica Uvetta Budini di Raso, la provinciale Michela Trezza e la bulletta di Roma Nord Tazia De Tiberis. Nel cast anche una sempre luminosa Barbora Bobulova che interpreta l’analista delle quattro protagoniste, Diane Fleri, che è la mentore che infrange i sogni di Eugenia, Rodolfo Laganà il panettiere ‘capo’ di Uvetta e anche il bonario suocero di Michela, e poi Giovanni Toscano, Ibrahim Keshk, Emanuele Propizio, Giovanni Anzaldo, Edoardo Purgatori. In un cameo appare anche Levante, autrice della colonna sonora originale.

Romantiche, la trama

Quattro quadri che compongono un mosaico colorato, fresco e realistico. La prima storia vede protagonista Eugenia, aspirante sceneggiatrice ‘di successo di nicchia’ che, fuggita da Palermo, tenta la fortuna a Roma, piantandosi al Pigneto e cercando di entrare nel mondo del cinema frequentando workshop, corsi, accademie e appioppando una copia della sua opera ‘Olio su mela’ a chiunque incroci la sua strada. Purtroppo però l’entusiasmo non basterà a superare delusioni e difficoltà e i suoi sogni rischieranno di essere spazzati via dal giudizio di una nota intellettuale. La seconda, esilarante, storia, vede protagonista Uvetta, rampolla di una famiglia aristocratica un po’ decaduta, che passa le sue giornate nell’ozio più totale, tra la tenuta di famiglia, il palazzo in centro storico e i mille viaggi su e giù per il mondo. Uvetta all’improvviso scopre la sua vocazione, fare qualcosa con le mani, che poi diventa ‘fare il pane’ e si butta in un’avventura mai tentata prima: lavorare. Un’esperienza che cambierà per sempre la sua vita. Michela invece è un ‘fiore di provincia’. Passa la sua tranquilla esistenza lì dove è nata e cresciuta, a Guidonia, paesone dell’hinterland romano dove lavora nel negozio di calzature di famiglia ed è impegnata a organizzare le imminenti nozze con il fidanzato storico. Il suo tran tran verrà sconvolto da un ritorno ‘dal passato’ che metterà in discussione il suo modo di vedere la vita e i suoi progetti. Infine Tazia, quella che con un termine comprensibile in tutta Italia chiameremmo ‘pariolina’, la tipica bulletta di Roma nord che vive le sue giornate nella competizione e nella necessità di controllo e dominio, nel suo bel regno di Collina Fleming. Anche lei ha un fidanzato storico, ovviamente romanordino doc, e anche lei sarà messa di fronte a uno sconvolgimento capace di farle crollare le tante certezze che sembra avere.

Romantiche, una galleria di caratteri per un film che va oltre le macchiette

Quanto è difficile incastrare quattro storie, incentrate su quattro personaggi e i loro quattro caratteri e quattro ambienti diversi, senza cadere nel macchiettistico? Molto. Ma è un’impresa che a Pilar Fogliati riesce. L’esordio alla regia dell’attrice, nella sua scelta di fare un film con quattro protagoniste diverse, tutte interpretate da lei e tutte calate nell’universo di Roma e dintorni, non può che rimandare la mente a un fregolismo che nella storia del cinema recente ha il suo punto di riferimento negli esordi cinematografici di un altro autore che si è fatto ispirare dalla città e dai suoi caratteri, ovvero il primo Carlo Verdone, quello di Un sacco bello. Pilar Fogliati fa sicuramente sua quella lezione e la reinterpreta nel migliore dei modi. Romantiche non risulta solo una galleria di esilaranti ritratti di giovani donne, è piuttosto un mosaico composto da quattro storie che sono ognuna un mini-film ben scritto e ben sviluppato. Tutte e quattro le protagoniste, immerse ognuna in un ambiente diverso, partono con delle certezze che la vicenda poi metterà in discussione o addirittura ribalterà del tutto. D’altronde “Finché non ci sbatti la testa” è il sottotitolo perfetto per queste quattro storie che, a loro modo, parlano di crescita e maturazione della generazione delle trentenni del 2023, alle prese con possibilità, ostacoli e incertezze.

Lo sguardo di Pilar Fogliati non è solo ironico e capace di far ridere il pubblico praticamente per tutta la durata del film, attraverso scambi di battute, dettagli ambientali, situazioni allo stesso tempo realistiche e paradossali, ma anche carico di affetto per le quattro coetanee un po’ ‘impicciate’ ma pronte comunque ad affrontare i loro percorsi a testa alta, alla ricerca del loro posto nel mondo.

Il risultato è un film molto divertente, equilibrato in ogni sua parte, ma anche realistico e sincero nel modo di raccontare le millennials e la loro realtà.

Voto:7,5

La locandina -8

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