"Un bel mattino" al cinema: come drammi attesi e amori inaspettati convivono nella quotidianità
In uscita il prossimo 12 gennaio 2023, il film di Mia Hansen-Løve presentato alla Quinzaine di Cannes 75 vede la protagonista Léa Seydoux alle prese con ostacoli e opportunità della vita
Ormai quasi un habitué del Festival, Mia Hansen-Løve torna a Cannes in occasione della 75esima edizione della rassegna con Un bel mattino, presentato nella Quinzaine des Réalisateurs, la sezione nella quale esordì nel 2007. Trascinato dalla protagonista interpretata da Léa Seydoux, il nuovo film offre uno sguardo semplice ma mai banale sull’intrecciarsi di drammi familiari inevitabili e rinascite sentimentali nella vita di tutti i giorni. Dopo il più “teorico” Sull’isola di Bergman, dunque, un parziale ritorno alle origini per la regista francese, con una pellicola che arriverà nelle sale italiane il prossimo 12 gennaio 2023.
Un bel mattino, la trama del film
Sandra è una giovane madre single, vedova da cinque anni, e la sua vita è inevitabilmente e quasi completamente dedicata alla famiglia. Quando non lavora come traduttrice, infatti, deve crescere la propria figlia e prendersi cura del padre malato, colpito da una grave malattia degenerativa che giorno dopo giorno lo consuma e riduce la sua indipendenza. Quando le cure necessarie diventano troppe, per Sandra e la sua famiglia inizia la dolorosa fase di ricerca di un ricovero decoroso per il padre, trasferito in varie case di riposo dove l’irreversibile demenza continua ad annebbiare la sua memoria e i suoi ricordi. Accanto al dolore per un genitore che la dimentica, però, Sandra scopre dentro di sé la rinascita dell’amore quando si riavvicina a Clément, un vecchio amico astrofisico (o cosmo-chimico, come preferisce essere definito) che non vedeva da molto tempo. Anche la passione, tuttavia, deve scontrarsi con gli ostacoli della vita e di una storia clandestina con un uomo sposato.
Il trailer
La quotidianità del dolore
Con Un bel mattino, come anticipato, per Mia Hansen-Løve si tratta di un parziale “passo indietro”. Probabilmente volontario, visto lo scarso entusiasmo della critica per Sull’isola di Bergman, presentato sempre al Festival di Cannes nel 2021. L’ottavo lungometraggio della regista francese abbandona infatti le sfumature più “teoriche” per tornare a Parigi e alla quotidianità.
Un bel mattino è infatti un film sulla quotidianità del dolore, ma anche sulla semplicità con cui nascono nuovi sentimenti, che fanno quasi da contrappeso emotivo. Dolori e passioni colpiscono tutti e tutti i giorni; il grande pregio di Un beau matin è forse proprio quello di non trattare la sua protagonista – una Léa Seydoux sempre più convincente e “coinvolgente” – come un’eroina. Non c’è affatto bisogno di eroismo per affrontare la vita e tutto ciò che si presenta: si tratta di grandi ostacoli che colpiscono persone normali. La forza di Sandra sta piuttosto nell’accettare – non senza lacrime, ma sempre a testa alta – che i rapporti umani vanno e vengono. A un padre che si dimentica di lei corrisponde, quasi casualmente, una nuova energia vitale: un uomo se ne va e un altro arriva, e in queste montagne russe emotive la donna non alza mai bandiera bianca, accettando la vita.
Il nuovo film di Mia Hansen-Løve si costruisce così su questi due binari, paralleli quanto opposti, opprimente uno, vitale l’altro: la malattia degenerativa del padre (ex insegnante di filosofia affetto dalla Sindrome di Benson, a colpire proprio il pensiero, che era il suo lavoro e la sua passione) e la riscoperta dell’amore vero, per giunta arrivato all’improvviso. Nel raccontarli c’è tanta sensibilità ma anche semplicità, necessaria per parlare di quella che – con le sue mille difficoltà – è, come detto, quotidianità. Ostacoli e dolori sono normali e si muovono in una classica Parigi borghese (quasi immancabile per la cineasta), dove quindi non serve scadere nel drammatico o nel lezioso, e il tutto senza mai essere troppo approssimativi. Tra gioie e dolori Sandra aspetta semplicemente di alzarsi “un bel mattino”, il titolo di un racconto che il padre non è nemmeno riuscito a finire.
Voto: 7