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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Redazione

Dai, Dc, è la volta buona: dacci le serie tv dal mondo di The Batman

Titoli di testa, voce fuori campo. “Parafrasando Shakespeare: ci sono più film e serie tv sui supereroi, Orazio, di quante ne sogni la tua filosofia”. Stacco netto, interno, montaggio serratissimo come nel King Arthur di Guy Ritchie. E via, un costume dopo l'altro. Da Superman a Spiderman, da Batman a She-Hulk. Pausa: Avengers: Endgame . E si riparte: dagli X-Men ai Fantastic Four, da Watchmen a Ms. Marvel, da Hawkeye a Thor.  Pausa di nuovo: Batman: The Dark Knight. E via di nuovo: da Loki a Venom, da Ghost Rider a WandaVision.

Stacco netto. Esterno, notte. Tizi truccati, passi nell'ombra. Ingresso in scena. Botte. Prima e unica frase detta con il costume addosso, mentre pesta a sangue il più sbruffone dei tizi: I'm Vengeance. Sono vendetta. E giù legnate a tutti gli altri.

Il The Batman 'anno due' di Matt Reeves e Robert Pattinson (l'ultima pellicola sul Cavaliere oscuro in ordine in tempo, uscita in sala il 3 marzo), oltre a essere da applausi, è un'occasione più unica che rara per sistemare il mondo del pipistrello. Perché aggiunge un protagonista, più oscuro del Crociato incappucciato: Gotham. Una città che genera mostri.

L'humus perfetto per far ripartire 'da zero' Batman sul piccolo schermo. Intanto perché c'è un 'anno uno' da raccontare (il film entra diretto nel secondo anno di attività di Bruce Wayne come vendicatore, non paladino, della città). E poi perché, in perfetto stile con la storia editoriale del personaggio, è una detective story (per la cronaca: Batman ha visto al luce nelle pubblicazioni Detective Comics, sorpresa).

Da questo ai rumor delle serie su Arkham e sull'ascesa del Pinguino (Colin Farrell deve assolutamente interpretarlo, non si ammettono alternative. Guardate The Batman in lingua originale, ripetetevi in testa le frasi che dice e capirete) il passo non solo è breve, ma è logicamente ineluttabile (come si è autodefinito Thanos, il super cattivo del primo grande ciclo cinematografico dell'avversaria di sempre della Dc, la Marvel. Spoiler omaggio per un po' di ironia: Thanos alla fine perde, i buoni vincono. Quindi: ineluttabile? Così e così, via).

L'elseworld di The Batman – cioè il mondo alternativo – permette di ricominciare, spiegare e raccontare perché Gotham giace sul fondo del baratro, perché un tizio qualunque è finito per vendicare la città con le bombe, perché il 'principe' della stessa città indossa un costume da pipistrello e pesta a mani nude i criminali, perché la mafia si è mangiata tutto, perché Gordon è uno dei pochi poliziotti onesti, perché il Joker (geniale il tagliare la scena e pubblicarla solo come contenuto successivo e di 'approfondimento') è già dietro le sbarre di Arkham e se la ride, e via elencando.

E ancora. L'elseworld ci regala anche altre cose. L'amnistia e la redenzione di tutti i mali per le serie derivate e/o parallele prodotte fino ad oggi, tanto per cominciare. Oppure l'opportunità di procedere organicamente tra film al cinema e serie tv (chi è che lo fa già da tempo?), dal principio.

E, in omaggio, una gustosa opzione: osare. Introdurre personaggi nuovi, che non abbiano visto le pagine di un fumetto come culla (Watchmen, ma la miniserie uscita nel 2019 e firmata da Damon Lindelof. Suona qualcosa?) . Perché no? Ogni mondo ha le sue regole. E i conti si fanno alla fine, quando un manipolo di eroi lo salva dall'annichilimento. 

Dai, Dc, è la volta buona: dacci le serie tv dal mondo di The Batman

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