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Giovedì, 28 Marzo 2024
Film e Serie Tv

Mare Fuori, dietro le quinte con Ivan Silvestrini: "La scena più difficile con Rosa Ricci, il rapporto con i ragazzi è magico"

Il regista della seconda e terza stagione ci porta nel backstage della serie fenomeno del momento

Oltre 100 milioni di visualizzazioni su RayPlay, per un totale di 45 milioni di ore viste. Il successo di Mare Fuori, serie tv che dalla Rai è giunta su Netlix, parla con numeri da capogiro.  

La storia (ma forse non c’è nemmeno bisogno di dirlo) è quella di alcuni giovani detenuti di un carcere minorile di Napoli, tra le promesse di oro e di sangue della camorra e il desiderio, faticosamente umano, di un riscatto di vita. Una storia che ha letteralmente conquistato telespettatori e utenti, tra illegalità, incoscienza e colpi di scena, in un’onda (giusto per restare in tema) positiva e in continua crescita. Tra apparizioni televisive (non da ultimo, quella di Sanremo), brani musicali creati ad hoc e veri e propri talenti nel cast, "Mare Fuori" è indubbiamente la serie tv del momento.

Incontriamo Ivan Silvestrini, il regista che dalla seconda stagione sta guidando tutto il cast nelle riprese di quello che è un vero e proprio capolavoro italiano.

Ivan, che momento è per te? Vi aspettavate tutto questo successo?

"Abbiamo iniziato a percepirlo durante le riprese della terza stagione, e piano piano è diventato qualcosa di estremamente tangibile. In quel periodo, quando eravamo tutti a Napoli a girare, eravamo letteralmente accolti, ogni giorno, dalle persone che raggiungevano la Marina Militare (che nella serie ospita l’Istituto Penitenziario Minorile di Nisida); ogni giorno arrivavano almeno 100, se non 150 persone da tutta Italia, che attendevano l’uscita degli attori, anche per ore. Era qualcosa di incredibile, è come se ogni giorno si creasse un vero gruppo di fan che erano lì per noi, per incoraggiarci e salutarci. Quando succede questo, significa che il lavoro che fai viene percepito e compreso dal pubblico, significa che c’è attesa, e non è per nulla scontato".

Ivan Silvestrini con Matteo Paolillo. Ph.Sabrina Cirillo-2

La consideri un’eccezione?

"Sicuramente a volte, nel mio lavoro, ti poni il problema di intercettare correttamente il pubblico, qui invece gli spettatori attendono con ansia ogni puntata, ogni ripresa. Ti confesso che sui social sono bombardato dai messaggi degli utenti che mi chiedono qualche spoiler, c’è davvero un’attesa incredibile".

Della serie “dillo solo a me che non lo dico a nessuno”.

"(Ride,ndr) Esattamente, ma qualcosa mi dice che non andrebbe proprio così!"

Sei arrivato all’inizio della seconda stagione, prendendo il testimone di Carmine Elia, il regista della prima stagione. Come è stato il tuo “ingresso in società”, con la maggior parte del cast già selezionato?

"Quando sono entrato nella squadra ho trascorso molto tempo con i ragazzi, ho anche portato dei giochi da tavola per fare team building, creando subito un dialogo con tutti i componenti. Volevo conoscerli, scoprire le loro storie. Devo dire che anche con gli attori più giovani mi sono trovato benissimo: parlavamo, e parliamo, di qualsiasi argomento, c’è una grande apertura e una disponibilità al confronto che non ha nulla da invidiare a quella di un attore più maturo".

Ivan Silvestrini nel backstage. Ph. Sabrina Cirillo-3

"Mare Fuori" racconta un mondo di illegalità, di difficoltà e, a tratti, anche di ferocia, con scene violente di risse o di scontri. Che tipo di reazione avete ricevuto da parte del pubblico?

"Qualcuno, non ti nascondo, ci ha fatto notare che c'erano delle scene troppo forti, come per esempio l’assalto al Pronto Soccorso. Io cerco sempre di rispondere personalmente, attraverso il mio profilo sui social, a chi me lo fa notare, ma mi auguro che i telespettatori possano sviluppare un senso critico, oggettivo, di che cosa sia giusto o sbagliato. Mare Fuori è una serie che inevitabilmente, per i temi che tratta e per il contesto in cui è ambientata, racconta una realtà difficile, a volte scomoda, e non sempre di riscatto. Il pubblico deve trarre le sue conclusioni in modo critico, noi con il nostro lavoro possiamo guidarlo, indirizzarlo. Ma è una realtà che esiste e che non possiamo ignorare".

La realtà difficile prende vita attraverso delle scene molto forti, in tutte e tre le stagioni. Qual è stata la ripresa più difficile da girare nella terza stagione?

"Bella domanda! Considera che le scene erano davvero tante e il tempo per riprendere era davvero poco, ho cercato di trasformare in stile questa necessità, girando spesso scene con inquadrature molto lunghe, complesse. E’ uno stile cinematografico più che televisivo, che il pubblico, però, ha apprezzato. Sicuramente, per rispondere alla tua domanda, il finale dell’episodio 6 è stato complicatissimo, uno dei più complessi della mia carriera. Eravamo sul terrazzo: la corsa di Rosa Ricci (interpretata da Maria Esposito) sul cornicione è stata estremamente difficile, c’era un sole fortissimo, in esterna io dovevo organizzare le riprese sempre contro luce, ci siamo ritrovati con tutta la troupe a inseguire letteralmente il sole per due giorni consecutivi".

Ivan Silvestrini durante le riprese - Ph. Sabrina Cirillo

Indubbiamente Rosa Ricci che corre sul cornicione e salva la figlia di Carmine ha fatto emozionare tutti (anche io ho perso cent’anni di vita).

"Maria Esposito è stata semplicemente bravissima. La maggior parte delle scene girate con Maria sono spesso “buona la prima”, dalla seconda stagione - in cui ha fatto il suo esordio - alla terza è cresciuta molto, diventando una giovane attrice semplicemente infallibile".

A proposito di attori, quanto spazio di improvvisazione c’è durante le riprese?

"Noi partiamo da una sceneggiatura di base, scritta in italiano, poi la adattiamo in napoletano e già in questa fase chiedo agli attori di intervenire con delle loro idee personali. Considera che il cast è un vero patrimonio dell’umanità, è un piacere lavorare con loro, spesso posso dare solo delle indicazioni di posizionamento degli attori, e con il primo ciak mi godo totalmente la loro performance. Molte volte c’è qualcosa di magico, accadono cose straordinarie. Nella terza stagione, in particolare, mi sono spesso goduto delle scene incredibili, come quella di Micciarella (interpretato da Giuseppe Pirozzi) che tira la mela addosso a Gianni Cardiotrap (Domenico Cuomo)".

Racconta.

"Inizialmente era - o meglio, doveva essere - una scena semplice, invece ho deciso di creare una tensione crescente, sempre più forte, fino alla rissa finale, straordinaria".

C’è sempre spazio per un piano B, insomma.

"Anche C o D. Spesso riceviamo dalla sceneggiatura delle indicazioni “a bivi”, una sorta di Sliding Doors. Questo incastro permette tantissimi effetti. A volte, infatti, davo delle indicazioni agli attori in modo separato e, a seconda di quello che succedeva, decidevamo di seguire un determinato sentiero narrativo, adattandoci a quello che stava succedendo, creando la scena sempre in divenire".

Backstage di Mare Fuori. Ph.Sabrina Cirillo-2

Dev'essere emozionante, no?

"Assolutamente, è un qualcosa di unico. In "Mare Fuori", tra l’altro, ci sono tante scene corali, con numerosi attori insieme nello stesso momento, e questo genera delle possibilità sorprendenti in cui ognuno può contribuire con qualcosa, con un’idea o un gesto, è come mixare tanti elementi chimici che danno reazioni imprevedibili, bisogna saperle sfruttare o contenerle, ma è sempre meglio tentare".

Anche questo, forse, significa essere un buon regista?

"Essere un regista, per me, significa raccontare emozioni, e nel farlo provare a creare un immaginario, con il suo sistema di valori e nel migliore dei casi un po’ di mistero, sperando che questo porti il pubblico, se non a darsi le giuste risposte, almeno a porsi le giuste domande".

Hai parlato di un cast eccezionale, ma anche la musica non è da meno.

"Io dico sempre che la musica è il vero protagonista invisibile della serie. In particolare, le musiche di Stefano Lentini sono anche stratificate, ci divertiamo a smontarle eliminando, per esempio, gli archi o la batteria, riuscendo a rivisitare lo stesso tema con approcci differenti. Lui continua a compore musiche per le varie stagioni, la prima era molto “oscura”, la seconda introduceva elementi più sentimentali, la terza è molto passionale, con temi nuovi e musiche che cambiano".

Forse è questo il segreto del  successo straordinario di "Mare Fuori": un mix vincente tra musica, attori, sceneggiatura e regia.

"Indubbiamente. E’ un bellissimo lavoro di squadra".

Parliamo di cose serie. Che fine fanno Filippo e Naditza?

"Non posso dire nulla, io stesso non ho ancora tutte le risposte su eventuali spoiler. Secondo me alcune risposte sono già in quello che abbiamo visto alla fine della terza stagione".

E niente, ci ho provato.

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