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Martedì, 16 Aprile 2024

La recensione

Marianna Ciarlante

Giornalista

In Silenzio, quando una serie affascina e tormenta

Le aspettative per l'uscita di In Silenzio su Netflix erano molto alte. Un po' perché le serie drammatiche spagnole sono sempre (o quasi) garanzia di grande qualità e un po' per il suo protagonista, Arón Piper, volto molto noto al pubblico per il suo ruolo di Ander Muñoz in Élite, che già dal trailer della serie mostra di interpretare un personaggio molto interessante. Cosa ne sarà di queste aspettative alla fine della visione di In Silenzio? Saranno disattese o pienamente soddisfatte? Ora ve lo sveliamo. 

Bisogna ammettere che per tutta la durata di In Silenzio, da spettatori, si ha una forte sensazione di tensione, ansia, agitazione ma allo stesso tempo fascino. Si vive questa serie con un continuo contrasto emotivo che alterna il tormento per una storia che si fa sempre più oscura e inquietante e il fascino per quello stesso tormento che fa paura ma sotto sotto ci piace. In Silenzio, dopotutto, gioca proprio dsu questo contrasto e riesce a raccontare il conflitto interiore e l'ossessione, di cui sono vittima i suoi protagonisti, con grande maestria mostrando cosa significa non essere in grado di gestire i propri impulsi, le proprie emozioni, la propria rabbia. Così, attraverso le storie dei suoi due protagonisti, Ana, una psichiatra che non si è mai sentita accettata dalla coaità e Sergio, un ragazzo tormentato che è stato in carcere per aver ucciso i genitori, In Silenzio trasmette questo stesso senso di oppressione e angoscia che trascina lo spettatore, quasi con forza, dentro i toni e i colori scuri e opachi di questa serie Netflix che fa fatica a definirsi e a rientrare in un genere specifico. 

La storia raccontata da In Silenzio è quella di un ragazzo che esce di prigione dopo aver ucciso i suoi genitori e di una psichiatra che studia il suo caso ed è ossessionata dal provare la sua innocenza, così, lo osserva 24 ore su 24, da lontano finché questa sua ossessione non prenderà il sopravvento. 

L'aspetto più interessante di questa storia sono i suoi personaggi, ognuno rotto dentro e non solo i principali ma anche quelli secondari che mostrano, con le loro azioni irrazionali e di dubbia morale, un disagio interiore che disarma ma allo stesso tempo emoziona. Vedere In Silenzio equivale a esporsi alla fragilità della mente umana, all'incapacità di controllare la rabbia, l'ossessione, l'amore. In Silenzio è una finestra sull'instabilità mentale, sulla debolezza, sul potere di un ricordo sbiadito e sull'incapacità di gestire le proprie emozioni. Mostrando il peggio che una persona può arrivare a essere, In Silenzio punta a far sentire meno soli tutti quelli che si sentono "diversi" e dà loro un conforto ma anche una via d'uscita.

Guardare In Silenzio senza venirne intaccati emotivamente non è semplice ma non è semplice neanche riuscire a distaccarsi da una storia che aggiunge sempre più misteri e tasselli a cui trovare il giusto posto. A metà tra un dramma psicologico e un crime, In Silenzio è una serie dura, impegnativa e anche difficile da digerire ma allo stesso tempo un racconto che resta dentro. 

Voto: 6 e mezzo

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