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Giovedì, 28 Marzo 2024
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La storia vera del killer Charlie Cullen che ha ispirato The Good Nurse e L'infermiere killer su Netflix

Tutta la verità sulla storia da cui è tratto il nuovo thriller con Jessica Chastain e il documentario L'infermiere killer della piattaforma di streaming

Ha da poco fatto il suo debutto su Netflix incuriosendo tutti e diventando subito uno dei film più chiacchierati e visti della piattaforma di streaming. Stiamo parlando di The Good Nurse, un thriller ospedaliero basato su una storia vera con il premio Oascar Jessica Chestain e Eddie Redmayne tra i protagonisti. La particolarità di questo film è che è tratto da un saggio del giornalista Charles Graener, The Good Nurse: A True Story of Medicine, Madness, and Murder e racconta la storia di uno scellerato serial killer. Oltre a questo film, però, Netflix ha raccontato la stessa storia in versione documentaristica con L'infermiere killer. Qual è la storia in questione? Entriamo subito nel vivo della vicenda. 

La storia vera del serial killer Charlie Cullen da cui è tratto The Good Nurse

La storia raccontata dal film è quella del serial killer Charlie Cullen, un infermiere nel New Jersey, classe 1960, che, nel corso della sua carriera lunga 16 anni ha ucciso ufficialmente 40 persone anche se lui ne ha confermate solo 29. La polizia, però, ritiene che il numero delle sue vittime sia molto più alto e arrivi perfino a 400 tra il 1987 e il 2003 rendendo così, l'uomo il killer più prolifico della storia. 

L'infanzia e le violenze familiari

Nato il 22 febbraio 1960 a West Orange, nel New Jersey, Cullen è cresciuto in una famiglia cattolica irlandese come il più giovane di otto figli. Suo padre Edmond era un autista di autobus ma morì quando Charles aveva solo sette mesi. L'infanzia di Cullen venne descritta dallo stesso come miserabile, Charlie, infatti, fu vittima di bullismo a scuola e a soli 9 anni tentò di suicidarsi bevendo sostanze chimiche.  Anche sua madre morì quando lui stava frequentando l'ultimo anno di liceo, a causa di un incidente stradale. Fu un momento devastante per il giovane Charlie che se la prese tantissimo con l'ospedale per non averlo avvisato subito della sua morte cremando il corpo invece che restituirlo alla famiglia. Forse fu proprio questo il motivo scatenante della sua rabbia. Cullen abbandonò la scuola per arruolarsi nella Marina ma anche qui venne molestato e bullizzato dai colleghi e tentò di nuovo il suicidio. A questo punto, ricevendo un congedo, Cullen decise di iscriversi alla scuola per infermieri laureandosi nel 1986. 

Charlie Cullen si sposò anche ed ebbe due bambine ma sua moglie venne subito turbata dai suoi strani comportamenti come ad esempio l'abusare dei cani di famiglia. Nel 1993 ricevette un ordine restrittivo perché potenzialmente pericoloso per le figlie. 

Gli omicidi

I primi omicidi di cui Cullen confessò avvennero a Saint Barnabas. L'11 giugno 1988, infatti, l'infermiere somministrò a un paziente un sovradosaggio letale di farmaci per via endovenosa. Cullen, poi, ammise di aver ucciso anche molti altri pazienti nello stesso ospedale, incluso un malato di AIDS morto dopo che gli era stata somministrata un'overdose di insulina. Cullen lasciò Saint Barnabas nel gennaio 1992 quando le autorità iniziarono a indagare sulle sacche per flebo contaminate.

Un mese dopo aver lasciato Saint Barnabas, Cullen trovò lavoro al Warren Hospital di Phillipsburg, dove uccise tre donne anziane con un'overdose di digossina, un farmaco per il cuore. La sua ultima vittima aveva rivelato che un "infermiere subdolo" le aveva fatto l'iniezione mentre dormiva ma sia i familiari che gli operatori sanitari dell'ospedale respinsero queste accuse perché infondate.

L'anno successivo, Cullen si trasferì a Phillipsburg dopo il divorzio dalla moglie. Nel marzo 1993, Cullen iniziò a perseguitare una collega facendo irruzioni in casa sua mentre lei e suo figlio dormivano e questa ha subito sporto denuncia e fu arrestato. Ancora una volta, il carcere, tentò il suicidio.  

Dopo un paio di mesi di assenza dal lavoro per curare la sua depressione, Cullen tornò in ospedale e continuò a mietere vittime tra cui una donna di 91 anni uccisa con un'iniezione letale ma nonostante le accuse del figlio della signora, Cullen continuò a lavorare finendo per tre anni come infermiere di terapia intensiva all'Hunterdon Medical Center di Flemington. Anche se lui dichiarò che in quel periodo non uccise nessuno, nel 2003, al momento dell'arresto tutti i documenti ospedalieri di quel lasso di tempo vennero distrutti. 

Nel febbraio 1998, Cullen è stato assunto dal Liberty Nursing and Rehabilitation Center di Allentown, in Pennsylvania, dove ha lavorato in un reparto di pazienti con dipendenza respiratoria. Lì è stato accusato di somministrare farmaci ai pazienti in orari non programmati. Cullen ha causato anche la morte di un paziente che è stata attribuita a un'altra infermiera e dopo aver lasciato quel centro riabilitativo è stato impiegato all'Easton Hospital dal novembre 1998 al marzo 1999. Il 30 dicembre 1998 ha ucciso un altro paziente. L'analisi del sangue di un medico legale ha mostrato quantità letali di digossina nel sangue del paziente, ma un'indagine interna dell'ospedale non venne mai conclusa dato che le prove non indicavano Cullen come assassino.

Nonostante i suoi problemi di salute mentale e le varie accuse, Cullen ha continuato a trovare sempre lavoro a causa della carenza nazionale di infermieri. Inoltre, all'epoca, non c'era ancora alcun meccanismo di segnalazione per identificare gli infermieri con problemi di salute mentale. 

L'arresto

Cullen è stato arrestato in un ristorante il 12 dicembre 2003 e accusato di vari omicidi e tentati omicidi. L'accusa è arrivata dopo la segnalazione alla polizia della collega Amy Loughren dopo una morte improvvisa di un paziente per ipoglicemia nell'ottobre 2003. Un'indagine sul suo passato ha portato la polizia a sorvegliarlo per settimane e accumulare prove contro di lui. Il 14 dicembre, ha ammesso agli investigatori di aver ucciso fino a 40 pazienti nei suoi 16 anni di carriera. Nell'aprile 2004, Cullen si è dichiarato colpevole davanti al giudice. Il 2 marzo 2006 Cullen è stato condannato a 11 ergastoli consecutivi. Attualmente è detenuto nella prigione statale del New Jersey a Trenton.

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