Se cercate qualcosa di simile a The Adam Project, NON guardate 2067 su Prime Video
Avete visto The Adam Project, vi è piaciuto e cercate qualcosa di simile, che parli di viaggi nel tempo e amore? Nella ricerca siete passati da Netflix a Prime Video e nella sezione "film aggiunti di recente" vi ha incuriosito il titolo 2067 - Battaglia per il futuro?
Se avete risposto sì anche solo alla prima domanda, possiamo aiutarvi risparmiandovi lo spreco di due ore, tanto quanto dura il film australiano di fantascienza che, purtroppo per noi, abbiamo visto fino all'ultima scena.
Se invece state cercando un brutto film di fantascienza, 2067 può fare al caso vostro, ma vi suggeriamo di dare un'occhiata anche a Proximity e Black Easter. Qui proseguiamo con la recensione di 2067, a partire da una breve sintesi della trama.
Di cosa parla 2067
L'anno in cui è ambientato l'inizio del film si può facilmente intuire. Tra quarantacinque anni, l'umanità sarà quasi estinta a causa della mancanza di ossigeno respirabile, a cui non si riesce a supplire con quello sintetico, che però alla lunga causa in molti un morbo così diffuso da essere chiamato semplicemente La Malattia.
Il nostro protagonista è Ethan White (Kodi Smit-McPhee, bravissimo e premiato con un Golden Globe... per Il potere del cane), che lavora in una sorta di miniera per l'azienda australiana che crea l'ossigeno sintetico, e che si prende cura della moglie malata, Xanthe, a cui servirebbe dell'ossigeno vero per poter sperare nella guarigione.
Un giorno, Ethan viene convocato ai piani alti della Chronicorp, e gli viene svelato che l'azienda ha messo a punto una sorta di varco spazio temporale orientato circa trecento anni nel futuro, e da quel futuro hanno ricevuto molto tempo prima un messaggio chiaro: "Mandate Ethan Whyte". La cosa è resa solo vagamente meno assurda dal fatto che il padre di Ethan era uno scienziato che aveva guidato il team creatore del varco temporale.
In pratica, la situazione è questa: il mondo è alla fine e l'unica disperata speranza è mandare Ethan Whyte e vedere cosa succede, se riesce a salvare il mondo, e Xanthe in particolare, ma soprattutto se trova un modo di tornare indietro. Ci fermiamo qui per non spoilerare, nel caso vogliate comunque vedere questo film.
Perché lasciare perdere questo film
Chi firma questa recensione ha una passione quasi quarantennale per i film sui viaggi nel tempo (a proposito, provate a guardare See you yesterday su Netflix e The Tomorrow War su Prime Video, piuttosto). Ma davanti a 2067 rischia di vacillare qualunque certezza.
Mettiamola così. Se vi servono dei riferimenti, possiamo dire che questo film è un mix venuto male di L'esercito delle 12 scimmie, Predestination e qualcos'altro, ma che non vi venga in mente di pensare che siamo anche solo vicini a quei livelli.
Partiamo dai paradossi temporali: qui ci sono talmente tante cose che non tornano, o non hanno proprio senso, che dopo mezz'ora che si prova a dare una logica ci si arrende e si va avanti così, per vedere se qualche colpo di scena chiarisce tutto (speranza vana).
Passiamo ora ai dialoghi, che sembrano montati sbagliati, perché ogni personaggio parla di un argomento diverso rispetto all'interlocutore, il tutto con una musica enfatica in sottofondo che dovrebbe convincerci della profondità delle frasi fatte che dicono gli interpreti.
Arriviamo alle scelte dei personaggi, e ci sia concesso un piccolo spoiler: ma se vostro marito o vostra moglie applicasse con l'inganno a vostro figlio/a un bracciale di ferro e microchip che gli fa sanguinare il polso, poi se ne andasse senza spiegazioni e dopo un po' vi telefonasse per dire che dovete uscire di casa e avventurarvi in una zona malfamata di notte, sempre senza spiegazioni... voi vi fidereste?
E così il film va avanti di perplessità in perplessità, con le residue speranze di spiegazioni chiarificatorie che si spengono pian piano. E alla fine si rimane con una grande domanda: "Ma perché ho visto questo film, quando potevo capire subito che non meritava dal fatto che non esiste la versione sottotitolata?". La risposta, per quanto ci riguarda, è stata: per evitare ad altri lo stesso errore.