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Venerdì, 29 Marzo 2024

Claudio Pizzigallo

Giornalista

Se cercate un film italiano su Prime Video, non perdetevi "Ariaferma"

Se il vostro programma per la serata è di vedere in streaming un bel (e recente) film italiano, allora dovete tenere in considerazione Ariaferma, disponibile su Prime Video dal 7 gennaio

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Presentato allo scorso Festival del Cinema di Venezia, e uscito nei cinema a ottobre prima di approdare sulla piattaforma streaming di Amazon, Ariafrema può essere considerato un "film bottiglia", un po' come avevamo definito The White Lotus e Nine Perfect Strangers: a parte la prima scena, infatti, tutto il film (della durata di due ore circa) si svolge in un'unica location, un carcere.

In questa recensione vi raccontiamo brevemente la trama del film e perché, secondo noi, si tratta di un film da non perdere.

Fatevi un favore, guardate il film italiano "Il Grande Passo"

Di cosa parla Ariaferma

Nella scena iniziale, dunque, vediamo un gruppo di agenti di polizia penitenziaria che festeggia con una serata nel bosco (dalla natura e dalla musica di sottofondo sembrerebbe la Sardegna) la chiusura del carcere dove lavorano e il conseguente smistamento dei detenuti e degli stessi agenti.

C'è però un problema: a causa di un classico disguido burocratico, la struttura che dovrebbe accogliere gli ultimi 12 detenuti rimasti non è più disponibile. Quindi, in attesa che l'intoppo si sblocchi, la direttrice del carcere, già trasferita in un altro penitenziario, dice a un gruppo di agenti che devono restare ancora lì, guidati dall'agente Gaetano Gargiulo (Toni Servillo), il più anziano dei poliziotti. 

I detenuti vengono quindi radunati in una sola area del carcere, ormai abbandonato e fatiscente. Tra loro, il "leader" sembra essere Carmine Lagioia, camorrista interpretato da Silvio Orlando. Ed è proprio Lagioia a far scattare una piccola ribellione dei detenuti, che dovendo già far fronte a una situazione di emergenza (con attività e incontri dei familari che sono stati sospesi) non accettano di dover mangiare pasti precotti.

In pratica, la situazione particolare altera le consuete dinamiche tra agenti e carcerati, e Gargiulo capisce che da un lato deve riaffermare i confini dei ruoli, ma dall'altro deve venire incontro alle richieste dei detenuti. E così acconsente alla proposta di Lagioia di riaprire le cucine e di affidare proprio a Lagioia la preparazione dei pasti per guardie e detenuti.

Ci fermiamo qui per non spoilerare il finale del film, ma vi invitiamo a guardare il trailer di Ariaferma

Perché vedere Ariaferma

Ariaferma non è un film spettacolare, di quelli che tengono gli spettatori con il fiato sospeso fino all'ultima scena. È, anzi, un film piuttosto lento, ma perché il ritmo della storia è funzionale a rappresentare l'immobilità della vita in carcere, anche in una situazione teoricamente provvisoria ma di cui non si conosce la fine. 

In questo senso, possiamo dire che la storia raccontata di Ariaferma si svolge soprattutto nelle menti dei suoi protagonisti, attenti a cogliere gli atteggiamenti e i limiti della "parte avversa".

Una sorta di "guardie e ladri", in senso questa volta letterale, in cui il gioco sta nel capire fino a dove ci si può spingere, quali sono le sensibilità da non urtare, insomma cosa passa nella testa degli altri. 

Alla fine, il messaggio che si coglie è dunque che, pur nella differenza dei ruoli, l'equilibrio è dato dalla consapevolezza che "si è tutti nella stessa barca", e che le differenze di vita che hanno portato a destini opposti si ricompongono in una situazione così delicata e difficile qual è quella della vita in una prigione. A maggior ragione in un momento così eccezionale come quello narrato da Ariaferma.

Voto: 8

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