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Sabato, 20 Aprile 2024

La recensione

Claudio Pizzigallo

Giornalista

Disgustoso, esilarante, istruttivo: perché non perdersi Clarkson's Farm 2

Quando abbiamo visto l'elenco delle serie tv in uscita a febbraio 2023 su Prime Video, ci siamo stupiti di vedere che includeva (con scarso risalto, onestamente) la seconda stagione di La fattoria Clarkson - Clarkson's Farm, lo show-reality-docuserie in cui Jeremy Clarkson ci accoglie nella sua immensa fattoria nella campagna inglese.

Ci siamo stupiti perché Prime Video non aveva diffuso prima né un trailer né particolari anticipazioni, almeno non dal luglio del 2021, quando era stato comunicato il rinnovo per la seconda stagione. Lo stupore è però durato poco, perché poi ci siamo ricordati di quanto scomodo sia un personaggio come Jeremy Clarkson, che per la sua intemperanza verbale ha già dovuto rinunciare alla sua creatura Top Gear, per essere poi accolto da Amazon in Grand Tour

Il sospetto di alcune frizioni tra Jeremy e Amazon, tuttavia, non ci ha certo fatto passare la voglia di guardare questo show, di cui avevamo molto apprezzato anche la prima. E allora ecco la recensione di Clarkson's Farm 2, con una breve sintesi di quello che si vede in questa nuova stagione e poi i motivi per non farsela sfuggire (chissà, magari Jeremy porterà lo scontro con Amazon a un punto di rottura tale da provocare la cancellazione dello show dal catalogo).

Diddly Squat fattoria Clarkson foto da pagina Facebook ufficiale

Di cosa parla "La fattoria Clarkson 2"

Siamo tra la fine del 2021 e l'inizio del 2020, circa un anno dopo l'avvio di questa avventura bucolica e georgica per il caro Jeremy, che ha conservato la sua "squadra": la moglie Lisa, il giovane e bravissimo Kaleb, "Sua Allegria" il consulente Charlie, Alan il costruttore e il nostro eroe preferito, Gerald, quello che parla in una lingua così incomprensibile che non partono nemmeno i sottotitoli. 

Forte dell'esperienza di un anno, e alle prese con radicali stravolgimenti nel settore agricolo causati dalla Brexit, Jeremy pensa che sia il caso di evolversi, e di diversificare la produzione della sua fattoria. Decide quindi di aprire un ristorante a km 0 nel capannone che l'anno prima ospitava le pecore (uno dei non pochi affari andati male).

Ma nel frattempo la Natura non aspetta, c'è da curare la coltivazione dei campi, e se vuole aprire un ristorante Jeremy farà meglio ad acquistare delle mucche da allevare e macellare. Quindi l'attività procede a ritmi frenetici, altro che la "quiete della campagna", senza però perdere di vista il secondo grande problema di chi lavora nel settore primario: la burocrazia. E qui ci fermiamo, invitandovi a guardare il trailer di Clarkson's Farm 2.

Perché non potete perdervi Clarkson's Farm 2

La visione di questa serie dà adito a una serie di emozioni e impressioni estremamente variegate, come indicato dal titolo di questa recensione. Ci sono momenti disgustosi, almeno per chi non è avvezzo a quanto si vede nel ciclo di vita del bestiame (dall'inseminazione delle vacche alla nascita dei vitelli).

Ci sono momenti esilaranti, come ogni volta che Gerald apre bocca, o come quando Jeremy prova la piccantezza dei peperoncini che vuole coltivare e vendere. E ci sono momenti altamente istruttivi, sotto ogni punto di vista.

Dalle difficoltà di contadini e allevatori britannici post Brexit alle già citate difficoltà dell'allevamento, dalla tubercolosi dei tassi che non si possono abbattere fino alla scoperta di una burocrazia e di un sistema politico-decisionale della Gran Bretagna che, visti dall'Italia, scatenano una discreta sorpresa. Perché in campagna è proprio vero che "tutto il mondo è paese", e Jeremy Clarkson lo sbatte in faccia al suo pubblico internazionale con l'aria di chi non ha niente da temere. Neanche che Amazon gli cancelli il programma. 

Clarkson's Farm, Kaleb e Gerald

Voto: 8

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Disgustoso, esilarante, istruttivo: perché non perdersi Clarkson's Farm 2

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