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Giovedì, 28 Marzo 2024

Claudio Pizzigallo

Giornalista

Anche se avete letto il libro, la serie tv "Anna" su Sky vi sorprenderà dall'inizio alla fine

Da venerdì 23 aprile su Sky è disponibile la miniserie in 6 episodi Anna, tratta dal romanzo del 2015 di Niccolò Ammaniti, che ha anche scritto e diretto la serie tv. 

Nella storia del cinema e della televisione, sono innumerevoli i casi di film o serie tv ispirate a libri più o meno famosi: molto spesso, se l'autore dei libri è in vita, viene anche chiamato a far parte della produzione (per restare a qualche caso recente, citiamo Tenebre e Ossa). È invece piuttosto raro che siano gli stessi scrittori a firmare la regia dei film o delle serie ispirate ai loro libri: per rimanere in Italia, il caso forse più famoso è quello di Federico Moccia.

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In entrambi i casi, comunque, molto spesso chi ha letto il libro non ama particolarmente le trasposizioni, o meglio, per usare la frase tipica in questi casi, "il libro mi è piaciuto di più". E, naturalmente, anche il rapporto tra gli scrittori e i registi è sovente burrascoso, pur senza arrivare agli estremi de Il giardino dei Finzi Contini, film del 1970 di Vittorio De Sica (non uno qualunque), le cui scelte di sceneggiatura fecero arrabbiare a tal punto Giorgio Bassani, l'autore del romanzo, da chiedere e ottenere che il proprio nome fosse rimosso dai titoli di coda.

Anna, in tal senso, non fa eccezione, anche se in questo caso persino il lettore più appassionato del romanzo difficilmente potrebbe obiettare molto, visto che lo stesso Ammaniti ha appunto scritto e diretto la serie Sky: insomma, come si dice a Roma, la città di Ammaniti, "che je voi dì?".

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Le differenze tra il suo romanzo e la sua serie, comunque, sono numerose ed evidenti, e se da un lato hanno il pregio di tenere sulle spine dall'inizio alla fine anche chi aveva già letto il romanzo, dall'altro è comprensibile un po' di amaro in bocca per chi aspettava con ansia di vedere sullo schermo una storia tanto amata.

Di cosa parla la serie tv Anna, in breve e senza spoiler

La storia di Anna fa venire i brividi a leggerla - o vederla - oggi, se si pensa che risale a più di sei anni fa. È infatti ambientata nella Sicilia del 2020, devastata come tutto il mondo da una pandemia di influenza che uccide gli adulti, ma risparmia i bambini. A differenza che nella drammatica realtà che stiamo vivendo, però, la storia inventata da Ammaniti è persino più tragica, perché "la rossa" (il nome dell'influenza) uccide tutti gli adulti, e per adulti intendiamo quelli che sono giunti alla pubertà.

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"Per immaginare un mondo senza adulti ci doveva essere una catastrofe specifica: un terremoto non sarebbe andato bene, una catastrofe nucleare neanche" ha spiegato a Guia Soncini, in un'intervista su Marie Claire, lo stesso Ammaniti, che di storie con bambini protagonisti ne aveva già scritte, basti pensare a Io non ho paura.

Anna è la protagonista: ha 12-13 anni, e vive con il fratellino Astor, che non lascia mai uscire di casa per non esporlo ai pericoli del mondo esterno, tra natura selvaggia e bambini ancor più selvaggi. 

Poi però un giorno, mentre Anna è con il suo nuovo amico Pietro, Astor viene portato via dai Blu, una gang di bambini dediti a razzie, che vive nella "comune" di Angelica al Grand Hotel Terme Elise, una ragazzina un tempo ricca e viziata e ora crudele leader di questa banda. 

Prima di addentrarci in spoiler sulla serie tv, vi invitiamo a leggere la recensione dei primi due episodi, scritta su Today da Alvise Wollner, e a vedere la clip di anteprima qui sotto.

Anna, le differenze tra il libro e la serie tv di Niccolò Ammaniti (SPOILER)

Ed eccoci all'analisi delle principali differenze tra il libro scritto e la serie tv diretta da Niccolò Ammaniti. La prima cosa che i lettori del romanzo hanno notato è che nella serie ci sono "troppi adulti", o meglio che c'è molto spazio dedicato ai grandi, a partire dai genitori di Anna (nella serie, la madre separata dal marito ha avuto una relazione successiva da cui è nato Astor).

Al di là di ciò, comunque, le differenze sostanziali sono proprio nella trama di questa storia. Innanzitutto, scompare del tutto la storyline legata alle scarpe di una marca che, secondo una leggenda a cui Pietro crede, una volta indossate darebbero l'eterna immunità alla malattia. Un dettaglio notevole, se si pensa che nel finale del libro Astor e Anna, giunti nell'Italia continentale, trovano una sola scarpa di quella marca e la usano a turno mentre camminano risalendo lo Stivale alla ricerca di sopravvissuti ed eventuali medicine. Nella serie, invece, Astor e Anna arrivano casualmente nei pressi di una grande nave, su cui salgono e trovano prima il cibo e poi un gruppo di adulti con anche un neonato. 

Rispetto al libro, scompare anche il personaggio di Coccolone-Salame-Manson, il grosso cane che diventa amico dei protagonisti dopo un inizio non semplice. I cani randagi, e anche i lupi, si vedono spesso in Anna, ma nessuno di loro diventa il compagno di viaggio dei ragazzi. Sul braccio tagliato (dal corpo di Anna) e sul cane tagliato (dalla sceneggiatura), Ammaniti ha detto a Rolling Stone: "Nell’adattamento di Anna avrei potuto mettere molte cose che nel libro non ci sono. Per dire: nel libro c’era un cane, qui Anna perde un braccio".

Un altro punto in cui divergono la storia scritta e quella per immagini è legato a Pietro. Nel romanzo non c'è una roulotte sul lago in cui vive; Pietro inoltre conosce Astor quando lo salva insieme ad Anna dalla casa dei Blu; infine, Pietro non muore sull'Etna, ma dopo un brutto incidente a bordo del suo scooter, vegliato fino alla fine da Anna e Astor.

Anche la storia di Angelica e della Picciliddrula cambia molto dalle pagine del libro alle scene della serie: nel libro Angelica non viene uccisa da Anna e dalla Picciliddrula, l'unica persona adulta a non essere stata contagiata dall'inluenza per il fatto di essere ermafrodita.

Nella già citata intervista di Rolling Stone, lo scrittore-regista ha spiegato in generale il suo punto di vista sulle differenze tra il suo libro e la sua serie: "La serie è un’altra cosa, ci sono molti più personaggi, backstory molto diverse. Sono tutte le storie che avevo immaginato nel corso del tempo e che avevo voglia di sviluppare, ma per farlo avrei dovuto scrivere Anna 2, o una specie di “writer’s cut”, e non si poteva. Perciò mi sembrava giusto far diventare Anna un film".

Perché Anna è comunque una serie tv da vedere

Nonostante tutte queste differenze, e tenuta in debita considerazione la spiegazione di Ammaniti, Anna è comunque una serie tv molto bella, da non perdere per diversi motivi.

Innanzitutto, è recitata benissimo: tutti i bambini e i ragazzini, da Giulia Dragotto - Anna agli altri, sono credibilissimi in ogni scena, anzi molte volte viene da chiedersi se stessero davvero recitando o se Ammaniti li abbia ripresi mentre giocano tranquillamente sul set. 

Le immagini, poi, con tutto il rispetto per i libri, consentono di ammirare in tutta la sua bellezza Palermo e la Sicilia, anche a dispetto della devastazione che nella serie ha colpito l'isola come il resto del mondo, con la natura che "si riprende i suoi spazi". Dal mare al vulcano passando per il lago e la città, i panorami che si vedono in Anna sono davvero mozzafiato.

Ma soprattutto, la serie tv di Anna merita di essere vista perché è una storia incredibilmente densa di emozioni, tensione e colpi di scena (anche per chi ha già letto il libro, quindi). Ci si immedesima nei bambini, ma anche nella mamma morente che scrive il quaderno delle cose importanti (donato alla biblioteca di Palermo), si fa il tifo per i protagonisti, si odiano gli antagonisti anche se sono solo dei ragazzini. E ovviamente fa riflettere molto anche sulla grave pandemia di covid in corso.

Anna è quindi uno show assolutamente godibile, in tutte le sue sei puntate. Ma probabilmente chi non ha letto il libro può godersi lo spettacolo più liberamente, senza il timore di patire quella tipica delusione di quando si pensa "il libro era più bello". 

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