L'unica critica che si può muovere a una serie tv come Christian 2
Venerdì 7 aprile, ovvero Venerdì Santo, con una coincidenza che siamo sicuri sia stata voluta e cercata, sono usciti su Sky e in streaming su NOW gli episodi 5 e 6, ovvero gli ultimi della seconda stagione di Christian, la serie tv italiana Sky Original con Edoardo Pesce nei panni di un criminale dotato di poteri miracolosi.
A stagione 2 conclusa, e con un Christian 3 che non potrà che essere confermato da Sky, non possiamo fare altro che confermare il nostro totale amore nei confronti di questo universo di personaggi nato da un'idea di Roberto "Saku" Cinardi e diretto dallo stesso Saku e dal produttore creativo Stefano Lodovichi (qui la nostra intervista dopo la prima stagione).
Se proprio vogliamo guardare il pelo nell'uovo, c'è una critica che si può muovere a Christian, ma prima riassumiamo brevemente e senza spoiler la trama (e il cast) della seconda stagione. Ovviamente non proseguite nella lettura se dovete ancora guardare la prima stagione, in quel caso meglio leggere la recensione della stagione scorsa.
Di cosa parla Christian 2
A rigor di logica la seconda stagione si sarebbe dovuta chiamare Anti-Christian, visto che nel finale di stagione si era scoperto che il personaggio interpretato da Edoardo Pesce ha poteri non divini, al contrario demoniaci, e che quello che sembrava un angelo custode, il Biondo, è in realtà il diavolo.
Ma Christian ancora non lo sa e con Rachele (Silvia D'Amico) è fermamente convinto di poter far prosperare con i suoi miracoli il quartiere di Città Palazzo, "la sua Arca di cui lui è il profeta" per usare le parole di Lodovichi, finalmente libero dalla tirannia di Lino (Giordano De Piano), il cui figlio Davide (Antonio Bannò) è preda della furiosa vendetta dell'ex più ex che ci possa essere, Michela Greco (Romana Maggiora Vergano).
Penna (Gabriel Montesi) e Stefanuccio (Francesco Giordano) ci mettono quindi poco a passare dalla parte del nuovo "boss", così come il furbo dottor-veterinario Tomei (Francesco Colella), ma come farà Anti-Christian (lasciatecelo chiamare così) a cambiare il destino di un quartiere da sempre vittima di spaccio, violenza e criminalità varia?
Per fortuna potrà contare sull'aiuto di Matteo (Claudio Santamaria), così riconoscente nei confronti di chi ha ridato la vista al figlio da non dare ascolto agli avvertimenti di Padre Klaus (Ivan Franek) e deciso a trasferirsi a Città Palazzo, dove troverà una grande alleata in Esther (Camilla Filippi). Ma prima dovrà superare un particolare allenamento a base di tressette e teologia da parte di Nera (Laura Morante). Non proseguiamo oltre, ma potete dare uno sguardo al trailer qui sotto
Cosa si può dire di male di Christian 2
Dando per buono che non si potesse cambiare il titolo della serie in Anti-Christian, c'è una sola critica che si può muovere a questa serie tv, ed è che è troppo breve.
È vero che per una tale qualità di scrittura, di regia e di interpretazione (nonché di tutto il resto della produzione) ci vogliono molti soldi e molto tempo, ma non possiamo esimerci dal manifestare il nostro dispiacere di fronte a una seconda stagione che, come la prima, ci è passata davanti agli occhi più velocemente di quanto avremmo voluto.
Un numero così breve di episodi (che poi è lo stesso di un'altra produzione italiana di Sky che di recente abbiamo molto apprezzato, Call My Agent Italia), rischia di essere un limite da un lato alla creatività, dall'altro anche alla possibilità che il pubblico crei un legame affettivo con la serie. E così in Christian 2 si sarebbe forse potuto raccontare in modo più approfondito il passaggio nella percezione che il quartiere ha del suo profeta, a nostro giudizio un po' sacrificato nella narrazione.
In definitiva però, al netto di alcuni dubbi che ci piacerebbe far sciogliere al già citato Stefano Lodovichi (a partire dalla spiegazione diciamo "ufficiale" del finale di stagione), allo stato attuale delle cose sarebbe ingeneroso non solo criticare negativamente, ma anche non fare i complimenti a Sky per un'altra produzione italiana (ricordiamo anche Romulus II) di livello eccezionale, che non ha proprio nulla da invidiare a quanto viene realizzato all'estero.