Romulus II conferma l'unico, imperdonabile difetto della serie tv di Sky
Venerdì 11 novembre su Sky (e in streaming su NOW) sono usciti gli episodi 7 e 8, ovvero il finale di stagione di Romulus II, la stagione 2 della serie tv Sky creata da Matteo Rovere dopo il successo del film Il Primo Re.
In questo articolo-recensione racconteremo in breve la trama di questa stagione, a uso e consumo di chi ha bisogno di una "spinta" per vederla, spiegheremo il finale della stagione 2 (a debita distanza per evitare spoiler) e quali sono i personaggi storici presenti nella serie; infine, proveremo a spiegare qual è, a nostro avviso, l'unico imperdonabile difetto di Romulus.
Di cosa parla Romulus II (senza spoiler)
Il sottotitolo di questa stagione è "La guerra per Roma", ed è proprio di questo che parla la seconda stagione di Romulus. Wiros (Francesco di Napoli) e Yemos (Andrea Arcangeli) hanno fondato "Ruma", così chiamata in onore della Dea-Lupa Rumia uccisa nella prima stagione, e la loro città si fa sempre più grande.
La crescita di Roma, che attira e accoglie i reietti dei villaggi vicini, non piace però a Tito Tazio, il re-dio di Cures, grande e potente città dei Sabini a nordest di Roma, che li convoca per stringere un'alleanza.
Yemos, Wiros, Ilia (la figlia di Amulio che prima voleva uccidere Yemos perché lo riteneva l'omicida di Enitos, il genmello di Yemos in realtà ucciso da Amulio, a cui Ilia ha risparmiato segretamente la vita mandandolo lontano come esule) e gli altri figli della lupa o ex abitanti di Alba e Velia si recano a Cures, dove però vengono trattati praticamente come prigionieri, e Tito uccide per un sacrificio Deftri (l'amata di Wiros).
Non solo: la sera Tito, che prova a seminare zizzania tra i due re di Roma, convoca in disparte Wiros e gli fa bere inconsapevolmente il sangue di Deftri a cui ha aggiunto una droga che lo stordisce, e la mattina dopo gli impone di uccidere un bambino per sancire l'alleanza, ma alla vista del cadavere di Deftri il buon Wiros ha una reazione, colpisce Tito e scatena una battaglia, a cui Ilia pone fine rapendo le sacerdotesse di Tito e tenendole come ostaggio per assicurare a sé stessa e ai suoi sodali una fuga verso Roma.
Se avete qualche vaga reminiscenza di storia romana, è probabile che abbiate già capito che il rapimento di cui abbiamo appena parlato è il celeberrimo "Ratto delle Sabine", che non è un topo ma appunto un sequestro di persone. Ma non crediate che vi abbiamo spoilerato chissà che, perché questa è in pratica solo la premessa della seconda stagione di Romulus, di cui qui sotto vi proponiamo il trailer ufficiale.
I personaggi storici presenti in Romulus II (mini spoiler)
Oltre alle rivisitazioni-ricostruzioni di Romolo e Remo, in questa seconda stagione ci sono alcuni personaggi storici, o semi-leggendari ma comunque riportati nella storia della fondazione dell'Urbe che raccontavano le fonti antiche.
C'è ovviamente Amulio, anche se secondo gli storici antichi lui fu ucciso da Romolo, quindi non divenne un esule in terra Sabina. E c'è Tito Tazio, che fu effettivamente il leggendario (e da alcuni ritenuto divino) re di Cures. Per non spoilerare ancora il finale di stagione, ci limitiamo a dire che se volete saperne di più su di lui basta un giro su Wikipedia.
Ci sono Numitor e Silvia, rispettivamente nonno e madre di Yemos (e di Romolo e Remo nel mito). Infine, abbiamo due supposizioni: la prima riguarda Acrone, a cui Tito vorrebbe conferire l'incarico di nuovo comandante dopo la morte di Sabbos, ma Acrone rifiuta per favorire Servio-Amulio e per questo Tito gli ordina di tagliarsi la lingua: nel Ratto delle Sabine: potrebbe essere ispirato a un re che si ribellò al rapimento delle donne e fu ucciso in battaglia da Romolo.
La seconda nostra congettura riguarda Laurentia, la donna che conosce il passato di Wiros e come fu trovato da piccolo. La nostra idea è che sia vagamente ispirata ad Acca Larentia, la madre adottiva di Romolo e Remo. O almeno, ci sembra curioso che a questo personaggio secondario sia stato dato proprio un nome simile a quello di Larentia.
L'unico imperdonabile difetto di Romulus (no spoiler)
Prima della spiegazione del finale, arriviamo ora ad analizzare quale sia il più grande limite di questa serie tv creata da Matteo Rovere. Ed è, citando Stanis di Boris, che Romulus è "troppo italiana".
Ma, sia chiaro, non nel senso dispregiativo di Stanis: niente affatto, Romulus non ha i difetti di alcune (forse troppe) produzioni italiane, ovvero la mancanza di attenzione ai dettagli, personaggi poco credibili o una fotografia alla Duccio "apri tutto / chiudi tutto", per restare in tema Boris.
No, no, il problema di Romulus è che è una serie tv italiana, e per quanto sia fatta in maniera eccezionale (dalla scrittura alle scenografie, dalla fotografia alla regia e ovviamente all'intepretazione di ogni singolo personaggio) non ottiene l'attenzione e la visibilità che meriterebbe.
Se una serie tv di produzione americana si dedicasse con sosì tanta cura a una ricostruzione storica, al punto da arrivare a ricostruire una lingua come il protolatino ricostruito da Gianfranca Privitera e Daniela Zanarini, ci sarebbe tutto il mondo a parlarne. Ci sarebbero latinisti su Reddit a discutere della scelta di usare "dracruere" per "piangere", con una chiara derivazione greca, o ci sarebbero i meme con scritte come "age", "siste" o "tibi sum".
Sarebbe un fenomeno di costume di portata mondiale, con un merchandising a seguire, e con professori di storia e di filologia che si confrontano nei principali programmi di approfondimento. I premi arriverebbero a pioggia, ci sarebbero già stuoli di produttori a pensare a spinoff, sequel o prequel.
Invece, purtroppo per Matteo Rovere e per tutti coloro che lavorano a Romulus, siamo di fronte "solo" a una meravigliosa serie tv italiana, realizzata con un cast senza grossi nomi, rispettando l'ecosostenibilità e con attenzione impressionante alla fedeltà storica. E invece di essere un fenomeno globale, Romulus resta un capolavoro che il mondo non conosce e non apprezza come invece dovrebbe. "O rempora o mores" ci verrebbe da dire, davanti a una tale ingiustizia...
La spiegazione del finale e le differenze con la storia-leggenda (spoiler)
Chi è Romulus? Finalmente, alla penultima puntata della seconda stagioe, è stata data risposta a questa domanda. Il primo re di Roma, che prende il nome di Romulus come da profezia di Ersilia, l'ex sacerdotessa di Tito ora amante di Wiros, è proprio Wiros, l'ex schiavo, e non Yemos, il legittimo re di Alba Longa che ha provato a uccidere il fratello acquisito per impedirgli di portare alla morte tutti i romani in uno scontro suicida con i Sabini.
Ora, una breve analisi delle differenze tra leggenda e serie tv sul ratto delle Sabine. In sostanza, secondo la storia antica il rapimento fu una decisione che Romolo prese dopo che le città vicine avevano rifiutato di stringere alleanze nuziali con i romani, che necessitavano di donne perché il popolo romano era formato quasi solo da uomini.
E quindi appunto Romolo organizza dei giochi, invita tutti i vicini e ne rapisce le donne. Tito Tazio si ribella e muove guerra ai Romani, ma le Sabine si frappongono tra i due eserciti implorando la pace e così nasce l'alleanza e la convivenza tra i Romani (sul Palatino) e i Sabini (sul Quirinale). In Romulus 2, invece, il rapimento è una decisione improvvisa che Ilia prende per avere una via di fuga dall'agguato sabino, e non una questione diciamo "demografica".
Diverso anche l'esito dello scontro, che rappresenta il finale di stagione. Qui infatti non ci sono le donne che supplicano di cessare le ostitlità, ma un intelligente stratagemma di Wiros.
Lui infatti era andato con Ersilia a farsi raccontare da Laurentia come era stato trovato da piccolo, presumibilmente dopo essere stato smarrito dai figli della Lupa di cui faceva parte. Era un bambino selvaggio, che mangiava la carne dalle carogne di animale, che graffiava chi gli si avvicinava e che fu catturato con delle reti da degli uomini che ne piegarono la forza di volontà fino a farne uno schiavo.
Invece Wiros convince la donna a raccontare un'altra storia, in cui Wiros fu trovato ancora in fasce, avvolto nella stessa coperta che avevano dato a Tito quando lo avevano esposto nella foresta per vedere se sarebbe sopravvissuto e quindi diventato re di Cures. Così Wiros fa credere a Tito di essere il fratello che non fu mai trovato dopo l'abbandono nella foresta, di cui Wiros ha saputo dal racconto di Ersilia.
E quindi viene messa in scena questa storia, con una coperta cucita apposta e un gesto simbolico fatto davanti agli occhi di Tito. In questo modo il re di Cures si convince a non assecondare il desiderio di Silvia e dunque a risparmiare la vita di Wiros. Roma ha di nuovo due re "fratelli", e Wiros assume il nome di Romulus. Ma nell'ultima scena vediamo che Ilia tiene in grembo il bambino di Yemos, partorito dopo aver deciso di non uccidere Tito a portata di pugnale. E quindi chissà cosa succederà nella (ancora non confermata ma molto probabile) stagione 3, o meglio III, di Romulus.
Voto: 9