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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Carlo Conti: "Come padre mi devo inventare, non ho questo riferimento"

Il popolare conduttore, che ha perso il papà da bambino, ha raccontato su Tv2000 le gioie ma anche le sfide della sua paternità

Un anno fa è nato suo figlio Matteo, avuto dalla moglie Francesca Vaccaro, ma fare il papà è un mestiere che Carlo Conti sta imparando giorno dopo giorno. Il conduttore infatti non ha avuto questo punto di riferimento perché ha perso suo padre quando era ancora un bambino.

"Dovrà chiamarmi babbo - ha spiegato ironico in un'intervista a Soul, su Tv2000 - Se mi dirà 'papà' lo porterò subito a fare la prova del Dna. Quello del babbo è per me un mestiere da scoprire, per molti significa imitare o evitare il confronto con il proprio padre, ma io non ho questo riferimento, per cui mi devo inventare 'babbo'. E' un'impresa faticosa, ma è un regalo, non a caso abbiamo voluto chiamare nostro figlio Matteo, che significa 'dono di Dio'".

Nell'intervista Conti ha ricordato la sua infanzia segnata dalla morte del padre e il grande carattere della madre, la donna che per lui è stata "consigliera, amica, madre e babbo allo steso tempo", e ha parlato anche dei suoi storici amici toscani, tra cui Giorgio Panariello, Leonardo Pieraccioni, Marco Masini e Francesco Nuti, a cui non ha mai fatto mancare la sua amicizia dopo il dramma della sua malattia.

"La mia vita non è quella di lustrini e paillettes, patinata, quella che si crede dominante nel mondo dello spettacolo - ha detto ancora Conti - Ogni fine settimana vado a Firenze in treno, vedo gli amici di sempre, vado al supermercato. Così facendo, come tutti, mi rendo conto che sono un privilegiato. Sono uno che non si esalta quasi mai quando le cose vanno bene e non mi abbatto se vanno male, mi godo la fortuna di fare questo mestiere". 

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