La Regina Elisabetta nel caos: i suoi dipendenti minacciano lo sciopero
I "lavoratori in livrea” del castello di Windsor chiedono di essere pagati anche per i compiti extra mai retribuiti e promettono di incrociare le braccia per un’astensione che sarebbe la prima della storia
Dura la vita di corte, e, ovviamente, non certo per i padroni di casa Windsor, quanto per coloro che tra le mura reali del castello prestano il loro servizio.
I 40 ‘lavoratori in livrea’ della Regina Elisabetta, stanchi di non essere debitamente compensati, minacciano, infatti, di bloccare ogni lavoro supplementare non retribuito, tra cui servizi di guida (loro è il compito di accompagnare i turisti attraverso l'immensa residenza), interpretariato e primo soccorso e, proprio per decidere se incrociare le braccia o meno alla fine di aprile, si terrà un referendum, il primo del genere in Gran Bretagna.
I lavoratori lamentano il fatto che la Royal Collection Trust, l'ente istituito dalla Casa Reale nel 1993 e che si occupa della gestione delle visite ai palazzi della Regina, non paga i servizi forniti come extra, come ad esempio le visite specialistiche delle cucine del castello e l'interpretariato, aggiungendo che nel corso degli anni hanno ricevuto solo minimi aumenti di stipendio.
La Royal Collection Trust, di contro, insiste sul fatto che il lavoro supplementare è volontario e non fa parte delle funzioni obbligatorie dei dipendenti "ai quali sono offerte opportunità di ricevere una formazione e sviluppare le competenze per condurre visite guidate e per amministrare il primo soccorso, nonché di utilizzare le proprie competenze linguistiche. Questi non sono aspetti obbligatori del proprio ruolo, ed è una scelta del singolo se desidera partecipare".
Comunque andrà a finire la diatriba interna tra personale ed ente preposto, la certezza è che i visitatori annuali del castello sono 1,3 milioni e uno sciopero simile, qualora dovesse accadere, avrebbe un impatto significativo sull'organizzazione e sugli introiti della Casa Reale.
