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Martedì, 23 Aprile 2024
Cinema

Silvio Muccino: "Mi sono sentito violentato da mio fratello Gabriele"

L'attore, ospite a "Le Invasioni Barbariche", parla della sua rottura con la famiglia e sfoga il dolore tenuto nascosto in tutti questi anni

Dopo anni di assenza dal grande schermo, Silvio Muccino torna al cinema nel doppio ruolo di attore e regista con "Le leggi del desiderio", un film che racconta la storia di un life coach che aiuta le persone a realizzare i propri desideri.

E' un Muccino più maturo e sicuro di sè quello che si è visto mercoledì sera a "Le Invasioni Barbariche", dove incalzato da Daria Bignardi ha parlato anche del rapporto con il fratello Gabriele, che non sente da sette anni, e che più volte ha sfogato pubblicamente il dolore per l'allontanamento di Silvio dalla famiglia.

"Non ho più rapporti con la mia famiglia. Anni fa ho fatto una scelta che sentivo necessaria e ho sempre evitato di parlarne pubblicamente. Ho sentito la necessità di costruirmi fuori dalla famiglia. La famiglia è meravigliosa se è un punto di partenza, se è anche un punto di arrivo invece non vai da nessuna parte. Bisogna permettere a un figlio di costruirsi la propria famiglia, la propria vita. I figli sono fatti per il mondo. Mi sono allontanato da loro per motivi gravi, di cui non parlo per rispetto, e anche per questo sono sempre basito davanti alla dichiarazioni pubbliche di Gabriele che ogni volta mi violentano e mi portano ad avere davanti sempre la solita domanda 'come va con tuo fratello?'. Gabriele ha reso questo dolore uno spettacolo pubblico, una specie di triste reality show. Ho passato 7 anni di silenzio dove Gabriele invece ha parlato tantissimo, in tv, su Twitter, ovunque".

Ad aver ferito Muccino junior sono state in particolare le accuse di plagio del fratello maggiore nei confronti della sua collaboratrice Carla Vangelista, autrice de "Le leggi del desiderio":

"Quando in una famiglia un elemento punta il dito e indica qualcosa che non va, si possono avere due tipi di reazione: prenderlo in considerazione, oppure non accettarlo e dire 'è pazzo', 'è depresso', tutte cose che Gabriele ha detto di me in questi anni. Io non sono né pazzo né depresso. Perciò a un certo punto la via più comoda è il plagio. Con il plagio si sistema tutto. Non ci sono responsabili, non ci sono colpe, c'è solo un ragazzo che a un certo punto ha perso la testa. La gravità di questa affermazione è che non è corroborata da fatti, da discorsi, ma è un'affermazione comoda che risolve tutti i problemi, detta da un uomo molto famoso a una donna che non ha mai visto e conosciuto. Se Gabriele vuole scusarsi, come ha detto ultimente, lo può fare anche a luci spente. Non sono irraggiungibile, il mio numero ce l'ha anche la moglie".

Ha chiesto silenzio e rispetto Silvio Muccino in tutti questi anni e continua a chiederlo per mettere il punto, una volta per tutte, a questa storia diventata ormai di dominio pubblico:

"Vorrei il rispetto che in questi anni è mancato. Perché il dolore urlato non è più sentito del dolore silenzioso. Io in questo silenzio sono riuscito a trovarmi".

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