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Sabato, 20 Aprile 2024
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Corona, parla Lele Mora: “Ha la malattia dei soldi”

L’ex agente dei vip, dopo il carcere, ha cambiato la sua vita. Ora si dedica al sociale e, a seguito dell’arresto di Fabrizio, ha detto la sua in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera: “Gli dicevo di stare attento, ma non l’ha capito. Non ha mai rubato, ma sapeva come prendere dalle persone”

Esistono storie di chi si rialza dopo aver commesso piccoli o grandi errori e chi, invece è recidivo. Lele Mora no, lui guarda al passato per imparare ad essere migliore e, nonostante i suoi 61 anni e i momenti duri che ha alle spalle, non si è rassegnato. 

Ebbene sì, la sua popolarità, il suo conto e tante altre cose della sua vita sono cambiate da quando era il super talent scout che ha lanciato volti più o meno illustri dello showbiz. Dopo una partentesi in carcere, a causa della condanna per spaccio di droga, evasione fiscale, bancarotta fraudolenta e favoreggiamento della prostituzione, sta ancora scontando la sua pena in affidamento alla comunità Exodus di Don Mazzi.

L’ex agente dei vip si dedica molto al sociale come racconta lo stesso in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera: "Porto da mangiare, vestiti, sigarette, aiuti, quello che posso e che riesco a recuperare da aziende che me lo danno gratis. C’è tanta gente generosa" e, inoltre, lavora nella agenzia di pubblicità del figlio a cui è anche formalmente affidato.

Lele Mora è cambiato ma non dimentica il suo passato. "Creavo dei sogni. Non avevo solo tronisti o personaggi dei reality, avevo i nomi migliori come Ventura, Ferilli, De Sica, Estrada, Falchi, Cucinotta, Raoul Bova. Ogni mossa era da me studiata a tavolino, a parte i grandi numeri uno, che non hanno bisogno di nulla, gli altri erano solo dei burattini manovrati da me".

L’intervista continua poi con rivelazioni shock: "Tutti vogliono fare la televisione, tutti vogliono cantare. “Vengo a letto con te o vado a letto con chiunque vuoi, basta che mi fai fare successo. Ti pago, ti do soldi”, quando mi dicevano questo ho sempre detto “avete sbagliato palazzo, andate più avanti che c’è Corona”".

Ecco che allora, inevitabilmente, viene tirato in ballo lui, Fabrizio Corona, e il suo ritorno in carcere lo ha portato a ricordare quel rapporto un tempo speciale: "Una grande amarezza. Mi ha frequentato, ha colto la mia professionalità di tanti anni, il mio lavoro e alla fine ha distrutto tutto. E' un bullo che non balla, bello e dannato, ma non mi emoziona più. L’ho amato molto e non ho avuto il coraggio di tenerlo nascosto, ma quello che uno fa tra i muri di casa sua è un’altra cosa. Quando lui arrivava a pranzo voleva il suo posto di fianco a me, chi c’era c’era lo faceva alzare. Mi siedo vicino al mio amore, diceva". 

Tra le sue parole si percepisce un senso di amarezza: "Credo mi abbia usato, mi ha spennato, quando il pollo è rimasto senza penne ha cominciato a fare la sua strada. Gli dicevo di stare attento, ma non l’ha capito perché è malato di soldi, è una macchina da soldi, un genio del male. Non ha mai rubato, ma sapeva come prendere dalle persone".

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