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Sabato, 20 Aprile 2024
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Alice Campello: "17 trasfusioni di sangue, impossibile fermare l'emorragia in terapia intensiva"

L'influencer è mamma di quattro bambini, avuti dal calciatore Alvaro Morata

(Nel video in alto, l'intervista ad Alice Campello)

Una storia da pelle d'oca. E' quella di Alice Campello, 28 anni, diventata mamma della sua Bella tre settimane fa ma che, proprio in occasione del parto, è finita in terapia intensiva. "Un po' alla volta miglioro", dice oggi a Verissimo l'influencer, già madre di quattro bimbi e sposa di Alvaro Morata, calciatore spagnolo. Ma il ricovero è stato un incubo: "Vai lì pensando che sarà uno dei giorni più belli della tua vita, invece finisci in terapia intensiva. È una lezione di vita".

Diventare mamma è sempre stato il suo sogno. Già commossa una volta arrivata in studo, Alice ricorda passo dopo passo quello che è stato il giorno più bello ma anche il più complesso. "Il parto è andato molto bene. Un parto cesareo, il più bello dei quattro. Non avrei potuto scegliere altro tipo di parto. Il problema è arrivato dopo: ad un certo punto ho iniziato a sentirmi male". 

Improvvisamente, Alice apre il lenzuolo e scopre di aver perso tantissimo sangue. "Ho aperto la coperta e ho visto una emorragia enorme". L'utero non si era contratto e questo ha creato una emorragia grave. "Inizialmente sembrava semplice, poi i medici di ora in ora tornavano ed erano sempre più bianchi, non sapevano più che fare. In quel momento la mia preoccupazione è stato Alvaro, perché so che sta male quando sto male io. L'ho visto sbiancare e sono svenuta". 

Diciassette trasfusioni di sangue sono state necessarie. "Mi sono svegliata alle dieci di sera, dalle dieci di mattina che mi avevano ricoverato in terapia intensiva. Mi avevano intubata, sono stata lontana dalla mia famiglia per ore. Solo quando mi sono svegliata ho capito tutto quello che mi era successo", racconta oggi. "I medici sono riusciti a fermare l'emorragia solo dopo ore. Iniziavano a finire le idee e, all'ultimo minuto, ci sono riusciti con un palloncino che mi hanno inserito nell'utero e che ho tenuto fino alle 14 del giorno seguente. C'era la paura che non funzionasse neanche quello ed in quel caso mi avrebbero tolto l'utero, altrimenti sarei morta". Tolto il palloncino, tutto è andato bene.

In tutta la sua dolcezza, Alice spiega di aver sofferto più per la sua famiglia che per se stessa. "È stato difficile. Avevo detto ai bambini che avrebbero conosciuto la bambina, ma non mi vedevano tornare. Nessuno gli ha spiegato nei dettagli l'accaduto ma avevano capito. Uno di loro dormiva con la mia foto".

Per la coppia il dramma è stato una vera e propria lezione di vita, tanto che si sono tatuati proprio questa frase, insieme alla data di nascita della piccolina. "Oggi vedo ogni cosa in modo diverso. Alvaro è arrivato a pensare a come sarebbe stata la vita senza di me. Oggi i bimbi mi portano fiori in continuazione, mi chiedono ogni tre secondi se sto bene. È incredibile la sensibilità dei bambini. Avevano capito tutto". 

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Piano piano la vita sta tornando alla normalità. "Tornata a casa, ho pianto per una settimana intera. È stata dura per le persone che amo. È stata la prima volta che ho visto mio padre provato. Alvaro mi è stato vicino ma soprattutto mi ha trasmesso amore. Mi ha fatto capire che mi sarebbe crollato il mondo".

Infine, viste le trasfusioni, l'invito a donare: "A salvarmi la vita è stato chi ha donato il sangue". 

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