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Sabato, 20 Aprile 2024
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Arisa parla dell'intervista "sfortunata": "Ribadisco mi piace Meloni e la vorrei vedere al Gay Pride"

In una lunga confessione, con alcune precisazioni, la cantante è tornata a parlare della questione che ormai da giorni

Arisa ha parlato molto, ha voluto parlare "senza filtri", senza il filtro di un intervistatore e soprattutto ha voluto chiarire alcuni aspetti di quell'intervista che ormai da giorni l'ha trasformata, per alcuni, nel "pericolo numero uno delle famiglie arcobaleno". La cantante ha condiviso molte storie Instagram in cui ha raccontato alcuni dettagli della sua storia personale mai riferiti prima e che spera possano far comprendere che le sue parole sono state mal interpretate anche perché lei ha rilasciato l'intervista e non era "preparata a domande così importanti come 'cosa ne penso della Meloni, dell'eutanasia'". Arisa ammette di essersi "sentita piccola così e molto in difficoltà e mi sono espressa male e ho detto confusamente quello che io penso e stavo male dentro perché se da una parte era tutta la vita che aspettavo di esprimermi per farvi forza, darci forza, su cose sulle quali io davvero mi reputo dalla vostra parte, dall'altra pensavo che mi sarei dovuta astenere, quindi mi sono a metà e questo 'non dire'".

Un racconto quello di Arisa che tocca anche argomenti molto delicati come la violenza subita in casa dalla nonna e dalla madre, il periodo difficile che sta vivendo da un anno a questa parte e la consapevolezza di aver ferito persone a lei care e che lei ama. Su un punto però è rimasta ferma: "Ribadisco a me piace Meloni, perché è stata una donna in grado di raggiungere obiettivi che nessuno è stato in grado di raggiungere, io vengo da una famiglia patriarcale, dove le donne devono stare zitte e cucinare e quando gli uomini sono di cattivo umore è anche possibile che le prendano: come faceva mio nonno con mia nonna che la ammazzava di botte e mia mamma talvolta le prendeva o doveva stare lì a guardare".

La sua lunga spiegazione si conclude poi con una speranza, quella di vedere Giorgia Meloni al gay pride così da poter "ascoltarvi e concedervi, concederci, i diritti fondamentali, capire che è solo amore quello che vogliamo e anche per lei sarebbe più semplice amministrare uno stato di persone felici anziché uno stato che deve battagliare per l'amore, perché ci sono problemi molto più gravi da risolvere dell'amore".

Il lungo discorso di Arisa a cuore aperto e "senza filtri"

"Questo è stato un anno particolare per me, è iniziato l'anno scorso di questi tempi con un grande dolore, dolore che ho dovuto nascondere sotto al letto e prima di questo dolore c'erano state un po' di delusioni forti, che ho sempre tenuto per me. Per non stare a pensare e per non stare sempre a raccontare agli amici sempre le stesse cose mi sono buttata nel lavoro. Sono arrivata alla fine di quest'anno un po' provata dico la verità per questo quando sono andata da Peter Gomez per l'intervista, intervista di cui non mi aspettavo il tenore e per cui non ero preparata, perché pensavo di fare un'intervista per il singolo che per me è già molto difficile di cantante, invece questo brano mi fa risalire delle cose che erano nascoste lì sotto.

Quando mi sono trovata a dover rispondere a domande così importanti come 'cosa ne penso della Meloni, dell'eutanasia' e tutto il resto io mi sono sentita piccola così e molto in difficoltà e mi sono espressa male e ho detto confusamente quello che io penso e stavo male dentro perché se da una parte era tutta la vita che aspettavo di esprimermi per farvi forza, darci forza, su cose sulle quali io davvero mi reputo dalla vostra parte, dall'altra pensavo che mi sarei dovuta astenere, quindi mi sono a metà e questo 'non dire' ha fatto sì che io buttassi fuori un accenno che è stato poi soggetto a interpretazione, per questo ho deciso di parlare senza intermediari, prendendomi la responsabilità delle mie parole, senza filtri.

Ribadisco a me piace Meloni, perché è stata una donna in grado di raggiungere obiettivi che nessuno è stato in grado di raggiungere, io vengo da una famiglia patriarcale, dove le donne devono stare zitte e cucinare e quando gli uomini sono di cattivo umore è anche possibile che le prendano, come faceva mio nonno con mia nonna che la ammazzava di botte e mia mamma talvolta le prendeva o doveva stare lì a guardare.

Il polverone è nato anche dal fatto che molti di voi hanno letto solo il titolo dei giornali che parlavano di questa cosa senza aver visto l'intervista, alla domanda sei a favore dei matrimoni gay ho risposto sì, alle adozioni? Sì. L?unica cosa sulla quale mi sono espressa in modo negativo è la maternità surrogata. Io da donna non posso essere d'accordo con la maternità surrogata, perché questa pratica rischia di mettere a repentaglio la dignità dell'essere umano femminile che verrebbe utilizzato per fini commerciali come già oggi sono utilizzate le bestie, in alcune parti del modo è già così. In alcune parti del mondo donne disperate si concedono alla malavita organizzata e inoltre queste pratiche che regolano questo tipo di compravendita sono contratti nei quali si stabilisce che verrà consegnato solo se nascerà sano, i bambini non sani che fine fanno? Invece io voglio ribadire che sono a favore delle adozioni sia per le coppie arcobaleno, sia per le persone single. Anch'io vorrei diventare madre ma non posso per dei problemi di salute, io non voglio ricorrere all'inseminazione in vitro senza avere un compagno, ma voglio comunque vivere nell'amore e condividere i sacrifici che ho fatto e le battaglie che ho vinto nel mio percorso di vita con un ragazzo che potrebbe non avere la stessa opportunità, quindi io chiedo al governo di semplificare le pratiche di adozione.

Mi è sembrato che il fatto che ha più fatto discutere sia stato l'utilizzo del termine macchietta e il termine normalità, io questa intervista non l'ho rivista, ma io volevo esprimere questo concetto che la maggior parte dei media che volevano far sentire la presenza della comunità enfatizzano dei cliché che non rappresentano la comunità che è fatta di persone con lavori normali e vite normali, il mio è stato un discorso per chi non mi conosce, ho voluto sottolineare la sensibilità di ognuno di voi dovuto a un percorso non facile, che parte dall'accettazione di se stessi alla comunicazione di se stessi al mondo intero, io credo che si debba togliere il confine tra ciò che è comunità e ciò che non lo è, capire che siamo tutti uguali che le proprie scelte personali sul con chi stare e con chi fare una famiglia sono scelte personali. E se fossero accettati nella normalità non ci sarebbe bisogno di alzare tutte le volte questo polverone, il punto è che siamo tutti uguali e il futuro ha bisogno d'amore.

Io vi voglio bene, siete la mia vita, non ci facciamo depotenziare, mettiamoci una pietra sopra e andiamo sulla stessa strada che non vuol dire andare d'accordo, ma avere la consapevolezza che c'è un sentimento, anche nelle migliori famiglie non si va sempre d'accordo, però abbiamo la consapevolezza che abbiamo costruito grandi cose insieme e che io ci metto sempre la faccia per dirvi la verità, poi siamo in democrazia uno spera nel dialogo, siamo in democrazia come fa a instaurarsi un fascismo così duro? Io spero di no, io sono fiduciosa e il mio sogno più grande è che Giorgia Meloni sia la pride per ascoltarvi e concedervi, concederci, i diritti fondamentali, capire che è solo amore quello che vogliamo e anche per lei sarebbe più semplice amministrare uno stato di persone felici anziché uno stato che deve battagliare per l'amore, perché ci sono problemi molto più gravi da risolvere dell'amore".

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