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Martedì, 16 Aprile 2024
dietro lo show

Anna Carlucci: "Lavorare con mia sorella Milly è una fortuna. Le liti a Ballando? Ognuno si assume le sue responsabilità"

Anna Carlucci ci racconta la sua esperienza da protagonista della tv degli anni Ottanta e di attuale coordinatrice delle pagine social di Ballando con le stelle: "Montesano? Ad ogni persona accusata di qualcosa viene data la possibilità di parlare. Credo che almeno sarebbe giusto concederlo"

Al telefono la sua voce si confonde con quella della sorella Milly, tanto sono simili: "È un periodo un po' movimentato" dice Anna Carlucci all'inizio di una conversazione che pian piano spazierà dal suo attuale ruolo di coordinatrice dell'attività social di Ballando con le stelle ad un passato da protagonista del piccolo schermo, quando era conduttrice del programma Parola mia su Rai1 insieme a Luciano Rispoli. 

Erano gli anni Ottanta, i tempi della cultura che faceva spettacolo, dei quiz sulla lingua italiana, dei giudizi di un professore, Gian Luigi Beccaria, docente di lingua italiana all'Università di Torino, chiamato a valutare le sfide tra concorrenti. Altri tempi rispetto a oggi che la storia è tutta un'altra e in tv capita che si litighi, si discuta, ci si punzecchi. Un po' come sta succedendo nel dance show del sabato sera, nel pieno di un'edizione che sin dall'inizio si è circondata di un'atmosfera tesa, con l'insulto a Selvaggia Lucarelli prima, il caso Montesano poi, i diverbi tra i giudici che ancora restano al centro dell'attenzione almeno quanto i passi di tango e di rumba dei vip in gara. 

Signora Carlucci, qual è oggi il clima che si respira dietro le quinte di Ballando a qualche giorno di distanza dall'ultima puntata? 

"Il clima è di grande serenità. Le liti tra i giudici non sono una novità, li ho sempre visti discutere e andare d'accordo. Voglio anche precisare che a differenza delle edizioni estere di Ballando con le stelle come pure del Cantante Mascherato (altro programma condotto da Milly Carlucci, ndr) dove la giuria viene guidata nei commenti dagli autori con un auricolare e le puntate non sono in diretta, da noi il giurato dice quello che vuole e se ne assume la responsabilità a 360 gradi". 

Quindi finisce la puntata, si spengono le luci e basta? Niente strascichi tra i giudici dopo le dichiarazioni anche molto forti che si fanno in diretta? 

"Sui social si parlano, si accusano, ognuno fa i suoi commenti. Immagino che qualcosa si diranno, ma il programma non fa da tramite a ciò che si dicono. Siamo tutti adulti e vaccinati". 

Anche il caso Montesano ha acceso parecchio gli animi. A qualche settimana dalla squalifica l'attore ha chiesto di poter tornare nel programma per spiegare al pubblico le sue ragioni. 

"Sulla faccenda di Enrico dico che in qualsiasi contesto, ad ogni persona accusata di qualcosa, viene data la possibilità di parlare. Credo che almeno sarebbe giusto concederlo".

Quindi non dipende dal programma il suo ritorno in scena? Perché si dice che anche sua sorella Milly sarebbe propensa.  

"No assolutamente. L'azienda prende delle decisioni a cui poi dobbiamo sottostare. Certo a tutti piacerebbe dargli la parola, ma proprio umanamente. Ma chi lo sa... Alla fine di Ballando mancano ancora tre puntate, al ripescaggio ne mancano due. Magari, speriamo. Sarebbe bello". 

Polemiche, attacchi, insulti... Sembra passata una vita dalla calma, dalla lentezza, dai dialoghi quasi sussurrati tra lei, Luciano Rispoli e i concorrenti di Parola mia

"Era una televisione molto elegante. Un salotto di intrattenimento culturale. Sembra un altro mondo". 

Secondo lei è più la tv ad essersi adattata ai tempi oppure è stata anche la tv ad aver contribuito al cambiamento del pubblico? 

"Tv e società non sono comparti stagni. Di sicuro la tv si è adeguata alla società che era proiettata su altre cose e poi si è continuato ad andare avanti insieme. E come in tutte le cose ci sono lati positivi e negativi". 

Dopo Parola mia andata in onda 1985 al 1988 su Rai1, sempre accanto a Luciano Rispoli ha lavorato ad altre trasmissioni. Poi piano piano ha iniziato a centellinare le apparizioni in video e a lavorare sempre più dietro le quinte come regista, autrice e sceneggiatrice. Cosa l'ha spinta a fare un passo indietro nonostante fosse diventata così popolare?

"Perché il mio sogno non era fare la conduttrice. In realtà la mia passione è sempre stata la scrittura. Mi sono laureata in Lingue e letterature moderne con indirizzo cinematografico e contemporaneamente agli studi ho iniziato  a frequentare una scuola, il 'Laboratorio di comunicazione sociale' fondato da un dirigente della Rai che coinvolgeva i professionisti che volessero insegnare a titolo gratuito. Dopo due anni sono passata a lavorare nelle redazioni dei programmi in diversi ruoli. Poi nel 1984 è arrivata la proposta di andare a Torino e lì il direttore del centro di produzione Rai mi chiese di fare l'assistente alla regia di un programma di Rispoli, Pomeridiana. Poi la proposta per la conduzione di un gioco che era parte del programma. Io ero un po' reticente, ricordo ancora quanto la mia famiglia e Milly soprattutto mi spinsero ad accettare... Così è partita la mia esperienza in tv. E devo dire che ho sempre sofferto un po' davanti alla telecamera, anche se poi alla fine mi veniva bene". 

Poi però ha deciso di mettere un punto a quell'esperienza. 

"Sì, e ho iniziato a fare la volontaria sui set cinematografici. Ma il cinema iniziava a non essere conciliabile con la mia idea di famiglia e ho lasciato. Non vivevo nemmeno a Roma e non potevo contare sull'appoggio dei miei genitori che per me, come per le mie sorelle, sono stati determinanti. Tutto quello che siamo, poco o tanto lo dobbiamo a loro". 

In quegli anni lei come Milly e Gabriella eravate protagoniste della tv, iconiche al punto che anche il trio Marchesini-Lopez-Solenghi realizzò un'imitazione durante il Festival di Sanremo 1989. C'è mai stata rivalità tra voi?

"No, assolutamente. Ognuno di noi aveva una sua cifra. E infatti con il tempo ognuna di noi si è ricentrata su ciò che le piaceva fare". 

E adesso da un po' di anni lavora con Milly. L'aspetto social di un programma come Ballando è determinante. 

"Sì, sono uno strumento di lavoro importantissimo. Abbiamo iniziato nel 2015, prima c'era solo una pagina Facebook con contenuti minimi. Milly mi disse di voler aprire i suoi profili social e mi propose di occuparmene. Così piano piano abbiamo iniziato a dare visibilità ai maestri che a loro volta hanno cominciato ad usarli e così siamo arrivati a smuovere un po' la Rai che all'inizio aveva un po' di ritrosia per questo mezzo, arrivando anche a cambiare il meccanismo del televoto che prima arrivava via telefono e aveva un costo. Grazie ai social si è rinnovata molto la platea dei telespettatori che da essere prevalentemente over 60 e bambini, ora è trasversale. Ci tengo a precisare che io non dirigo i social, ma coordino la strategia che ogni anno cambia anche per raggiungere certi risultati. Sempre in accordo con Milly che è il programma".

Com'è lavorare con la propria sorella? È davvero "il sergente" - o la "generalessa", come la chiama lei - che dicono?

"Fino al 2015 ho lavorato alla Rai di Milano, poi ho iniziato a lavorare con Milly stabilmente. Com'è dietro le quinte? Milly è una persona dolcissima con una forza incredibile. Il suo successo è frutto di un lavoro continuo di cui lei non perde nemmeno un dettaglio. Su Ballando, dalle scarpe al trucco al parrucco, passa tutto da lei. Le racconto un aneddoto che spiega bene quello che intendo: Oney Tapia, l'atleta paralimpico non vedente che partecipò e vinse Ballando nel 2017, faceva molta fatica a distinguere me e Milly per la voce molto simile. Una volta lo incontrai nei corridoi fuori dallo studio e lui subito mi rispose "Ciao Anna!". Allora mi avvicinai e gli chiesi come avesse fatto a riconoscermi. E lui mi disse: "Perché Milly non sarebbe mai fuori dallo studio". Questa è Milly, una persona incredibile come sorella, come artista... Con lei ogni volta impari qualcosa. E poi è generosa, ama insegnare agli altri e far crescere le persone al suo fianco. E Ballando lo dimostra: Milly vuol far uscire il meglio delle persone. E se ci sono tensioni si risolvono e si chiariscono".

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