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Venerdì, 19 Aprile 2024
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"Quando ho iniziato nessuno mi prendeva sul serio": Benedetta Rossi si racconta

La foodblogger più famosa d'Italia al settimanale Oggi ha spiegato di essere ancora molto timida, nonostante il suo successo

Benedetta Rossi diventa Superbenny, ovvero un cartone animato. "È un traguardo incredibile, per me poi è il massimo non dover apparire in carne e ossa. Sono timida, ancora adesso ho il batticuore davanti alla telecamera". Lei che ha venduto un milione e mezzo di libri ed è la foodblogger più amata e seguita d'Italia deve ancora fare i conti con la timidezza. Per questo è particolarmente contenta di diventare una supereroina, con dei poteri, grazie ad un cucchiaio. Immancabili spalle il marito Marco Gentil, da sempre vicino a lei, e il cane Cloud. La passione per la cucina Benedetta l'ha ereditata dalla zia e dalla nonna. "A tre anni impastavo la pasta fresca e gli gnocchi con zia Giulietta. Le mani si impregnavano di farina e uova e mi emozionavo". Poi non sapendo che fare, ma avendo una passione per natura e mare, decide di frequentare l'università a Ancona, Scienze biologiche. "Non ho mai fatto la biologa però il metodo scientifico lo applico nelle ricette preparo tutto prima, peso gli ingredienti, evito di errori".

Benedetta Rossi dopo l'intervento: "Un taglio di 15 centimetri, sento delle fitte"

Il successo su YouTube e sui social è arrivato per caso: "Lavoravo nell'agriturismo della mia famiglia e postavo le ricette dei dolci che preparavo. Facevo tutto da sola, riprese e montaggio". Poi il successo nazionale che l'ha portata a scrivere libri, ad avere programmi in tv e un numero sempre maggiore di follower sui social.

L'inizio del successo di Benedetta Rossi, quando nessuno credeva nel progetto

Benedetta e Marco si sono conosciuti nel 1997, si sono sposati alla Hawaii nel 2009 e hanno sempre fatto tutto insieme. Anche il successo è condiviso: "Io sono quella più timorosa, lui mi incoraggia, mi spinge a lanciarmi. Senza di lui non sarei qui ora"."Quando abbiamo iniziato nel 2011, non si sapeva bene neanche a cosa servissero i video su YouTube. Cercavamo aiuto in zona, ma nessuno ci prendeva sul serio. Temevo che se non ci fossimo trasferiti a Milano non saremmo riusciti a far crescere il progetto. E invece abbiamo resistito e stare in campagna è diventato un punto di forza. Anche se tuttora non abbiamo una connessione veloce. Adesso sono i milanese che vengono giù da noi".

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