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Venerdì, 19 Aprile 2024
il ricordo

Beppe Fiorello: “Quando morì mio padre mi crollò il mondo”

In occasione del prossimo spettacolo che lo vedrà protagonista su Rai1, l’attore ha raccontato il ruolo determinante che il padre ha avuto nella sua vita e nella sua carriera

Dopo il successo della fiction ‘Gli orologi del diavolo’, Beppe Fiorello torna su Rai1 con ‘Penso che un sogno così’, adattamento televisivo dello spettacolo che ha viaggiato lungo l’Italia per 300 serate, basato sulle canzoni di Domenico Modugno intrecciate ai ricordi della sua infanzia. La data prevista è per lunedì 11 gennaio e, in vista del debutto, l’attore si è raccontato in un’intervista al Corriere della sera che ha ripercorso la sua giovinezza e raccontato il ruolo determinante il padre ha avuto nella sua vita. E proprio a lui, scomparso quando Beppe aveva solo 20 anni, è dedicato questo spettacolo.

Giuseppe Fiorello ricorda il padre

Giuseppe Fiorello si descrive come “un bambino chiuso, timido e introverso, cresciuto a pane e Modugno”. “Mi piaceva l’idea di questo gioco di specchi: un padre cresce un figlio con il mito di un cantante, quel figlio diventa un attore che interpreterà proprio quel cantante. Mi sono detto che non potevo non raccontare questo incrocio del destino”, ha confidato l’attore parlando dello spettacolo che è soprattutto un omaggio a suo padre che morì quando lui aveva 20 anni. “Era un padre molto semplice, simpatico, anche se la simpatia spesso viene letta come una dote leggera. Mi colpiva la sua positività, la sua visione della vita: era un possibilista, tutto per lui era possibile, fattibile; sognava molto, per noi e per lui. E poi non solo cantava le canzoni di Modugno, ma gli assomigliava anche fisicamente”.

Fiorello fa coincidere il suo desiderio di salire su un palco per iniziare la sua carriera di attore proprio con la scomparsa del padre: “Avevo 20 anni, ero un ragazzo non ancora diventato uomo. Ero al crocevia delle decisioni, nello svincolo della vita. Dove vado? Mio padre mi aiuterà, pensavo. Il mondo mi crollò addosso. La sua morte mi costrinse a crescere più velocemente e a mettere in ombra la parte chiusa e bloccata di me. Cominciai a muovermi, incuriosirmi, viaggiare, capirmi, incontrare persone”.

I fratelli Rosario, Anna e Catena

Spazio, poi, al ricordo dei suoi fratelli bambini: “Di Rosario chiunque avrebbe avuto l’idea chiara di cosa avrebbe fatto, appena nato tutti dicevano: questo bambino mettiamolo subito in televisione... Lui e mio padre tenevano alta l’asticella dell’umore in famiglia”, ha confidato Giuseppe. “Più pacati”, invece, lui  e la sorella Anna: “Rosario e Catena sono sempre stati più aperti e disinibiti. Eravamo una famiglia dall’umore sempre bello, con i naturali alti e bassi che capitano a tutti. E poi c’era il contorno della famiglia allargata di parenti. La tavola era il luogo dove ci si incontrava. Ore e ore a mangiare,ridere, parlare, cantare”.

Rosario Fiorello nello spettacolo ‘Penso che un sogno così’

Lo spettacolo ‘Penso che un sogno così’ sarà caratterizzato dalla presenza di tanti ospiti, come Serena Rossi, Francesca Chillemi, Pierfrancesco Favino, Paola Turci, Eleonora Abbagnato e, infine, anche suo fratello Rosario: “È sempre molto eccitante lavorare con lui, ti senti sempre in bilico sul crinale di una scarpata, hai paura che possa cambiare le regole del gioco, te ne stai lì impaurito ed eccitato, ma lui ti tiene sempre per mano”.

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