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Sabato, 20 Aprile 2024
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Chiara Ferragni, tutte le critiche sulla beneficenza (e il maglione con cui l'ha annunciato è già in vendita)

Il compenso di Sanremo 2023 sarà devoluto a un'associazione che si occupa delle donne vittime di violenza, ma dietro al gesto dell'imprenditrice digitale qualcuno ci legge una precisa strategia di marketing

Chiara Ferragni devolverà l'intero compenso di Sanremo 2023 alla rete nazionale antiviolenza D.I.Re., donne in rete contro la violenza. Lo ha annunciato ieri in una conferenza stampa ad hoc, condividendo ovviamente la notizia sui suoi profili social da milioni di follower. Un gesto bello - non si può dire il contrario - che però non raccoglie lodi unanimi. 

Più di qualcuno fa le pulci alla decisione dell'imprenditrice digitale - che sarà sul palco dell'Ariston accanto ad Amadeus martedì 7 e sabato 11 febbraio - o meglio, al suo annuncio urbi et orbi, rilanciato all'ennesima potenza tra post e storie Instagram. La discussione su come è più giusto fare beneficenza, se in silenzio o pubblicamente, va avanti da ancora prima dell'avvento dei social, ma Chiara Ferragni e suo marito Fedez l'hanno riportata spesso alla ribalta negli ultimi anni, dalla distribuzione di pacchi di soldi a bisognosi incontrati per strada dal rapper a bordo della sua Lamborghini, fino alla raccolta fondi record durante l'emergenza Covid, grazie alla quale i Ferragnez hanno permesso la realizzazione di un nuovo reparto di terapia intensiva all'ospedale San Raffaele di Milano. Insomma, le opere di bene sono indiscutibili. Discutibili sono i metodi, almeno per chi ama puntare i riflettori sui Kardashian italiani. O meglio, che forse spera vengano finalmente spenti. 

La beneficenza sbandierata

Quello che fa riflettere è che stavolta le critiche arrivano anche dai più insospettabili. Come Benedetta Sabene, giornalista esperta di politica e geopolitica, dunque - almeno su carta - quanto di più distante dal mondo Ferragnez. A scomodarla il circo mediatico messo in piedi nel giro di 24 ore, che ha visto tra le prime file anche nomi altisonanti, come quello di Laura Boldrini, grata all'imprenditrice digitale per questo gesto: "Leggo post di ringraziamento a Chiara Ferragni provenire pure dagli ambienti femministi e sinceramente sono piena rasa - scrive Sabene su Instagram - I fenomeni andrebbero analizzati nella loro complessità, e inseriti in riflessioni più ampie: siamo sicure che dobbiamo fare l'applauso a una milionaria che fa il minimo indispensabile con un ritorno enorme di immagine? La beneficenza è sempre connessa con il potere, perché non cambia minimamente i rapporti di forza economici in questa società: guarda caso questi milionari faranno tantissima beneficenza (facendolo sapere a tutti 'per diffondere consapevolezza' certo) ma figurati se faranno mai una lotta per la patrimoniale. Perché la patrimoniale significa redistribuzione, e toglierebbe loro un po' di potere. La beneficenza non redistribuisce nulla, si scarica dalle tasse e non intacca il loro potere, anzi come vediamo lo aumenta in termini di immagine". La giornalista rispolvera anche una vecchia questione che a quanto pare torna ciclicamente a bussare alla porta della famosa coppia: "Se ancora non abbiamo capito cosa significa la beneficenza per questi personaggi, nonostante si siano letteralmente già rivelati da soli anni fa (quando dopo aver preso a calci il cibo in un supermercato dissero 'diciamo che lo diamo in beneficenza' per far stare zitta la plebe) non c'è molto altro da dire".

A questo punto dobbiamo ravvederci. Benedetta "Sa bene" di cosa parla e colpisce duro: "Sono stanca che negli ambienti femministi si continui a fare da cassa di risonanza delle operazioni di marketing di milionari che non si assumono mai la responsabilità di ciò che fanno: andare in giro con i jet privati in piena emergenza climatica, fare aperitivi in elicottero su un ghiacciaio, marketing opaco con Balocco - incalza - vendere taglie di vestiti fino alla 44 (alla faccia della body positivity), la retorica tossica del 'se vuoi puoi' nonché tutta la questione dello sfruttamento dell'immagine dei minori sui social. Di tutto questo non rendono mai conto, ma appena regalano le briciole a qualche associazione femminista o fanno il bel discorsetto sul palco del primo maggio (mentre collaborano con Amazon) - si legge infine - sono prontissimi a costruirci sopra campagne mediatiche enormi con la complicità di un giornalismo sempre più scadente che ormai non fa più domande ma si limita a fare da megafono degli imprenditori". 

La storia del maglione

Quasi superfluo dire che a dare manforte a Benedetta Sebene sia Selvaggia Lucarelli, che agli scivoloni (presunti o tali) dei Ferragnez avrà dedicato un ampio 30% dei suoi contenuti social degli ultimi anni. Dunque non le ci è voluto molto a fare la lista dei personaggi che, come Chiara Ferragni, hanno dato in beneficenza il cachet di Sanremo. Tiziano Ferro, Carlo Conti, Adriano Celentano, Emma Marrone, Georgina Rodriguez, Zlatan Ibrahimovic, ma "nessuno ha indetto conferenze stampa - fa notare -  fatto comunicati tronfi, postato nelle storie gli articoli che lodavano la loro bontà, ricevuto particolare attenzione dalla stampa per il bel gesto. Ognuno usi la testa per leggere la realtà come vuole, io continuerò a dirvi: svegliatevi". Qualcosa però era troppo da insinuare, anche per lei. Il maglione con cui Chiara Ferragni si è presentata alla conferenza stampa per annunciare il suo supporto all'associazione antiviolenza D.I.Re., con la scritta "Girls supporting girls" (ragazze che sostengono ragazze), sarà presto in vendita online, come fa sapere una pagina Instagram probabilmente legata ai suoi brand: "Per tutti quelli che chiedono questo maglione, verrà pubblicato appena sarà disponibile online". "Scommetti che domani il maglione è in vendita?" qualcuno aveva avvertito ieri sera su Whatsapp Selvaggia Lucarelli, che aveva risposto: "No dai". Insomma, uno ci prova a difendere tutte le sue buone intenzioni, ma l'ombra del business rende sempre tutto più difficile.

selvaggia lucarelli ferragni

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