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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Fedez e Chiara Ferragni donano 100mila euro al San Raffaele e lanciano una raccolta fondi

La coppia ha lanciato l’iniziativa per la creazione di nuovi posti letto all'interno del reparto di terapia intensiva dell’ospedale milanese

Attraverso una donazione personale di 100mila euro, Chiara Ferragni e Fedez danno il via a una campagna a sostegno della raccolta fondi destinata alla creazione di nuovi posti letto all'interno del reparto di terapia intensiva dell'Ospedale San Raffaele di Milano, parte del Gruppo San Donato, ad oggi strettamente necessari e indispensabili per affrontare l'emergenza sanitaria del Coronavirus e per fornire gratuitamente a ciascun paziente la cura medica di cui ha urgentemente bisogno.

Lo scopo di Chiara Ferragni e Fedez è quello di incentivare chiunque a dare un aiuto concreto a tutto lo staff dell'Ospedale San Raffaele di Milano collegandosi direttamente al link: accedendo direttamente alla campagna, sarà possibile dare una donazione minima di 5 euro (la piattaforma non ha commissioni, ma in fase di donazione il donatore può lasciare una mancia facoltativa).

Ferragni e Fedez, la raccolta fondi per il San Raffaele in collaborazione con il prof. Alberto Zangrillo

I fondi totali raccolti saranno direttamente devoluti all'ospedale per il rafforzamento della terapia intensiva. "Speriamo che questa nostra iniziativa sensibilizzi le persone in Italia e all'estero sull'emergenza Coronavirus nella quale siamo tutti coinvolti", spiegano Chiara Ferragni e Fedez.

L'iniziativa realizzata con la collaborazione del professor Alberto Zangrillo, primario di terapia intensiva cardiovascolare e generale dell'ospedale San Raffaele di Milano, andrà in supporto alla terapia intensiva, ambiente super specialistico per malati gravi. Gli ammalati con insufficienza respiratoria causata dall'epidemia in corso occupano questi reparti che risultano altamente insufficienti a fronteggiare la crisi. Un letto di terapia intensiva ha un costo nettamente superiore rispetto a un letto di degenza normale. È necessario un monitor che rilevi le funzioni vitali del paziente, un ventilatore che assista la respirazione del malato e una serie di pompe infusionali per liquidi e farmaci.

"È un contributo concreto che apprezziamo moltissimo e che speriamo sia di esempio per molti. Noi continuiamo la nostra battaglia, che vinceremo, contro questa emergenza straordinaria, dove le terapie intensive rappresentano l'unica possibilità di guarigione per i pazienti più gravi", dichiara il professor Alberto Zangrillo, primario di terapia intensiva cardiovascolare e generale dell'ospedale San Raffaele di Milano.

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