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Sabato, 20 Aprile 2024
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Cristina D'Avena: "Mi consideravano una che fa musica di serie B"

Il discorso della cantante a Le Iene in cui ha parlato dei pregiudizi che l'hanno accompagnata per gran parte della sua carriera

(In alto, il monologo di Cristina D'Avena)

Cristina D'Avena era l'ospite speciale de Le Iene. In ogni appuntamento settimanale un personaggio noto del mondo dello spettacolo parla di sè e in particolare di un aspetto della sua vita che ha lasciato il segno, la scorsa settimana era Arisa che parlando della sua bontà ha confidato di essere stata spesso ferita e che ancora oggi - nonostante i traguardi raggiunti - si vergogna ancora di quello che è. 

Il discorso di Cristina D'Avena

D'avena ha parlato della sua carriera e in particolare dei pregiudizi che spesso l'hanno accompagnata, per anni è stata vista solo come quella dei cartoni animati. "Fin da bambina ho sempre cantato - racconta Cristina - A tre anni e mezzo ero allo Zecchino d’oro con ‘Il Valzer del moscerino’. A 17 anni ho cantato la mia prima sigla, ‘Bambino Pinocchio’. Doveva essere un esperimento ma la mia voce piacque e così con 'La canzone dei Puffi’, che fu un grande successo, è iniziata una favola fatta di concerti di telefilm, di sigle. Kiss Me Licia, Pollon, Mila e Shiro, Occhi di gatto, le conoscete tutte e proprio ora so che avete quelle note in testa. Io le ho sempre cantate con orgoglio".

Poi ecco che arriva il momento in cui parla del giudizio di alti colleghi, che la ritenevano una cantante di musica di serie B: "Ad un certo punto della mia carriera ho avvertito che molti amici, colleghi, conoscenze del settore consideravano la mia una musica di serie B e sentivo bisbigliare: 'Ah Cristina è quella che canta per i bambini, no, no, no… non può fare di più'. E mentre nessuno scommetteva più su di me, lo ammetto, per un momento mi ha fatto pure male ma ho capito che chi stava veramente scommettendo su me stessa ero proprio io. Ho cantato le mie canzoni con ancora più forza e convinzione e so di non aver mai tradito il mio pubblico".

Cristina è una vera e propria star è chiamata a partecipare ad eventi e concerti, dove va le sue canzoni vengono sempre cantante a gran voce. E poi come dimenticare l'esperienza a Sanremo: "E così dopo 40 anni di carriera posso dirlo, ho vinto io, si perché quelle canzone per bambini le ho portate nel tempo della grande musica, a Sanremo, ma soprattutto le ho portato nel tempo. E sulle loro note ho duettato con 40 stimatissimi amici. Finalmente ho avuto il riconoscimento che aspettato e se qualcuno oggi dice che sono solo canzoni per bambini, beh non lo prendo come insulto, anzi, perché quando le ascolti si apre una finestra sul passato che tutti teniamo sempre chiusa. Un po’ per pudore o per paura del giudizio altrui. Ma non c’è nulla di cui vergognarsi a tornare bambini".

"Ai miei concerti dal palco vedo persone di tutte le età che in quelle parole ritrovano una parte di sé - racconta la cantante -. C’è chi piange, c’è chi ride, ma tutti sono felici di stare lì, circondati da persone che li capiscono e, contemporaneamente anche da un’altra parte, in un tempo antico dove, per un istante, tutto è ancora bellissimo, possibile. Sapete cos’è? È il tempo dell’infanzia. Dove tutto in quell’attimo è quasi magia".

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