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Giovedì, 28 Marzo 2024
il ricordo

Dodi Battaglia straziato dalla morte della moglie: "Le ho chiesto perdono"

Paola Toeschi combatteva da undici anni contro il cancro. L'attrice e il musicista dei Pooh hanno una figlia, Sofia

"Ogni passo in queste stanze, mi ricorda Paola e ogni immagine di Paola è una pugnalata. Sento proprio un dolore fisico al cuore". Dodi Battaglia, 70 anni, è straziato per la scomparsa di Paola Toeschi, 52, la moglie venuta a mancare lo scorso lunedì dopo una lunga battaglia contro un cancro al cervello. Ventuno anni insieme per il musicista dei Pooh e l'attrice, di cui undici di lotta alla malattia. Frutto del loro amore, una figlia, Sofia, che aveva cinque anni quando la mamma si ammalò. "Ho portato la piccola a pranzo al mare. Per distrarla. Ogni giorno, cerco di farle fare qualcosa per tenerla lontana dai ricordi. I ricordi sono una pugnalata al cuore", dice nella prima intervista rilasciata dopo il tragico evento. 

"Le ho parlato per giorni interi, poi le ho chiesto perdono"

Ad annunciare la morte di Paola, la scorsa settimana, è stato proprio Dodi, che oggi affida i suoi dolorosi ricordi ad un'intervista rilasciata al Corriere della Sera. A partire da quelli degli ultimi giorni, quando la donna era in ospedale. "Mi hanno detto: stai lì e parla, hai visto mai che le arrivi qualcosa… E così ho fatto, ma stavo già lì da 15 giorni, da quando non riusciva più quasi a parlare". 

"Le dicevo: ricordi quando è nata nostra figlia? - confida Dodi - Ricordi quella vacanza? Ricordi quando abbiamo cambiato casa? Le raccontavo le cose più fantastiche che una coppia innamorata fa. E mi è venuto spontaneo di chiederle perdono". Per cosa? "Perché quando sei sottoposto a certi stress puoi diventare nervoso, brusco. Non sono la persona più inattaccabile, non sono stato il miglior marito, ma neanche uno dei peggiori". 

Dodi Battaglia e Paola Toeschi, storia di un amore più forte della malattia 

"La mia lotta contro il suo male"

Inseparabili dal giorno in cui si sono innamorati, la malattia è stata vissuta fianco a fianco. "Alla fine della sua sofferenza, è finita anche la mia lotta contro il suo male", dichiara Dodi. "Dal 2010, la mia motivazione per vivere è stata lei: la visita, la chemio, trovare un altro medico... Quando se n’è andata, mi sono sentito come un pallone che si sgonfia. Ho sempre trovato impensabile la depressione, non mi assomiglia, sono combattivo, ma ora comincio a pensare cosa può provare una persona che resta senza l’amore della sua vita e magari non ha amici, non ha una figlia di 15 anni da accompagnare nel futuro". 

"Mia figlia Sofia, un cuoricino di 15 anni"

Sofia, la figlia, è quella che Dodi definisce la ragione per andare avanti. "Ecco, adesso, io ho la fortuna di avere come obiettivo mia figlia. Dover andare avanti per lei è una forza enorme. Sofia è forte, è una ragazza ormai, porta con orgoglio e dignità il cognome di famiglia, ma è sempre un cuoricino di 15 anni". "Le dico sempre che deve essere felice perché ha vissuto per 15 anni con una madre fantastica - prosegue - cosa te ne fai di 50 anni con una mamma che vale meno?". 

Ma com'era Paola nello sguardo dell'uomo che l'ha amata per tanti anni? "Chi l’ha conosciuta mi dice: che anima trasparente, che gentilezza. Per esempio, lei nelle persone non vedeva mai il lato negativo, non era stupida neanche un po’, ma non conosceva la diffidenza. Era sempre sorridente, ci è nata con quel sorriso". 

Roby Facchinetti scrive a Dodi Battaglia dopo la morte della moglie 

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