“Persi tre amici per la leucemia”: il racconto di Fabrizio Frizzi sulla scelta di donare il midollo
Il conduttore aveva sofferto moltissimo per la morte di un compagno di ginnasio, del nipotino di Max Biaggi e di un altro amico
La storia di Valeria Favorito, la ragazzina di 11 anni a cui, nel 2000, Fabrizio Frizzi donò il midollo osseo salvandole la vita, è stata ricordata in queste ore per sottolineare la generosità di un uomo al quale tutta l’Italia sta tributando il proprio affetto e la stima meritatissima.
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La scelta di Fabrizio Frizzi di sottoporsi ad un intervento così delicato per salvare la vita a quella che da allora avrebbe chiamato per sempre “la mia sorellina di sangue” è stata spiegata da Candida Morvillo che, sul Corriere.it, ha raccontato le ragioni per cui il conduttore amatissimo fu mosso verso questo gesto così straordinario.
“Aveva compiuto quel gesto perché ci credeva. E ne parlava perché sperava che altri seguissero il suo esempio. Aveva perso per la leucemia un compagno di ginnasio. Si chiamava Riccardo, aveva 16 anni” è la testimonianza riportata dal Corriere che ripercorre le parole di Fabrizio Frizzi all’epoca di quell’intervista per il settimanale ‘Oggi’ (era il 2000).
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“Non sapevo niente della morte, a quell’età pensi solo alla vita” confidò il conduttore che anni dopo, seguì a distanza anche la malattia di un nipotino del suo caro amico Max Biaggi: “Andrea era un bambino delizioso” raccontava, “non è riuscito a trovare un donatore. Scovare un midollo compatibile è difficilissimo”.
Il desiderio immenso di essere d’aiuto alla sofferenza di queste persone care avvicinò Fabrizio Frizzi all’Associazione Donatori di Midollo Osseo e si iscrisse al registro donatori presso l’ospedale San Camillo.
Prima di quel grande passo, intanto, aveva dovuto assistere alla fine di un altro amico che si era sottoposto all’intervento ma aveva subito complicazioni, tutti episodi che non fatto altro se non acuire la sensibilità di un uomo che ha sempre fatto del bene nel silenzio composto di un altruismo mai ostentato.