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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Francesca De André viva per miracolo: trauma cranico e bruciature per la nipote di Fabrizio

Francesca ha raccontato della paura in cui ha vissuto in questi anni, le botte, la violenza psicologica e la paura di morire

"Sono vittima di un amore tossico, violenze psicologiche e fisiche che mi hanno distrutto. Per lui avevo rinunciato a tutto, Risultato: traumi cranici, calci in testa, sangue e dolore. Spero lo arrestino". Salva per miracolo, così si definisce Francesca De Andrè, la nipote del grande cantautore Fabrizio, ricorda perfettamente il sangue, il suo, e le urla con cui chiedeva all'uomo che pensava che l'amasse di fermarsi.

Dopo la sua ultima apparizione in tv, come concorrente del Grande Fratello Vip, si era ritirata dalle luci dei riflettori per dedicarsi al progetto di costruire una famiglia con il suo fidanzato Giorgio. Si è trasferita a Lucca, dove vive lui (già padre di un bambino di 7 anni), ma quello che sembrava amore si è rivelato qualcosa di meno puro. Il loro era un rapporto tossico e come racconta la stessa Francesca lei si è salvata solo grazie alle forze dell'ordine.

Calci, minacce e la paura di morire

Francesca a inizio maggio aveva condiviso sui social, con i suoi fan, una piccola parte di quello che le stava succedendo. Spiegò di essere stata vittima di una violenza efferata e che ancora non se la sentiva di parlarne, a distanza di qualche settimana sul suo volto, sulle foto scattate dal settimanale Chi, sono ancora visibili gli ematomi.

La storia ha mostrato dei problemi di violenza fin da subito, ma in Francesca era scattata l'idea di poterlo aiutare: "Io dentro di me dicevo a me stessa 'Va bene così, si calmerà, forse lo posso salvare o aiutare in questo modo', subendo. Annullavo me stessa mentre ero sottoposta ad ogni tipo di umiliazione, che avveniva sempre in due fasi: la prima a parole, la seconda fisica. Ma io lo amavo. A volte riuscivo a fermarlo usando il cellulare per riprendere tutto e minacciando di denunciarlo. Ma le volte in cui ho vinto io sono state rare. Ho quasi sempre perso".

"Non lo denunciavo perché aveva altre denunce, pensavo proprio io lo devo mandare dentro? Io lo volevo salvare, cercavo disperatamente il suo lato positivo e volevo valorizzarlo", spiega Francesca. Francesca aveva naso rotto, labbra gonfie per i pugni presi, denti spezzati, lividi ovunque, bruciature causate da mozziconi di sigaretta. Questa è la descrizione che fa il giornalista Gabriele Parpiglia che ha intervistato Francesca, guardando alcune delle foto usate come prova della violenza. Una Francesca irriconoscibile che è ammette: "Oggi sono sola ma con la mia dignità di donna. Sì, lo so ho sbagliato". Ma proprio qui sta l'inganno, lei non ha sbagliato, lei è la vittima, ma ancora fa difficoltà a rendersene conto e infatti confida: "Lo devo capire. Dopo l'ultima aggressione per via delle sue continue alterazioni, lo devo capire. Sa ho trovato il coraggio di chiamarla, ma avevo anche paura che lei mi rifiutasse: ho perso la fiducia verso chiunque".

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La corsa la pronto soccorso e la fuga di lui

Dopo l'ultima lite, in cui lui l'ha picchiata "anche mentre ero a terra incosciente", la vicina di casa che aveva sentito tutto l'ha salvata e l'ha portata in casa sua dove ha chiamato carabinieri e ambulanza. "Anche lui li aveva chiamati, per coprirsi le spalle. Il comandante Massimiliano De Luca, al quale devo tutto, ha capito immediatamente la situazione. In quel momento è successo il delirio - ha raccontato Francesca - Lui è scappato da dietro casa, nel bosco, portando con sé il mio telefono dove c'erano le prove di altre aggressioni. Non volevo denunciare ma questa volta la denuncia era d'ufficio perché colto in flagranza di reato. Poi lo hanno preso e io sono finita in codice rosso in ospedale".

Prima le hanno dato 20 giorni di prognosi, ma questo è stato un dramma perché sotto i 20 giorni non potevano trattenerlo in custodia. "La tac alla testa però ha evidenziato un trauma cranico e poi c'era il corpo completamente tumefatto. I capi d'accusa così sono aumentati e spero che la legge lo spedisca in carcere, dove gli auguro il peggio, perché uomini così devono pagare".

Francesca cercava di costruirsi una famiglia e per giustificarsi a se stessa si ripete che lei non è "fatta sbagliata", che voleva solo "una famiglia, cercavo di costruire un amore". Con la sua famiglia, quella biologica, non ha mai avuto un grande rapporto e quando le viene chiesto di parlare di loro riesce solo a dire: "Ma quale famiglia? Quelli che mi hanno affidata al comune di Milano in un orfanotrofio? Sono sola. Cerco una stabilità che non ho mai avuto". In questo difficile cammino di ripresa sta vivendo in un bed&breakfast, per fortuna ha al suo fianco due amici Daniele e Cristina.

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