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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Gabriel Garko: “Un uomo sposato con figli tentò di violentarmi”

All'epoca del fatto l'attore aveva 17 anni: “Da quella sera iniziai a fumare. Provai schifo ma non ne parlai con nessuno, tantomeno con i miei”, ha raccontato al settimanale 'Chi'

La tentata violenza subita quando aveva 17 anni, da parte di un uomo sposato con figli e molto più grande di lui è un episodio molto doloroso del passato che Gabriel Garko ha raccontato per la prima volta nel suo libro autobiografico ‘Andata e ritorno’, in uscita il 21 novembre.

In un’intervista rilasciata al settimanale Chi l’attore 47enne ha accennato all’accaduto e allo sconcerto di un gesto avvenuto ad Asti quando era poco più di un adolescente: “Da quella sera iniziai a fumare. Provai schifo ma non ne parlai con nessuno, tantomeno con i miei”. Perché ha deciso di raccontarlo solo ora? “Perché con questo libro mi sono aperto più di quanto mi sarei aspettato e quell’episodio che in verità credevo di aver rimosso, è tornato prepotente a farmi visita”, ha spiegato: “In passato non l’avrei mai dichiarato perché avrebbe significato voler far parlare a tutti i costi di me e io, mi creda, non ho mai cavalcato la notizia per farmi pubblicità”.

“Nel 2014 tentarono di sabotare la mia auto. Forse volevano farmi fuori”

La tentata violenza subita, ma non solo: un altro episodio del passato di Gabriel Garko è stato rivelato per la prima volta solo oggi, un fatto inquietante che risale a 5 anni fa. “Nel 2014 tentarono di sabotare la mia macchina. Forse volevano farmi fuori e io ne ho parlato solo ora”, ha dichiarato: “Nonostante le denunce fatte non ho mai scoperto chi fosse il mandante. Non sono nuovo a episodi di questo genere. Una volta fuori dal cancello di casa mi scrissero ‘Garko drogato’”.

Rispetto alla sua vita privata di cui tanto si mormora perché tenuta protetta da un’ormai proverbiale riservatezza, Garko ha un desiderio che fa il paio con la sua popolarità che ama e detesta allo stesso tempo: “Sogno che nessuno mi chieda più con chi vado a letto. Dobbiamo superare le etichette, i cliché e tutte queste maledette definizioni lasciando a tutti la libertà di esprimersi come  e quando vorranno. Non riesco più a tollerare chi punta il dito, chi giudica, chi vuole dare un nome a tutto e a tutti e non voglio più sentire parlare di normalità”.

(Nella foto Gabriel Garko nel servizio del ssttimanale Chi)

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