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Sabato, 20 Aprile 2024
un periodo delicato

Gerry Scotti ricorda il Covid: "Un anno fa ero in terapia intensiva, lo racconto a chi nega"

Il conduttore televisivo ha ricordato la difficile esperienza personale durante la presentazione del Premio "Lombardia è Ricerca" al Teatro alla Scala di Milano

Esattamente un anno fa Gerry Scotti affrontava la difficilissima esperienza con il Covid in un ospedale milanese. A causa del peggioramento delle condizioni respiratorie, il conduttore televisivo è stato costretto  in terapia intensiva, situazione che oggi ha ricordato durante la presentazione del Premio "Lombardia è Ricerca" al Teatro alla Scala di Milano.

"Un anno fa, l'8 novembre dello scorso anno, ero ricoverato in terapia intensiva. E non è una cosa facile da raccontare. E vorrei raccontarla a tutti coloro che lo 'negano', bastava venirmi a trovare", le parole del popolare volto di Canale5: "Se dieci giorni dopo sono stato giudicato guarito e ancora 'utilizzabile' per i prossimi vent'anni, questo lo devo all'organizzazione della Regione Lombardia, alla sua macchina sanitaria e agli uomini e alle donne che ci lavorano". Gerry Scotti ha quindi rivolto un ringraziamento a medici e infermieri che hanno contrastato il Coronavirus, oltre "ai tanti di loro che non ce l'hanno fatta" chiedendo di "ricordare sempre il sacrificio di tutto questo settore".

Il ricovero in ospedale di Gerry Scotti

Tutto è cominciato alla fine di ottobre dell’anno scorso, con sintomi abbastanza blandi, che poi però sono andati a peggiorare. "Febbriciattola, stanchezza, colpi di tosse. Una settimana e passa tutto, pensavo. Invece no" raccontò allora Gerry Scotti: "Ti viene l’istinto a non piangerti addosso, questa malattia è subdola, puoi stare due o tre giorni con poca febbre, addirittura senza come successo ad alcuni miei amici, e dopo 7 giorni ti negativizzi. Speravo di essere in quel mazzetto di fortunati vincitori".

Pochi giorni dopo è stato necessario il ricovero. "Al secondo controllo al Covid Center dell’Humanitas a Rozzano mi è stato consigliato di rimanere da loro perché avevo tutti i parametri sballati: fegato, reni, pancreas. Ero già nell’unità intensiva, perché quando entri nel pronto soccorso del Covid Center non c’è l’area rinfresco, l’area macchinette, l’area vogliamoci bene: si apre una porta e da lì in poi vedi tutto quello che hai visto nei peggiori telegiornali della tua vita. Sono diventato verde, ho sudato freddo". 

E ancora: "Per un paio di giorni a orari alterni ho dovuto indossare anche io il casco dell'ossigeno, è stato un toccasana. Ricordo lo slogan: il casco ti salva la vita. Adesso ho capito bene di che casco si tratta... Poi una mattina hanno girato indietro il letto e mi hanno riportato nella mia stanza".

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