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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Gianluca Vacchi, la colf gli fa causa: "Se non ballavamo a tempo, insulti e multe"

La collaboratrice domestica ha descritto una situazione lavorativa denigratoria

In questi giorni si sta parlando molto di Gianluca Vacchi. Dopo la sua partecipazione a Domenica In si sono susseguite interviste e a Milano, in piazza 25 Aprile, è spuntata una statua dedicata a lui, perché? Per promuovere il documentario sulla sua vita, disponibile su Prime Video. La scultura è anche una provocazione: il corpo invece di essere decorato con i veri tatuaggi di Vacchi è ricoperto con gli insulti più ricorrenti che si trovano su di lui sui social media.

Insomma l'uomo del momento, se così vogliamo chiamarlo, ma a gettare un pesante velo sulla parentesi d'esaltazione mediatica è stata la dichiarazione di una ex collaboratrice domestica di Vacchi che gli avrebbe fatto causa. Per cosa? Parte della motivazione è legata proprio a quei video, diventati virali, in cui Vacchi balla in compagnia delle persone che lavorano per lui. Se i dipendenti non andavano "a tempo di musica" e quindi se i balletti non "venivano eseguiti perfettamente" si "scatenava la rabbia di Vacchi che inveiva contro i domestici, lanciando il cellulare e spaccando la lampada usata per le riprese", riporta La Repubblica,.

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La causa a Mister Enjoy

La donna non sarebbe l'unica ad aver mosso queste accuse, tra cui compare anche il non essere stata adeguatamente retribuita, altri suoi ex dipendenti avrebbero chiesto il risarcimento dei danni. La ex colf, ad esempio, afferma di dover ricevere 70mila euro tra straordinari e tfr non pagati.

Per tre anni la 44enne ha lavorato per Vacchi, dal 25 maggio 2017 al 10 dicembre 2020, aveva firmato un contratto da 6 ore giornaliere, per sei giorni alla settimana, ma secondo quanto racconta avrebbe lavorato anche fino a 20 ore, senza interruzioni, senza che mai gli fossero riconosciuti gli straordinari e spesso senza poter usufruire del riposo settimanale. Gli insulti durante i video per TikTok o Instagram, quindi, sarebbero la punta dell'iceberg, anche se sono stati inseriti nella causa.

Anche la preparazione dei bagagli era spiacevole: se qualcuno dei suoi dipendenti si scordava di mettere quel determinato capo o accessorio, o le punture di testosterone, Vacchi li minacciava di multarli togliendo dalla busta paga 100 euro. La villa di Porto Cervo, in Sardegna, si porta dietro altri racconti da incubo: "L'orario si estendeva indicativamente dalle 10 di mattina alle 3 di notte, a volte anche fino alle 4 o alle 5". Vacchi avrebbe poi chiesto alla domestica di firmare un contratto di riservatezza e questo sarebbe stato il gesto che ha portato la 44enne a fargli causa. Nessuna informazione poteva essere raccontata, in caso contrario una penale da 50mila euro da detrarre dal Tfr. La donna non sarebbe stata l'unica ad essere stata licenziata. A novembre il caso sarà discusso in tribunale e vedremo come andrà a finire.

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