Giuliana De Sio a cuore aperto sul suo passato. L'attrice ha vissuto un'infanzia difficile, segnata da un padre assente e una madre con seri problemi di alcolismo. Una situazione che l'ha costretta a crescere prima del tempo, fino ad arrivare a Roma, dove è poi nata la sua carriera. 

Il papà, avvocato, "se ne andò di casa molto presto, quando mia sorella Teresa ed io eravamo bambine" ha rivelato in un'intervista al Corriere, dove ha parlato anche della mamma: "Laureata in medicina, senza aver mai praticato la professione, cominciò a bere". Sulla madre l'attrice si è aperta per la prima volta: "Era una donna infelice, una delle più infelici che abbia mai conosciuto. Difficile stare vicino a una persona alcolizzata, che oltretutto è tua madre. La mattina, fino a una certa ora, era ancora lucida, e mi pareva di intravedere in lei una mamma come tante altre, diciamo normale. Poi iniziava a bere birra - ha spiegato l'attrice, oggi 66enne -, diventava aggressiva, sgradevole, solitaria, chiusa in sé stessa, e non era più mia madre. Io facevo uno slalom, tra i suoi momenti di lucidità e quelli in cui era fuori di testa, per instaurare un possibile rapporto con lei. Il bello e il brutto, li affrontava bevendo".

Per mettere fine a quello strazio, Giuliana De Sio decise di trasferirsi a Roma, ancora molto giovane: "Quando me ne andai via ne soffrì molto, ma non avevo altra scelta, non vedevo l'ora di abbandonare tutta quella pesantezza e mi sono salvata". L'attrice è riuscita a voltare pagina, dopo anni, ma quel vissuto è parte di lei, come ha spiegato: "Dicono che da giovane fossi antipatica, forse lo ero, perché dovevo muovermi in un mondo, quello dello spettacolo, che non conoscevo. Ero stata catapultata in mezzo a produttori, registi e attori famosi, fotografi, giornalisti, ed è probabile che all'inizio dovessi difendermi, capire come comportarmi. Poi sono stata aiutata da una trentina d'anni in analisi - ha concluso -, ho vissuto dei transfer furibondi con i miei analisti, ma evidentemente sono serviti a qualcosa. Non so come sarei diventata se non mi fossi sdraiata sul lettino dello psicoanalista".