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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Guendalina Tavassi hackerata: la solidarietà corre sui social, ma i gruppi Telegram contano migliaia di iscritti

Ieri l'ex gieffina ed influencer da 1 milione di follower ha denunciato la violazione del suo account dove erano presenti video personali con il marito Umberto D'Aponte

"Ci sono tanti gruppi che stanno continuando a divulgare notizie e video fake sui siti. Chi lo fa è complice di un reato. Tutto il materiale è sotto controllo della polizia postale. Presto verranno puniti tutti". Così ieri sera Guendalina Tavassi su Instagram dopo aver sporto denuncia contro chi ha hackerato il suo account entrando in possesso di video privati suoi e del marito Umberto D'aponte. Ma lo sfogo della ex gieffina non ferma la valanga di chi si mette in cerca del materiale: sono centinaia di migliaia su Telegram gli iscritti alle chat che promettono di darne visione. 

Da una parte la pioggia di solidarietà inviata pubblicamente sui social a Guendalina, con messaggi che arrivano da parte di uomini e donne attraverso tweet e commenti su Instagram, dall'altra gli inferi della rete, dove la ricerca prosegue inarrestabile: c'è un gruppo su Telegram -  che, ricordiamo, è un servizio di messaggistica che permette di raggiungere oltre 200mila partecipati in una sola chat e di impostare un timer per l'autodistruzione dei messaggi - che conta oltre un milione di iscritti. E non è l'unico: tante altre le chat in cui si contano migliaia di utenti. 

Guendalina Tavassi in lacrime per il telefono hackerato: “Hanno rubato video intimi con mio marito”

Guendalina Tavassi hackerata

La notizia dell'hackeraggio è arrivata ieri in giornata da parte della stessa Guendalina, che si è immortalata in lacrime accanto al padre dei figli Chloe, 7 anni, e Salvatore, 4: "Quello che mi è successo è uno schifo - ha dichiarato l'influencer da un milione di follower, visibilmente scossa - Può succedere a tutti di fare video, sono personali. Uno li tine privatamente per me e chiunque sia entrato su icloud denunciato". E Umberto ha aggiunto: "Noi possiamo far quello che vogliamo. Sono cose nostre, è la nostra vita privata, posso prenderlo in c**o io, lo puoi prendere tu, non c'entra".

Cosa rischia chi diffonde i video

Ma cosa rischia secondo la legge italiana chi diffonde tali contenuti privati? Secondo l’articolo 612 ter del codice penale «la diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti senza il consenso delle persone rappresentate è punito con la reclusione da uno a sei anni. La pena è prevista non solo per chi ha acquisito o diffuso per primo il materiale, ma anche per chi lo inoltra a sua volta».

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