rotate-mobile
Mercoledì, 24 Aprile 2024
Vip

Un'italiana all'incoronazione di Carlo: "Sarà come aprire un libro di storia e ritrovarsi dentro"

La 37enne toscana Gilda Faleri ci racconta la sua passione innata per i reali che il prossimo 6 maggio la porterà a Londra per l'attesissimo evento

Per lei la data di sabato 6 maggio 2023, giorno dell'incoronazione di re Carlo III, è una di quelle da cerchiare sul calendario. In rosso, come il colore di una passione che si racconta con la voce squillante e che accende lo sguardo quando siede ospite di uno studio televisivo, invitata tra le più esperte di teste coronate. Per Gilda Faleri, nata a Sarteano, in provincia di Siena, 37 anni fa, le famiglie reali non sono solo un fenomeno di costume, microcosmi di cui discutere quando una lite arriva per creare fratture insanabili o nuovi eredi arricchiscono nobili genealogie. Niente affatto. Per questa royal watcher italiana che ci racconta retroscena e possibili scenari del futuro dei Windsor, tutto ciò che riguarda un personaggio di qualche monarchia è oggetto di studio serio e minuzioso, da osservare perché parte di una storia che continua a essere scritta.

Volto noto al pubblico del programma di Rai1 Italia Sì condotto da Marco Liorni, autrice di un blog che dal 2011 descrive il lifestyle e la moda dei Royals, ideatrice di una collezione di gioielli ispirata ai reali e da qualche mese anche autrice e conduttrice di Royal Pop, primo programma tv settimanale in Italia da cui snocciola curiosità sulle vite di re, regine e principesse: Gilda, che di lavoro fa la social media manager, è anche royal editor di un magazine e da che ha memoria è attratta da tutto questo ed è con l'entusiasmo di sempre che parteciperà dal vivo alla cerimonia per il sovrano inglese. Proprio come ha già fatto in passato per altri eventi importanti, dalle nozze di William e Kate ai funerali della Regina Elisabetta, lei ci sarà, tra la folla ci sarà, perché - dice - "è un'esperienza unica, storica, che non capita facilmente. Come aprire un libro di storia e ritrovarti dentro, un bellissimo viaggio nel tempo".

Il 6 maggio si avvicina e in tasca ha già un biglietto aereo per partecipare dal vivo alla cerimonia di incoronazione di Re Carlo III. A quali altri eventi delle famiglie reali ha assistito?

"Alle nozze di Emanuele Filiberto, al funerale di Amedeo di Savoia, ai matrimoni di William e Kate, di Harry e Meghan e, quando vivevo a Londra, a diverse parate dove sapevo che ci sarebbero stati membri della famiglia reale. Sono andata anche a Roma per vedere la Regina Elisabetta in quella che sarebbe stata la sua ultima visita in Italia nel 2014. E poi sono tornata a Londra lo scorso anno per il suo Giubileo di Platino e poi per i funerali a settembre. Sarei andata anche a quelli di Filippo, ma non si poteva per via del lockdown".

Per la cerimonia di incoronazione di Carlo sono stimate migliaia di persone per le strade di Londra già dal giorno precedente. Come ci si prepara a un evento del genere dal punto di vista pratico? L'accompagna qualcuno?   

"Di solito a questi eventi ci vado con un'amica, ma stavolta parto con mio cugino Filippo che per me che sono figlia unica è come un fratello. Arriveremo la mattina di venerdì 5 maggio con calma, anche per fare un giro a Londra che è una città che amo tanto. Poi compreremo delle sedie pieghevoli, tipo quelle da pescatore, e anche delle coperte. Se vedremo che la strada che fa parte del percorso che farà il Re si sta riempiendo di gente, ci metteremo anche noi ad aspettare già dalla sera. Dipende, insomma. Ricordo che per Harry e Meghan arrivai la mattina alle 4, per William e Kate la sera prima, al Giubileo della Regina all'alba". 

Che atmosfera si respira in quei momenti?

"È bellissimo, un gran momento di condivisione. Tu vai là, metti la tua sedia e poi comunque ti puoi alzare, spostarti anche perché anche i supermarket restano aperti, chiacchierare con la gente che sempre resta incuriosita dalla presenza di italiani in appuntamenti del genere. Conosci tante persone. Ai funerali della Regina c'era un ragazzo di Manchester che viveva in Australia ed era venuto appositamente per l'ultimo saluto".

Tutto questo solo per vedere passare velocemente Carlo e Camilla per qualche istante?

"No, non è per quello. È per vivere un'atmosfera che non ti può raccontare una telecamera, una cronaca. È come vivere una favola dal vivo e non da un libro. E così è l'incoronazione. La carrozza d'oro, per esempio, un conto è vederla al museo, un altro è vederla in movimento utilizzata per un evento storico, come mi è già capitato di vederla al Giubileo di Platino. E poi per la mia generazione e anche per quelle precedenti  è un'occasione unica, la prima dopo l'incoronazione di Elisabetta II del 1953. Certo, nel mondo sono stati incoronati altri re e regine, ma questa è una cerimonia che mantiene le tradizioni, segue la storia e vive nella cultura contemporanea. Un'esperienza unica, come aprire un libro di storia e ritrovarti dentro, un viaggio nel tempo che mi emoziona".

Ma cosa spinge oggi nel 2023 una 37enne italiana a seguire con tanto trasporto i reali? Quando è nata questa passione?

"Siccome non me lo ricordo, mi viene da rispondere che questa passione in realtà non è nata, ma innata. Già da piccolissima chiedevo a mia madre di comprarmi i giornali "dei grandi" che allora erano riviste come Gente, Oggi, per ritagliare i servizi che riguardavano i matrimoni reali, la principessa Diana. Credo che allora regalassero alla me bambina la dimensione concreta di un sogno, della favola dei cartoni di Walt Disney che diventavano realtà. Per anni è stato questo, poi piano piano ho iniziato a studiare seriamente la storia dell'istituzione monarchia, a imparare a memoria la linea genealogica, quella di successione... Proprio come qualcuno appassionato di calcio faceva con i giocatori della sua squadra del cuore, io mi prendevo del tempo per dedicarmi a questa passione, a cercare libri tematici che allora erano solo in inglese, a trovare tutte le informazioni possibili".

Che reazioni suscitava in famiglia o tra gli amici questo interesse così particolare?

"È sempre sembrata a tutti una cosa molto insolita, in effetti. Tutt'ora compagni delle scuole elementari, delle medie e prof del liceo si ricordano di me quando succedono eventi importanti nella famiglia reale. Per la morte della Regina Elisabetta, per esempio, mi sono arrivate decine di messaggi... E anche la mia famiglia non se l'è mai spiegato, mai nessuno prima di me ha avuto la mia stessa curiosità per questo mondo". 

Questa passione è solo per la famiglia inglese o in genere per tutti i reali?

"Per tutti, ma la mia passione restano i Windsor e i Medici che era la "famiglia reale" toscana. Ora con tutte le vicende della famiglia reale inglese, questa passione sta diventando anche un lavoro che mi porterà a diventare giornalista". 

Non le sembra che questa nobiltà ricca e agiata, tutta etichette, saluti e sorrisi di circostanza, sembri più che mai lontana dalla vita vera? 

"Alla fine è ciò che accade in tutte le istituzioni, non solo nelle monarchie. È normale che ci sia una etichetta, una sorta di facciata che deve restare tale e che fa parte della diplomazia, dell'istituzione. Non si tratta di finzione, ma di dare delle regole per far sì che si sia rispettati anche sul piano internazionale. Poi sul piano privato è un altro discorso".

E negli ultimi tempi la sfera privata ha preso un po' il sopravvento su quella pubblica nella famiglia inglese.

"La sfera privata è un po' il loro cavallo di battaglia, nel bene e nel male. Da una parte fa parlare di sé a livello internazionale, dall'altra lascia amareggiati chi, come la Regina Elisabetta, certo non avrebbe voluto che gli affari personali occupassero le cronache". 

Una forma di governo con a capo un re designato per successione ereditaria è anacronistico nel 2023?

"Sì senza dubbio. Ma secondo me l'aspetto positivo della monarchia è che chi ne diventa il capo è stato a lungo preparato per ricoprire quel ruolo. Ed è apolitico, regna ma non governa. Certo, il re non viene eletto, ma come in tutte le forme di governo ci sono pro e contro. Alla fine quello che penso è che la storia la fanno le persone: oggi chi vale lo dimostra sul campo, sia esso eletto dal popolo o per successione ereditaria. E l'esempio è stata la regina Elisabetta II: ai festeggiamenti per il Giubileo una celebrazione così corale per un'istituzione io non credo si sia mai vista in nessuna parte del mondo. Quella donna ha ricoperto quel ruolo per 70 anni per diritto ereditario, certo, ma è anche vero che poi ha saputo conquistarselo l'amore delle persone, degli inglesi che non regalano nulla a nessuno". 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Un'italiana all'incoronazione di Carlo: "Sarà come aprire un libro di storia e ritrovarsi dentro"

Today è in caricamento