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Martedì, 23 Aprile 2024
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Laura Freddi, il retroscena sugli inizi a 'Non è la Rai': "Quel giorno che Boncompagni mi prese da parte"

La carriera televisiva della showgirl iniziò quando aveva 19 anni, grazie al programma cult in onda su Italia 1 negli anni '90

Da un anno mamma di Ginevra, figlia tanto desiderata arrivata a 45 anni, quando non ci sperava quasi più, Laura Freddi ha deciso di fermarsi e godersi appieno questo bel regalo che la vita le ha fatto. Adesso però il lavoro inizia a mancarle e l'intenzione è quella di tornare a fare teatro, come ha fatto sapere ai Lunatici su Radio 2: "Mi sono sposata, ho fatto una figlia, ho scelto di uscire per un po' da questo mondo, perché ero stanca di meccanismi che non sono così semplici. A un certo livello diventa tutto pressante, non solo fisicamente, ma anche di testa. Entri in una ruota che gira, gira, gira e speri che non si fermi mai. Non è facile nel momento in cui si ferma ricominciare a farla girare. Però bisogna avere il coraggio di fermarsi, soprattutto per godersi i momenti belli della vita. Credo che presto ritornerò in teatro". 

Una carriera iniziata anni fa, appena 19enne, grazie a 'Non è la Rai', programma ideato da Gianni Boncompagni che negli anni '90 divenne presto un cult per un'intera generazione. "E' stato l'inizio di tutto - ha raccontato Laura Freddi - Un periodo molto divertente, spensierato, avevo 19 anni. Ero molto timida, sembrava che ne avessi 14 o 15. Mi nascondevo, non volevo assolutamente apparire davanti alle telecamere, ero un po' scontrosa con tutti, non ero simpatica a molte ragazze, perché ero un po' schiva. Un giorno Boncompagni mi prese da parte e mi chiese perché mi nascondessi. Mi ha spronata, ho preso una dose di autostima, mi sono ritrovata in un lavoro che ancora non avevo compreso bene. Mi sono lanciata e sono piano piano diventata addirittura la protagonista del cruciverba. Da lì la mia vita è cambiata, non potevo più fare neanche una passeggiata a Via del Corso".

Una popolarità difficile da gestire, che la showgirl ancora oggi ricorda con entusiasmo: "All'inizio non capivo il motivo di tutto questo clamore. Ancora oggi tutti quelli della mia generazione mi fermano e non dicono Laura di 'Buona Domenica', ma Laura di 'Non è la Rai'. Diventare famosa mi ha portato a cambiare alcune abitudini, a stare attenta. I miei genitori mi accompagnavano con la macchina al Palatino, dove ci sono gli studi, ci si buttavano sulla macchina, i ragazzini si mettevano sul cofano, non ci facevano passare. Ad accompagnarci arrivava la polizia, una cosa del genere non è mai più successa".

Qualche anno dopo arrivò 'Buona Domenica', la grande occasione, che lei ricorda come la scuola più importante: "Per me è stata l'apice. Avevo più consapevolezza, facevo il mio lavoro con una maturità diversa, una testa diversa. E' stata l'esperienza più bella che ho fatto, c'era la squadra di Costanzo, c'era Laurenti, Lippi, Pino Insegno. Ho lavorato con grandi professionisti, dietro c'era un lavoro enorme". Infine sul #metoo: "Ho avuto problemi di un certo tipo, ma certe cose si risolvono al momento, con un ceffone, uno schiaffo, una ribellione. Capisco che ci siano ragazze più deboli e più fragili e ovviamente non giustifico chi si approfitta di queste debolezze, però per quello che mi riguarda sicuramente sono arrivate proposte indecenti, ma ho saputo respingerle. Il carattere aiuta, io sono sempre stata abbastanza tosta. Ne ho incontrati di personaggi ambigui, ma li ho portati a fare subito retromarcia. Poi è un altro discorso se uno nel lavoro incontra l'amore".

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