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Martedì, 16 Aprile 2024
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"Le ho insegnato che niente è impossibile": chi è Marina Di Guardo, scrittrice e mamma di Chiara Ferragni

La madre della fashion blogger italiana più famosa del mondo si racconta in un'intervista rilascia a Il Giornale. Dall'infanzia vissuta come una "bambina invisibile" al desiderio di diventare nonna. Oggi è scrittrice: in libreria è arrivato il suo "Com'è giusto che sia", edito da Mondadori

«Qualche volta magari una delle mie figlie mi diceva: Mamma, non ce la farò mai. E io: Ma perché devi dirti questo? Niente è impossibile». 

A parlare è Marina Di Guardo, 55 anni, scrittrice, ex direttrice di uno showroom Bluemarine di Cremona, e madre di Chiara Ferragni, fashion blogger tra le più influenti nel mondo della moda. Nel suo "curriculum", un passato da "bambina invisibile", vissuto in una famiglia di origini siciliane in cui "i miei genitori, e soprattutto mio padre, davano poca importanza a me, perché ero femmina" - come spiega a Il giornale - e un presente da donna fiera del nido (tutto al femminile) che è riuscita a costruire.

Il pubblico ha imparato a conoscerla attraverso gli scatti di Chiara. A volte Marina la segue a Los Angeles, città in cui la blogger vive da alcuni anni per ragioni professionali. A dicembre, ad esempio, è stata vittima dello scherzo virale di una finta gravidanza in corso propinatole dalla figlia e dal rispettivo fidanzato (il rapper Fedez, per chi si fosse perso l'ultimo anno di cronaca rosa, ndr). Il suo spavento ha fatto il giro del web. Oggi si ritaglia un ruolo da protagonista ed approda in libreria. Il suo nuovo libro (il sesto) si intitola Com'è giusto che sia (edito da Mondadori), una storia di violenza, di vendetta, di amori, di madri e di figlie.

«La scrittura è sempre stata il mio sogno, sono state le mie ragazze a spronarmi a realizzarlo. Mi hanno detto: prova a crederci, a farlo in modo serio», racconta. Oltre alla Ferragni più famosa, Marina è mamma di Francesca e Valentina, nate dal matrimonio (finito) con un dentista cremonese. «Quello tra madre e figlia credo sia uno dei rapporti più difficili» spiega. Con loro «Ho cercato di fare tesoro anche di alcune sofferenze della mia infanzia e del rapporto coi miei genitori. C'è qualcosa di irrisolto che mi porto dietro; ho cercato di capire almeno dove non sbagliare».

Nel testo, la sua protagonista, Dalia, viene abbandonata dal padre prima ancora di nascere, e cresciuta dalla madre in una completa solitudine rotta soltanto dalla relazione con un uomo violento, delle cui aggressioni la bambina è stata testimone fin da piccola. Pagina dopo pagina, la ragazza diventa una specie di «angelo vendicatore», un'eroina negativa che, però diventa simbolo della sacrosanta ribellione. Il messaggio della Di Guardo è chiaro: «Tutto parte dalla famiglia. Servono attenzione e rispetto. Una bambina deve sentire l'importanza di quello che è, della sua unicità. Se, in famiglia, una bambina si sente accettata e valorizzata, da adulta non potrà accettare quei comportamenti da parte degli uomini».

Da Marina, Chiara ha ereditato molto. L'amore per la fotografia, in primis. Anzi, la capacità di cogliere l'attimo e renderlo eterno. Gli scatti delle bambine che lei custodiva e organizzava gelosamente durante la loro infanzia potrebbero essere letti come post di Instagram ante litteram. «Da quando mi sono sposata ho tenuto degli album in cui ho conservato ogni loro progresso, festina, gita: ho documentato la loro vita in modo puntuale. Credo che questo abbia influenzato Chiara, quando ha iniziato, con le sue foto su Flickr». Ma non solo. « Ho lavorato per anni nel settore della moda, ero vicedirettore dello showroom Blumarine a Milano. Sono sempre stata attenta ai dettagli. E sono molto organizzata: ecco, Chiara ha una testa che è un computer, non dimentica niente».

Le figlie sono tutte e tre "sistemate". E lei va fiera. Di loro e dei rispettivi compagni. Cosa pensa di Fedez, promesso sposo di Chiara? «È un ragazzo in gambissima, si è fatto da solo, ha sofferto e ha saputo superare qualsiasi esperienza negativa, affermando se stesso e il suo valore. Da parte mia, grande stima e incoraggiamento». E se la rendesse nonna? «Ma certo. L'età di Chiara è quella giusta, sarei felicissima».

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