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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Il monologo (in lacrime) di Marco Mengoni a San Siro

Il cantautore di Ronciglione dà il via al suo tour negli stadi ed emoziona 54 mila persone a Milano con i suoi successi e un discorso che spinge a riflettere sull'uso delle parole suo social media

"Sui social si sparano proiettili verbali". È così che Marco Mengoni lancia un allarme e spinge alla riflessione sull'uso delle parole, soprattutto sui social media, in un bellissimo monologo durante il suo concerto a San Siro davanti a 54mila persone. Le parole, dopotutto, sono il fondamento del suo mestiere e Marco, nei suoi tredici anni di carriera, dalla vittoria a X Factor nel 2019 al tour negli stadi nel 2022, ha dimostrato di saperle scegliere sempre con grande cura, nella musica così come nella vita. 

Nella società contemporanea, però, si tende ad abusanre e a sferrarle come taglienti proiettili per ferire l'altro senza pensarci più di tanto e non tenendo conto della sensibiltà dei propri interlocutori. 

«Dipende da chi dice una parola e da come la dice, ma quella che a me fa più male è indifferenza - ha detto Mengoni durante il concerto a San Siro - Anche razzismo. Ho pensato alla parola, al come porsi verso l’altro, soprattutto dopo questi due anni. Io conto non fino a dieci ma fino aventi prima di parlare. Sui social invece c’è la tendenza a sparare proiettili verbali che arrivano alla sensibilità degli altri. L’esperienza dovrebbe impedirci di infliggere a qualcuno la sofferenza che abbiamo subito. Mi sa che la vita alla fine è solo tempo per provare a capirci qualcosa, io non so se sono a buon punto, ma per la prima volta non mi fa paura»

Non è un mistero che Marco Mengoni è un grande sostenitore della gentilezza, valore che aveva scelto come tema del suo monologo alle Iene, lo scorso 18 maggio.  

«E so che molti considerano la gentilezza un sinonimo di debolezza - diceva Marco davanti al pubblico di Italia1 - Ma in realtà essere scortesi è molto ma molto più facile che essere educati. E per me chi è sempre gentile è una specie di supereroe»

E oggi, ancora una volta, questo ragazzo di 33 anni, ancora umile come se avesse appena iniziato a cantare, è in grado di darci un'altra bella lezione di vita e di farlo con quei toni pacati e gentili che lo rendono uno degli artisti italiani più amati di sempre. 

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