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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Sinisa Mihajlovic: "I pianti in ospedale, senza mia moglie non ce l'avrei fatta. Così mi ha cambiato la leucemia"

Ad un anno dalla scoperta del tumore, l'allenatore parla dell'amore per Arianna Rapaccioni, di sé e di come sta affrontando la malattia

In occasione dell’uscita della sua autobiografia La partita della vita (Solferino) Sinisa Mihajlovic, ex calciatore e allenatore del Bologna, ha concesso una lunga intervista al settimanale OGGI, in edicola da domani, in cui racconta del suo amore per la moglie Arianna Rapaccioni, di sé e di come l’ha cambiato la malattia. 

Sinisa Mihajlovic e la leucemia

Da luglio del 2019 Mihajlovic combatte contro una forma di leucemia mieloide acuta, per la quale si è sottoposto subito a cure immediate. "Il cancro mi ha reso un uomo migliore di prima, o almeno lo spero - dichiara - anche perché peggio non si poteva essere. In ospedale ho pianto spesso, ormai sono un piagnone...". Imprescindibile in questi mesi il supporto della moglie: "Dopo quasi 25 anni di matrimonio e cinque figli so che le devo tutto: se non ci fosse stata lei accanto a me durante la mia battaglia contro la leucemia, non ce l’avrei fatta".

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"Non ho sfiorato mia moglie per un mese"

Sinisa è legato ad Arianna, romana ed ex soubrette televisiva, dal 1995: i due si sono sposati nel luglio del 2005 ed hanno avuto cinque figli, Viktorija, Virginia, Miroslav, Dushan e Nicholas. "Il primo mese che sono stato insieme a mia moglie non l’ho neanche sfiorata con un dito - ricorda oggi - M’ero innamorato, non volevo che pensasse che stessi con lei solo per il sesso".  

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Il rapporto col primo figlio 

Nel 1993 Sinisa aveva già avuto un altro figlio, Marko, riconosciuto sin dall'inizio ma incontrato solo nel 2004 a causa della fine della relazione con la madre, avvenuta prima della sua nascita. E, sempre nel corso dell'intervista, svela quali sono i suoi rapporti col primogenito, avuto da una relazione giovanile: "Con lui sono stato un padre diverso, e mi dispiace. Non lo sento da un anno. Gli avevo chiesto di prendersi più responsabilità, non ne è stato capace. Mi ha chiamato, ma non ho risposto. Lo chiamerò io quando sarò pronto. Quando qualcuno mi delude, mi serve tempo".

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