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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Incidente per Wilma, moglie di Facchinetti. E' polemica con l'ospedale: "Trauma cranico, ma due ore di attesa"

La modella in codice rosso dopo una caduta da cavallo

Wilma Helena Faissol, moglie di Francesco Facchinetti, vittima di un brutto incidente a cavallo. Trauma cranico non commotivo e policontusioni oltre a due ferite alla testa guaribili con alcuni punti di sutura sono la prognosi della modella brasiliana, dimessa dall'ospedale Sant'Anna Cantù di Como ed ora in riposo assoluto a casa. Ma, attraverso i suoi canali social, l'influencer si sfoga circa il trattamento che avrebbe ricevuto una volta recatasi nel primo ospedale a cui si era rivolta, quello di Desio, in provincia di Monza e Brianza. Un racconto ribadito a stretto giro dal marito via radio e divenuto presto virale in rete. 

Lo sfogo di Wilma Helena comincia una volta tornata a casa dalla prima struttura. Ed è una accusa verso alcuni membri del personale sanitario che l'hanno accolta in quei momenti concitati in cui si diceva disorientata dall'incidente. "Sono tornata a casa - spiega tra le Instagram Stories, mostrandosi con ghiaccio a tamponare il sangue che esce dal mento e la botta in testa - Ero lì da più di due ore. Avevo dolore, nausea, veritigini. Ero seduta da due ore nonostante il codice rosso e sono tornata a casa. Mi spiace che siamo in una situazione in cui con persona con trauma cranico e sintomi non banali non abbia possibilità di fare una tac". 

Quindi il resoconto di quanto accaduto: "Sono arrivata rincogli*nita e ho dovuto suonare un campanello. C'era già qualcuno a suonare prima di me. Non apriva nessuno. Alché io ho suonato fortissimo e io ho spiegato al personale che avevo una botta in testa, mi hanno fatto accomodare". Qui cominciano le accuse verso un trattamento che Wilma non ritiene idoneo: "C'era una donna, la persona più odiosa che io abbia mai visto, che ha cominciato a prendermi in giro. Mi ha preso la testa dicendo che il taglio era minuscolo e che doveva rasarmi i capelli. Io non stavo capendo niente. Mi hanno fatto il tampone, misurato la pressione e continuavano a prendermi in giro. Insomma, mi hanno parcheggiato lì, stavo per vomitare. Erano due sclerati, infelici del proprio lavoro". 

La rabbia di Wilma va anche contro il collega della donna: "Ho chiamato il dottore perché avevo la bocca secca, lui mi ha guardato e non si è fatto avanti. Avrei dovuto urlare ma avevo dolore alla testa. L'ho invitato ad avvicinarsi e lui, guardandomi negli occhi, con espressione di rabbia, ha fatto quei quattro metri in modo molto lento. Gli ho spiegato che avevo nausea e ho chiesto un bicchiere d'acqua. Dopo due ore ho chiesto se dovevo fare la tac". 

Da qui la decisione di procedere privatamente con gli esami. Su suggerimento di altri medici, infatti, Wilma ha deciso di rivolgersi all'ospedale Sant'Anna di Como. Al pronto soccorso comasco la Faissol è stata ricoverata in codice rosso ed è stata sottoposta a tac e rx evidenziando un trauma cranico senza commozione. Ora le spetta riposo assoluto in attesa di ulteriori accertamenti. 

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