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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Nino D'Angelo: "Hanno sparato dentro casa mia"

Tra privato e vita professionale, il cantante si racconta in un'intervista a Verissimo. Dalla decisione di lasciare Napoli alla depressione

Nino D'angelo si racconta in vesti private nell'ultima puntata di Verissimo, in onda sabato 13 novembre. Lo fa tornando ad affrontare la depressione vissuta negli ultimi tempi ma anche ripercorrendo le ragioni che l'hanno costretto alla difficile scelta di lasciare la propria città, Napoli, alcuni anni fa.

Nino ricorda commosso il momento in cui ha dovuto lasciare la sua Napoli: “Quella scelta mi ha fatto molto male perché non mi aspettavo di avere a che fare con la brutta gente di Napoli, che per fortuna è una piccola parte. È stato il momento più brutto della mia vita. Però l’ho affrontato, ora mi divido e vivo un po’ a Roma e un po’ a Casoria”.

A Silvia Toffanin che gli chiede il motivo di questa decisione, il cantante spiega: “Hanno sparato dentro casa mia perché volevano i soldi: è stata un’estorsione, una cosa vomitevole. Più che spaventato, mi sono offeso perché non avevo preso niente a nessuno e ho sempre aiutato chi aveva bisogno”. E prosegue: “Mia moglie invece ha avuto molta paura ed è stata lei a voler cambiare città. E io non potevo perdere la mia famiglia”.

La depressione

Già nelle scorse settimane D’Angelo aveva raccontato inoltre quanto fosse stato difficile per lui  affrontare i tempi di lockdown, un periodo che l'ha portato sulla soglia della depressione. E così ancora una volta torna a confessare le difficoltà provate durante la pandemia, un periodo che l’ha segnato ma che ora sembra alle spalle anche grazie all’uscita del suo nuovo album Il poeta che non sa parlare: “Vivere in modo improvvisato non è vivere. Il primo lockdown l’ho vissuto molto male, non avevo alcuna intenzione di scrivere canzoni. Pensavo solo a far stare bene la famiglia, soprattutto i miei figli. Poi ho visto il murales che mi hanno dedicato e quel gesto mi ha spronato a fare questo disco che è stato il più difficile della mia carriera. Scrivere di vita quando vicino a te c’è la morte è complicato”.

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