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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Ornella Muti a cuore aperto: "A 18 anni mi consigliarono l'aborto"

L'attrice si racconta in un'intervista, in cui parla della carriera del ruolo della bellezza e delle scelte che ha dovuto prendere

Ornella Muti è tornata a teatro, impersona Penelope, la moglie di Odisseo che per 20 anni lo ha aspettato a Itaca, respingendo i Proci, tessendo e ritessendo mentre si occupava di proteggere il figlio Telemaco. Un ruolo non semplice da portare in scena e per cui Muti, nome d'arte di Francesca Rivelli, "ci metto la mia anima. Le donne, in fondo, allora come oggi, devono sapersi difendere". E proprio in occasione della piece teatrale, "Mia moglie Penelope", liberamente tratta dal libro Itaca per sempre, che Muti si racconta ripercorrendo alcune tappe fondamentali della sua crescita personale e professionale.

Il suo nome d'arte, ad esempio, non le è mai piaciuto, racconta al Corriere della Sera, ma ormai da sempre è diventato l'appellativo con il quale il mondo la chiama: "È stato Damiano Damiani a farmi cambiare nome, da Francesca Rivelli a Ornella Muti, un connubio che si rifà a due opere di Gabriele D’Annunzio: la Ornella della Figlia di Iorio e la Elena Muti del Piacere. Ma a me non è mai piaciuto. Oltretutto, ogni tanto su certi set qualcuno, i primi tempi, mi prendeva in giro, giocando su Muti la muta... vabbé, la cattiveria non manca mai... ci può stare...".

Ornella, mamma a 18 anni

A soli 18 anni rimase incinta di Naike, quella di portare avanti la gravidanza è stata una decisione solo sua, in molti le consigliarono di abortire: "Erano altri tempi, praticamente la preistoria rispetto a oggi, e poi non ho voluto". "Mia madre però me lo chiese: anche se in Italia l’aborto era illegale, all’estero si poteva fare tranquillamente - ha spiegato ancora - Persino il mio agente cinematografico di quel periodo me lo consigliò, perché dovevo girare un film. Avrei dovuto abortire per fare un film? Assolutamente no! Quindi ho deciso di portare a termine la gravidanza, altrimenti il Signore mi avrebbe detto “pussa via!”... ed è nata Naike".

Per quanto riguarda l'amore si definisce una "sognatrice": "Mi creo dei film in testa, mi costruisco dei racconti romantici, favole che non corrispondono alla realtà. Noi donne, a volte, veniamo messe sugli altari dagli uomini, altre volte ci comportiamo come le geishe. Io non appartengo né all’una, né all’altra categoria. L’importante è comunque credere nell’amore, però io sono cieca e vado sbattendo a destra e a manca: in certi casi nella mia testolina bacata non ho voluto vedere ciò che era evidente".

Silenzio assoluto su Adriano Celentano, Ornella Muti non ha voluto parlare della loro frequentazione ha voluto però sottolineare quanto Celentano sia stato poco rispettoso verso di lei e sua moglie: "Non è il caso di parlarne... Oltretutto è stato lui, una volta, a fare dichiarazioni in merito con sua moglie presente, un errore da parte sua e io sono rimasta francamente un po’ sorpresa. Che ci vogliamo fare? Questo è l’universo maschile: io, a suo tempo, ho avuto rispetto della sua famiglia".

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Ornella Muti: quel nome d'arte così pesante

Il primo ruolo in un film a soli 14 anni, quando solo tre anni prima aveva perso il padre: "Avrei avuto bisogno di una figura maschile di riferimento e invece non ce l’avevo. Mi sono affacciata alla vita da “zoppa”, senza sapere chi sono gli uomini". Il film era di Damiani, il regista che le ha cambiato il nome, e fu lui a sceglierla per "La moglie più bella" che raccontava la storia vera di Franca Viola: "La prima donna siciliana che, nel 1965, si è ribellata al dogma del finto rapimento che sarebbe sfociato nel matrimonio riparatore. Con incredibile coraggio, disse: No, io non mi sposo e andate tutti al diavolo!". Quel ruolo lo ottenne per caso, aveva solamente accompagnato la sorella più grande, Claudia, per il provino e invece lo chiesero a lei.

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La bellezza: croce e delizia

Una riflessione sulla bellezza e la difficoltà di farsi apprezzare per la bravura era poi d'obbligo: "La bellezza mi ha portato avanti, aprendomi molte strade, impossibile negarlo, ma mi ha anche penalizzato, perché esiste il pregiudizio". "Pensano che sei bella e non brava, quindi devi impegnare il triplo della fatica per dimostrare che non è così - ha sottolineato l'attrice - A volte ammetto di aver avuto la sensazione che alcuni registi mi abbiano usato solo per l’aspetto fisico senza preoccuparsi delle mie capacità artistiche".

Sulla sua voce, considerata tra le più sexy, svela un particolare: "Sarà pure sexy, ma non è un vezzo, ho un reale problema alle corde vocali. È persino capitato che al telefono mi scambiassero per un uomo.

Purtroppo anche Muti ha avuto alcune esperienze sgradevoli come ogni donna si è dovuta confrontare con "attenzioni sgradite". "Voglio essere onesta: tutte abbiamo avuto avances, ma ho saputo difendermi. Quando avvertivo uno sgradito odore di piacioneria molesta, prima di tutto cercavo di non mettermi in condizioni tali per cui qualcuno potesse approfittarne e, quando proprio mi trovavo con le spalle al muro, recitavo la parte di quella che si sentiva male, un improvviso malore... e scappavo via. Il #MeToo è stato un movimento importante, perché le ragazze sono fragili agnelli in un mondo di lupi", ha raccontato Muti.

Gli anni passano e la bellezza personale cambia, sono sempre di più le persone che scelgono dei ritocchini, ma per Ornella il segreto è mantenersi in forma e accettare il cammino esistenziale e se poi si ricorre al "ritocchino" non c'è nulla di male. "Ovviamente cerco di mantenermi, faccio yoga facciale, rispetto una dieta seria, ma non è facile stare al passo col tempo che passa. Lo confesso, a volte non mi piaccio, sono molto esigente con me stessa - ha spiegato l'attrice - ma questa sono e non ci posso fare niente... Comunque, sdoganerei la chirurgia: tutti, donne e uomini, dicono che non si sono mai ritoccati, ma diamoci una calmata, e chi se ne importa se ti sei ritoccata".

"Non temo la vecchiaia, mi spaventa la malattia. L’importante è seminare bene gli affetti: io ho i figli e dei nipoti meravigliosi che, per fortuna, quando mi sveglio la mattina non mi dicono: “Nonna, oggi c’hai un occhio gonfio”. Ti abbracciano, Ti baciano, Ti accolgono per quella che sei. Loro sono un autentico regalo".

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