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Venerdì, 19 Aprile 2024
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La lettera shock di Pupo: "Io come Alessandro Impagnatiello. Anna e Patricia tranquille, non voglio uccidere"

Enzo Ghinazzi scrive una lettera in cui parla di quanto possa essere stressante gestire due rapporti sentimentali

Enzo Ghinazzi, in arte Pupo, ha scritto una lettera, inviata poi a Dagospia, in cui ha parlato della morte di Giulia Tramontano, uccisa a 29 anni al settimo mese di gravidanza dal compagno Alessandro Impagnatiello.

Impagnatiello agli inquirenti ha spiegato di aver ucciso "senza un reale motivo", per lo "stress" che stava vivendo a causa "non solo della gestione delle due ragazze" con cui aveva una relazione parallela, "ma anche per il fatto che altri ne fossero venuti a conoscenza, per esempio sul luogo di lavoro". Alessandro ha tolto la vita a Giulia, incinta di suo figlio, con due fendenti alla gola con un coltello da cucina una settimana fa, nella loro casa a Senago, alla periferia di Milano. 

Anche il cantante nella sua lettera ha parlato di stress, lo stress causato "dalla gestione di due rapporti sentimentali che durano da trentacinque anni". Pupo infatti ha una moglie, Anna, e una compagna, Patricia e tutti e tre, con i rispettivi figli, vivono in una grande famiglia allargata. In merito alla scelta di vivere così ha dichiarato in un'intervista: "È un percorso che non ho scelto io. Perché è difficile. C’è sofferenza. È troppo facile liquidarlo così. Io oggi ho 67 anni, mia moglie Anna ne ha quasi 70, Patricia ne ha 62. Sto da 50 con la moglie, da 33 con l’amante". E poi aggiunse: "E lei pensa che sia stata una cosa semplice? O che io possa consigliare alle mie tre figlie o a chiunque altro un rapporto pluri-amoroso come il mio? Ma non ci penso nemmeno". 

La lettera di Pupo

"Anche io, come Alessandro Impagnatiello, sono un po' stressato dalla gestione di due rapporti sentimentali che durano da trentacinque anni, ma voglio tranquillizzare tutti e soprattutto le mie due donne, mia moglie Anna e la mia compagna Patricia, non ho intenzione di uccidere nessuno.

Questa vicenda non è solo la tragedia che coinvolge due povere famiglie, ma è il dramma di una generazione di ragazzi che non sanno più sopportare niente. È il risultato del vuoto e dell' ipocrisia della società in cui viviamo. Un contesto folle ed assurdo in cui il vero e il falso si sono mischiati al punto da non poterli più distinguere.

C'è chi sbraita e urla che bisogna urgentemente trovare una soluzione, affinché fatti del genere non accadano più. Ma in che mondo vivono questi? È come dire che non ci devono essere più le guerre e che le persone devono smettere di odiarsi e di ammazzarsi fra di loro! Che cazzo vuole dire?

Non è così che si educano e si formano le nuove generazioni! Lo sappiamo benissimo che la vita è una sfida, una lotta cruenta, una guerra quotidiana e che nessuno ti regala mai niente ed è questo che dovremmo comunicare ai ragazzi. A questi 'poveracci' sempre più smarriti e disperati che, di fronte al primo problema, al primo ostacolo, si arrendono e perdono la testa".

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