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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Vasco Rossi: "Giorgia Meloni è simpatica, ma sono preoccupato. Berlusconi? Ha rimbecillito il paese"

In una lunga intervista il rocker ha parlato della sua carriera, degli eccessi, delle sue posizioni politiche e ha raccontato un aneddoto sui fan e la madre

A 71 anni Vasco Rossi quest'estate torna in tour, le date sono già sold out, ma per il rocker non è una novità. Vasco è sempre lo stesso e se anche la sua vita non è più totalmente spericolata lui la affronta "con una certa intensità, non cerco una vita sicura, piatta e tranquilla. Non sarei in grado di viverla. Mi sento sempre un ragazzo di 15 anni - racconta al Corriere della Sera -. Due anni fa mi sono lussato una spalla lanciandomi lungo una scalinata in mountain bike, non so cosa mi sia venuto in mente... Mio figlio Luca mi ha fatto la predica... la mia testa resta sempre quella".

Un artista che da sempre è stato avanguardista, prima dei Pinguini Tattici lui parlò della Coca-Cola in una canzone però, spiega, l'azienda "ai miei tempi voleva denunciarmi per avergli rovinato l’immagine. Sembrava un’allusione alla droga e ci ho giocato apposta. Dicevo Coca e tutti si aspettavano ...ina. Volevo fare paura agli ipocriti", e ancora oggi lo è. 

Con grande autoironia ha ammesso di aver chiesto all'intelligenza artificiale di scrivere una canzone con il suo stile, ma "non mi ci sono visto... Ho detto all’AI che non conosceva bene Vasco e lei mi ha raccontato tutta la mia storia. Che finiva con 'ha avuto qualche problema con la giustizia'. Ma vaffa... Poi le ho chiesto di darmi un titolo per un articolo su Vasco: 'Eroe del rock italiano: la storia di Vasco Rossi, il ribelle che ha conquistato il cuore della nazione'. Meglio". E parlando della tecnologia ha voluto precisare che "un AI che aiuti l’uomo è utile, ma andrebbe regolamentata subito. Dovrebbe partire il Congresso americano, ma le lobby tecnologiche sono potenti. E anche i social andrebbero regolamentati: per aprire un account devi dare nome, cognome e indirizzo. Ci vuole che ognuno sia responsabile. Anche nel campo delle notizie si vive di balle, la post-verità di Trump... un mondo che capisco fin troppo bene e non mi piace".

Vasco Rossi e il commento politico su Berlusconi e Giorgia Meloni

Il rocker poi ha commentato la situazione politica italiana esprimendo il suo giudizio su Giorgia Meloni e affermando che questi mesi lo stanno preoccupando "moltissimo". "Giorgia è simpatica ma spero che dopo le dichiarazioni da propaganda elettorale prevalgano le posizioni più ragionevoli soprattutto per quello che riguarda i diritti civili - ha dichiarato Vasco -. Ma facciamo attenzione, lo dico anche a me stesso di non abbassare la guardia su conquiste faticose e ora messe in discussione. La storia ci insegna che quando qualcosa può andare male... lo farà".

Sull'avere due donne al governo dichiara che è un "bel segnale. Se le donne andassero al governo ovunque sarebbe meglio; gli uomini hanno il testosterone e perdono la brocca... Non pensavo che dopo quel suonato di Kim Jong-un altro come Putin, tra l’altro a capo di una potenza, minacciasse di tirare bombe nucleari".

"La pubblicità per me è il male assoluto della società: crea bisogni che non esistono, ci fa consumare più di quanto abbiamo bisogno, crea modelli che non esistono, frustrazioni dalla proposizione dell’immagine di uomini e donne belle... Berlusconi l’ha sdoganata e ha rimbecillito il Paese con le sue tre televisioni. Il problema è stato che poi è pure entrato in politica - ha dichiarato il cantante -. Mia nonna votava Dc perché con la parola cristiana dentro pensava di guadagnarsi il paradiso. Quando ho visto che il mio voto valeva come il suo ho smesso di andare a votare. Anche la democrazia ha dei limiti. Con la propaganda hanno rimbambito i popoli".

Il ricordo dei genitori e la fama

Parlando della sua gioventù ricorda quando sembrava "scapigliato e fuori di testa", ma chiarisce che ha "sempre avuto le idee chiare. Fino a 20 anni pensavo si potesse cambiare il sistema, dopo ho costruito un sistema mio. Mi sono inventato un lavoro come disc jockey con la radio private e poi è partita questa avventura delle canzoni. Ho imparato dai cantautori, ma sono stato il primo, assieme a Nannini e Bennato, a usare il linguaggio del rock in italiano".

Gli anni '70 sono stati gli anni degli "eroi tipo Che Guevara. Poi io stesso ho cominciato a ridimensionarli. Pensavo che fosse più facile fare l’eroe che andare a lavorare ogni giorno in fabbrica alla Fiat. Allora diventava meno eroe il Che e più eroe mio padre che lavorava e basta". E proprio parlando di suo padre, morto quando aveva solo 56 anni, confida di essere dispiaciuto che non abbia potuto vedere il suo successo, la carriera. "Credo sarebbe stato orgoglioso. L’avrebbe vissuta come un riscatto. Doveva volermi bene perché all’inizio non stavo combinando un ca**o con un lavoro, il disc jockey, che lui manco capiva cosa fosse".

Con la madre invece è stato diverso: "I fan hanno iniziato ad andare a casa sua, lei li faceva entrare e mi diceva 'tranquillo, ti vogliono bene'. E io 'mamma, tu mi vuoi bene; loro me ne vogliono fino a che gli piace il disco'. Per fortuna si è presentata solo gente sana e non è successo nulla, ma ad un certo punto dovetti far montare un cancello davanti a casa sua".

La canzone della svolta è stata Ogni volta con quella ha trovato la sua strada nella scrittura dei testi: "Era la sintesi del linguaggio: ti dico una cosa, ma nel modo più sintetico possibile. Al contrario di quello che facevano i cantautori. Ho cominciato a scrivere Ogni volta pensando che l’avrei capita solo io. Saltavo tutti i passaggi in mezzo, non raccontavo niente. Quando ho visto che gli altri riempivano quei passaggi con la loro immaginazione ho capito che era una magia straordinaria".

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